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Benvenuti tra i rifiuti. Variazioni sulla durata a Spazio VARCO a L’Aquila

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Benvenuti tra i rifiuti. Variazioni sulla durata a Spazio VARCO a L’Aquila

“Benvenuti. Benvenuti tra i rifiuti.”
Queste le prime parole di Maurizio Coccia, curatore di “Variazioni sulla durata”. Per 24 ore ininterrotte, dalle ore 20 del 18 maggio, Spazio VARCO è stato teatro di performance e incontri.
Benvenuti tra i rifiuti. Qui siamo a L’Aquila, in Abruzzo. Benvenuti tra i rifiuti, nella polvere sottile che penetra nelle narici.okiuii

Qui il tempo è scandito da cicli di luce e buio: un generatore che funziona per tre ore e poi deve essere ricaricato. Uno spazio per l’arte non dovrebbe sottostare a queste regole impietose.
Eppure è lì, un luogo diventato possibile in un contesto improbabile. Non teme il confronto con le espressioni dell’arte contemporanea, non vuole sconti.

Il progetto ideato da Maurizio Coccia con Andrea Panarelli, Margherita Morgantin e Italo Zuffi e che coinvolge gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, è ambizioso, coraggioso. E affronta i concetti di durata, persistenza, sussistenza, sopravvivenza. E’ un gesto forte, deciso, non parla di morte ma di vita, vitalità, energia. Non di visioni nostalgiche e commiserazioni, di sensazionalismi o rimembranze di tragedie.

E’ una azione contro. Contro la visione che la politica e i media vogliono imporre su tutto ciò che accade nelle città colpite dagli eventi sismici. O meglio due visioni: quella del pietismo che spinge a donare 2 € e quella del “ricominciamo, ce la faremo, tutti insieme... evviva”. Non è così. Giochi di potere, vandalismo di governo, crisi e devastazioni identitarie, a cui le prossime generazioni saranno sottoposte, generano luoghi comuni, pregiudizi, false immagini. Ma che in fondo sono rassicuranti perchè non minano le certezze che cerchiamo di costruire ogni giorno.1

Parla chiaro il disinteresse quasi totale che la stampa specialistica del settore dell’arte ha dimostrato nei confronti di questa iniziativa, nonostante la presenza di artisti internazionali come Morgantin e Zuffi che invece si sono messi in gioco in un percorso condiviso.
Disinteresse sì, perchè quello che si è svolto a VARCO è al di fuori degli schemi dell’elite dell’arte, del circuito delle gallerie dove tutto è perfetto, dove tutto profuma di fresco, dove piovono fiumi di vino e la gente non è sazia mai di nulla perchè sazia di troppo.

Qui ho visto giovani artisti: li ho guardati negli occhi. In loro ho visto potenza, decisione, impegno. Li ho visti sottoporre il corpo a prove di durezza, al limite della sopportabilità. Li ho visti produrre aritmie fastidiose, per cercare di riprogrammare nuovi suoni. Li ho visti lavorare per tempi lunghissimi con oggetti che narrano scene di famiglia e quotidianità. Li ho visti attendere in modo che tutto potesse precipitare inesorabilmente.
Disinteresse perchè noi siamo scomodi. Perchè facciamo vacillare tutte le vostre certezze. Perchè di noi non potete avere pietà e non potete avere la coscienza a posto.
Perchè noi continuiamo a credere e lavorare nell’imperfezione. Tra i rifiuti.

“Benvenuti tra i rifiuti. Noi non vi cacceremo. Noi saremo qui.”

 Roberta Melasecca

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