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Mercatone Uno chiude i battenti. Tutto via social. Addio a tre punti vendita in Abruzzo

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Andate sui social e leggete cosa significa perdere tutto in poche righe di comunicato.
Lo storico marchio Mercatone Uno, sponsor del Pirata, Marco Pantani al Giro D'Italia, ha chiuso i battenti con i suoi punti vendita sparsi in tutta Italia.
Tre solo in Abruzzo.
Sambuceto, Pineto e Colonnella.
Scrive il corriere.it

"Il tam tam sui social

«E quello che è più grave - dichiarano a caldo alcuni rappresentanti sindacali di categoria presenti davanti ai vari punti vendita - è che la società non solo non ha comunicato nulla ai sindacati, ma ha tenuto all’oscuro i lavoratori, ai quali non è arrivata alcuna lettera di licenziamento, e che hanno saputo della chiusura soltanto sui social, in tarda serata, dai responsabili delle varie filiali. Anche loro aggiornati all’ultimo secondo. Un comportamento inaccettabile, che necessita di un intervento imminente da parte del Ministero».

Lo sconcerto dei sindacati

I centri commerciali e i negozi sono rimasti da Novara, in Piemonte, fino a Bari. La società Shernon Holdings aveva rilevato i punti vendita della storica catena per la grande distribuzione di mobili con la prospettiva di effettuare investimenti per diversi milioni di euro e, come ricorda Simone Turcotto di Filcams-Cgil di Savona, arrivare a «quintuplicare il fatturato entro il 2022». Avendo la Shernon Holding dichiarato fallimento, i sindacati hanno poca possibilità di manovra nella difficile operazione di salvaguardia dei diritti dei dipendenti: «Ora dobbiamo riuscire a recuperare il Tfr, la tredicesima e la quattordicesima, lo stipendio di maggio e degli ultimi dieci giorni di aprile, mese in cui era stato attivato il concordato preventivo e quindi debiti e crediti erano stati bloccati. Riteniamo – conclude Turcotto – che chi abbia avallato la vendita dei punti vendita alla Shernon Holding abbia compiuto una leggerezza e fatto una scelta tutt’altro che lungimirante. Dichiarando fallimento dopo soli sette mesi, l’azienda ha dimostrato di non avere le capacità né le possibilità per poter andare avanti su ‘gambe’ solide, che evidentemente non c’erano nemmeno al momento dell’acquisizione. Ciò è confermato anche dalla totale assenza di interventi di rilancio dei negozi o di campagne pubblicitarie. L’azienda ha rilevato i negozi ricorrendo ai debiti e poi non ha pagato quanto dovuti ai dipendenti: come al solito, a compensare le mancanze ci dovrà pensare lo stato, con il fondo di garanzia dell’Inps».



 

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Era nell'aria, non dicessero che non ne sapevano niente, parcheggi sempre vuoti...