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La verità su Guido Conti. Era il Generale Ambiente...

di Giancarlo Falconi
7 minuti

Abbiamo scelto il giorno del suo funerale. Il funerale di una grande persona. Quando muore un uomo non si spengono i suoi esempi, insegnamenti, il coraggio delle proprie azioni.
Guido Conti, il Generale Ambiente, così ci piaceva chiamarlo in redazione, ci contattò per il Cirsu, la discarica di Santa Lucia, quella di Mosciano, per il traffico di rifiuti, per le nostre foto, i filmati. Fu unico. Una piccola ramanzina ad ogni incontro e una stretta di mano. Quella stretta era di un uomo vero. Una persona capace di essere critico prima con se stesso e poi duro e inesorabile nel far rispettare la legge.

Racconta l'ambientalista Augusto De Sanctis"...

Davanti al dolore di solito ci devono essere solo silenzio e raccoglimento. Raramente, quando sono coinvolte persone pubbliche insieme a fatti di rilevanza pubblica, si può anche intervenire. A volte è anche doveroso farlo. L'importante è procedere con il massimo rigore e rispetto stando esclusivamente ai fatti che si conoscono.

Devo dire che stamattina ho dovuto leggere alcuni articoli sulla morte di Guido Conti con alcuni resoconti relativi ad ampi stralci di una lettera personale scritta in momenti tremendi avente per tema la questione della tragedia del Rigopiano, sul fatto che magari avrebbe potuto fare di più. In alcuni di questi articoli si aggiungevano anche considerazioni prive di qualsiasi riferimento fattuale. Ora una famiglia distrutta dal dolore ha dovuto anche precisare che queste lettere sono uscite prima ancora di averle potute leggere.

Sono rimasto basito. Intanto perchè una notizia deve essere rilevante per diffonderla e, soprattutto, perchè bisogna conoscere i fatti e avere la giusta tensione per avvicinarsi alla verità, a maggior ragione davanti ad una morte come quella di Guido, delle 29 persone morte a Rigopiano e ai familiari dell'uno e delle altre che vogliono capire e attendono Giustizia.

Quindi, mio malgrado, voglio giusto precisare alcuni aspetti di cui ho conoscenza diretta.

Come Forum H2O abbiamo depositato due esposti su Rigopiano alla Procura di Pescara.

Abbiamo esaminato in maniera certosina le decine di atti prodotti dagli enti in diversi decenni a vario titolo sull'albergo e sulla SPA di Rigopiano, di cui siamo riusciti ad entrare in possesso con diversi accessi agli atti. Non li abbiamo tutti ma molti.

Tra questi il parere sul vincolo idrogeologico. Due pagine a firma Guido Conti per il Corpo Forestale dello Stato.

Il parere era sui lavori di realizzazione del Centro benessere dell'Hotel su terreni gravati dal Vincolo Idrogeologico. Il parere a sua firma era del 23/03/2007 e rientrava tra i tanti pareri da ottenere per la variante al Piano Regolatore di Farindola per permettere la realizzazione della SPA. La ristrutturazione dell'albergo aveva seguito un diverso procedimento amministrativo.

Nella tarda primavera, qualche mese dopo il deposito degli esposti da parte nostra, durante un incontro a Popoli su varie questioni ambientali, Guido mi chiese che ne pensavo.

Intanto precisai in maniera piuttosto diretta, per far capire il nostro approccio, che, come d'altro lato avrebbe fatto lui, su ogni atto non eravamo andati a vedere la firma ma il contenuto, senza sconti per nessuno. Ripeto, senza sconti per nessuno. Infatti, prima di scrivere su una tragedia simile, come d'altro lato facciamo sempre per questioni anche minori, avevamo approfondito ogni virgola di tutte le carte, limitandoci ovviamente a quelle a nostra disposizione che potevamo valutare direttamente senza intermediazioni. Compresa quella firmata da lui.

Gli dissi, in maniera netta, che, a nostro avviso, quel parere, a cui Guido probabilmente fa riferimento nella sua ultima lettera, come diversi altri, non c'entrava nulla con la tragedia nè direttamente nè indirettamente. Si trattava di un parere sul Regio Decreto 3267 del 1923 (sì, il vincolo idrogeologico si fonda su una norma di 90 anni fa!). Addirittura veniva rilasciato su un prestampato con le possibili prescrizioni da barrare. Non vi era neanche l'opzione del diniego. Su 4 possibili prescrizioni per condurre correttamente i lavori Guido ne aveva barrate 4.

Altri magari si sarebbero accontentati nell'analisi di quel documento, fermandosi lì. Noi invece no. Precisai che con la nostra squadra che avevamo messo su per vagliare gli atti del Rigopiano, con tutti i nostri limiti e per dare il nostro contributo civico di conoscenza, avevamo scandagliato minuziosamente il Regio Decreto per cercare qualsiasi possibile riferimento, diretto o indiretto, alla relazione tra quanto accaduto e quel parere e alla possibilità, magari, di diniego.

Ebbene, la parola "valanga" compare una volta sola in tutto il lunghissimo decreto composto di 186 articoli ed esclusivamente per i boschi che possono contribuire ad evitare l'innesco della valanga. Quindi, al massimo per interventi e progetti fatti in cima alla montagna come tagli boschivi al limite superiore del bosco. Non era questo il caso visto che l'intervento oggetto del parere, come sappiamo, era localizzato a valle. Per intenderci, qualsiasi cosa avesse potuto scrivere nel parere non poteva certo evitare la discesa della valanga perchè si stava parlando di lavori attorno all'albergo. Solo su quello poteva esprimersi.

Dissi quindi a Guido che a nostro avviso e per quanto era a nostra conoscenza erano ben altre, ripeto, altre, le questioni che, anche senza avere magari una rilevanza penale, avevano potuto contribuito direttamente o indirettamente alla genesi della tragedia.

Lui mi disse, come poi purtroppo ha ribadito nella sua ultima lettera, che, con il suo istinto per le investigazioni, forse avrebbe potuto fare di più. Evidenziai che avrebbe significato andare oltre il ruolo per quel parere.

A quel punto aggiunsi che alcune vicende più evidenti, come gli abusi edilizi, erano arrivate successivamente, con altre carte che a lui non erano state neanche sottoposte.

Tra l'altro gli dissi che anche noi stessi ci eravamo chiesti se avremmo potuto fare di più per accorgerci di alcune anomalie. Gli dissi che a complicare le cose ci furono passaggi amministrativi con omissioni della trasparenza da parte di alcuni enti e di altri funzionari.

L'incontro finì lì. Poi Guido tornò brevemente sull'argomento qualche mese dopo nella tarda estate quando mi volle annunciare in un incontro a Pescara la sua decisione di lasciare l'Arma per l'impegno lavorativo con il privato. Mi sembrava molto convinto della sua scelta, illustrandomi i vari aspetti che lo avevano portato alla decisione. Mi limitai ad esporre i miei dubbi sul contesto difficile dove sarebbe andato a lavorare come quello lucano. Sul Rigopiano fui ancora più netto della volta precedente dicendogli brevemente che eravamo rimasti a quanto detto in quell'incontro e che a mio avviso non vi erà alcunchè da aggiungere e di lasciare stare.

Queste le mie valutazioni rispetto all'analisi dei documenti a cui abbiamo avuto accesso e ai due incontri con Guido che posso raccontare per averli vissuti in prima persona.

Il mio pensiero va alla famiglia di Guido e a quelle delle vittime del Rigopiano che meritano un rispetto assoluto.

Giovanni Falcone scriveva " “A questa città vorrei dire: gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.”....grazie Generale Ambiente, onore a lei...

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