Teramo vive attimi diversi.
Teramo vive altre dimensioni.
Teramo è complice dalla prime luci dell'alba degli invisibili che vengono caricati come ombre su dei furgoni bianchi verso un lavoro che non esiste, che non c'è, che si sente solo dal sudore serale.
La brina degli uomini stanchi, delusi da altri uomini.
Il caporalato, il lavoro nero, l'assenza di sicurezza.
Tre morti dal 2018 nella nostra provincia e otto invalidi.
Questo siamo noi...lo sapevate? https://www.youtube.com/watch?v=9JNDfWp7c2E
Commenta
Commenti
diciamo pure che i lavoratori non rispettano le norme...casco, scarpe, ecc. ecc...non servono controlli bisogna autocontrollarsi , se non ti metti il casco e cadi è chiaro che ti spacchi la testa....ecc. ecc.
Lo stato dovrebbe potenziare l'ispettorato del lavoro, ispezioni, controlli continui, e ridurre drasticamente le sovvenzioni ai sindacati (denaro pubblico che esce dalle nostre tasche) che si in parte servono',ma.ci VOGLIONO i fatti. Non basta rilasciare una intervista e sventolare 4 bandiere al vento.
Caro Falconi io vivevo di edilizia, un settore che per i 2/3 non esiste più, escluse le imprese che si occupano di cd ristrutturazioni, scrivo "cd" perché rifare i frontalini dei balconi, tinteggiare e rifare i bagni è una macchietta del senso vero del termine ristrutturare e del concetto di conservazione di un patrimonio edilizio. Detto questo, quando ci sono tutt'ora migliaia di edili disoccupati che non hanno potuto convertirsi ad altro, quando ci sono tutt'ora centinaia di ditte alle prese con gravosi piani di rientro bancari, succede che i condomini appartato i lavori con oltre il 25 30% di ribasso sui prezzi, per cui è inevitabile trovare il finto part time, il nero totale a 50 60 euro al giorno ecc. E con la repressione alle aziende affamate non risolvi nulla. Bisogna responsabilizzare i committenti, fare capire al condomino o cmq ai clienti privati (i palazzinari lo sanno) , legalisti
a chiacchiere, che se fai fare i lavori a determinati prezzi è inevitabile che accadono certe situazioni.
Anonimo, il casco di sicurezza in uso nei cantieri ha uno scopo diverso dal caso usato sulla moto o sulla bici.
Infatti si chiama elmetto e serve a proteggere dalla eventuale caduta dall'alto di materiali che impatterebbero sulla testa della persona. Per il resto sono d'accordo con lei se non fosse che i lavoratori spesso sono in nero, sottopagati e sfruttati all'osso e non possono acqustare da soli le dotazioni di sicurezza a cui dovrebbe provvedere un titolare (che non li ha assunti, non gli paga i contributi, figuriamoci le scarpe antiinfortunistiche).
Anonimo ma cosa dice? I lavoratori devono tutelarsi ma anche i datori dovrebbero tutelarli. Purtroppo nessuno controlla, siamo tutti complici del lavoro nero, dell'evasione ecc ecc. È la mentalità che deve cambiare, basta con gli sveltoni del cavolo!
io se il mio lavoro non è sicuro non lavoro...i lavoratori sono complici dei datori di lavoro...diciamolo, la sicurezza non va imposta deve essere una cosa naturale.