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Piano D'Orta: La Provincia di Pescara dovrebbe tacere di VERGOGNA!!!

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Piano d'Orta, la provincia farebbe meglio a tacere. 
Otto anni per individuare (parzialmente) un responsabile della contaminazione, noto a tutti. La provincia nel 2015 fortunatamente perse pure un ricorso al TAR perchè sosteneva di non riuscire ad individuare il responsabile, altrimenti il pubblico avrebbe dovuto sostenere le spese per gli interventi. 

Insomma, dopo 8 anni fu costretta a procedere.
Su Piano d'Orta la Provincia di Pescara ha perso un'occasione per tacere visto che ha impiegato 8 anni per individuare un responsabile della contaminazione che era noto a tutti da sempre.
I conti sono presto fatti. 
Il sequestro dell'area è del 2007.Il Sito nazionale di Bonifica è stato individuato e perimetrato nel 2008 con un decreto del Ministro dell'Ambiente. 

Le competenze alle Province per l'individuazione del responsabile della contaminazione sono fissate dal D.lgs.152/2006. 
Quindi, a voler essere cattivi, la provincia si sarebbe dovuta attivare nel 2007. 
A voler essere buoni nel 2008. 
Inoltre il presidente della Provincia di Pescara sorvola sul fatto che nel 2015 la sua amministrazione ha pure perso un ricorso al TAR di Pescara sulla vicenda, visto che in un primo tempo aveva incredibilmente sostenuto di non riuscire ad identificare alcun responsabile della contaminazione.

Solo grazie al ricorso dell'attuale proprietaria delle aree, non responsabile della contaminazione, la provincia è stata costretta a svolgere un'istruttoria adeguata individuando in Edison il responsabile. Senza quel ricorso non avremmo alcun responsabile e tutte le attività sul sito, dalla messa in sicurezza alla bonifica, dell'importo di decine di milioni, sarebbero state a carico del pubblico.Basta leggere la sentenza del TAR in cui l'attività amministrativa della Provincia viene pesantemente censurata per rendersi conto se la Provincia può parlare sul caso e rivendicare alcunchè.

Riportiamo due significativi estratti (basta vedere le date...):
"Iniziato il procedimento di bonifica e dopo che la società ricorrente aveva redatto un Piano di caratterizzazione, approvato dalla Conferenza di Servizi del 23 luglio 2008, l’Amministrazione provinciale di Pescara, con determina 23 maggio 2015, n. 2013-0001332, del Dirigente del Settore IV ha dato comunicazione alla ricorrente del fatto che non era stato possibile identificare il responsabile dell’inquinamento e che, pertanto, non aveva potuto adottare l’ordinanza di cui all’art. 244, comma 2, del codice dell’ambiente;" "sembra evidente al Collegio che l’istruttoria svolta per la ricerca del responsabile dell’inquinamento sia stata carente, ove si consideri che sia nel Piano di caratterizzazione redatto dalla società oggi ricorrente, che nella perizia redatta dal prof. Croce (C.t.u. nel predetto procedimento penale) erano stati analiticamente individuati i cicli produttivi svolti nel sito ed le società che avevano svolto tali attività.". La relazione del Prof. Croce è del 2008...
Inoltre nel comunicato la Provincia si lascia andare a dichiarazioni incredibili che la dicono lunga sullo stato delle conoscenze del sito e della materia in generale in Italia, parlando di bonifica come procedura "eccezionale". 

Beh, certo, potremmo chiosare che tale attività che in altri posti si fa normalmente,  in Abruzzo è eccezionale proprio grazie all'inerzia degli enti competenti!
PS: ne approfittiamo per consigliare caldamente alla provincia di provvedere all'individuazione del responsabile della contaminazione delle discariche 2A e 2B e del sito industriale a Bussi, per i quali il ritardo risale, rispettivamente, a 10 anni e 11 anni (perchè nel 2006 già si sapeva della contaminazione). Vi sono stati innumerevoli solleciti, sia nostri sia del Ministero. Dai su, è facile.
 

Segreteria Operativa Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqu

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