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Acqua potabile e Etica politica

di Walter Mazzitti
7 minuti

Nel febbraio 2009, all’indomani degli arresti degli amministratori che provocarono la caduta della giunta regionale abruzzese, i Vescovi e gli Arcivescovi della Conferenza Episcopale d’Abruzzo decisero di venire allo scoperto sostenendo che dinanzi a tanto sfacelo nella pubblica amministrazione, non era più possibile restare silenti: “basta con gli irresponsabili, i cambi di casacca, gli impreparati, i presenzialisti, gli opportunisti. Si all’etica, alla meritocrazia, alla premialità, alla giustizia sociale e ad una nuova moralità.Traf

Un intervento forte e deciso, volto a tracciare una rotta e stilare un decalogo di etica e buona amministrazione, per un rinnovamento morale e generazionale della politica. “Non è questione di stare da una parte o dall’altra – tennero a chiarire i Vescovi – ma di richiamarsi ai valori fondamentali e a norme di comportamento che ogni elettore si attende da colui in cui ha riposto fiducia. I rappresentanti del popolo, ovvero gli eletti, devono possedere più moralità perché poi a farne le spese sono sempre i più deboli, nonché lo sviluppo economico della regione, con conseguenze drammatiche sul lavoro e sulla famiglia”.

È trascorso quasi un decennio da allora e nulla è cambiato. Si assiste, al contrario, ad un irrefrenabile processo di impoverimento della qualità della classe politica regionale. I suoi rappresentanti di vertice continuano imperterriti ad utilizzare le cariche per gestire e amministrare la cosa pubblica in maniera assolutamente impropria, provocando un’autentica implosione nella gestione degli enti, dei servizi, delle società pubbliche. Nomine che per lo più vengono effettuate sulla base di amicizie, di appartenenza e di vicinanze politiche e che ignorano a priori, le funzioni, la professionalità e il risultato, requisiti assolutamente disattesi.

Basta riflettere su quanto è accaduto e cosa sta ancora accadendo nel teramano con l’emergenza acqua. L’avvenuta maldestra diffusione del risultato d’analisi di un campione di acqua prelevata alle sorgenti del Gran Sasso, ha provocato un enorme allarme sociale e danni ingenti in ogni settore. Dieci giorni di delirio assoluto, scene di panico, assalto ai supermarket e web impazzito. Poi, d’un tratto il dietrofront e l’assicurazione degli organi competenti (?). “La qualità dell’acqua è sempre stata qualitativamente buona e sicura”. Ma ancora oggi sono in pochi a crederci.

Io continuo a ricevere messaggi e mail da tanti cittadini e amici disorientati che mi chiedono consiglio. Personalmente ho sempre bevuto l’acqua del rubinetto e continuerò a farlo, almeno fino a quando l’autorità competente abilitata a dichiarare un’emergenza idrica e ad ordinare, ove ne ricorrano le condizioni ( che io per mia esperienza professionale sono in grado di valutare ), la sospensione dell’erogazione dell’acqua. Capisco benissimo dunque il senso di paura e di disorientamento dei cittadini perché essi sono totalmente estranei al processo di gestione e di controllo delle risorse idriche. Questa è una responsabilità grave che coinvolge tutti, dalla politica ai gestori. Non c’è informazione sul nulla. Eppure il cittadino, a tutela della propria salute, è titolare di un sacrosanto diritto, costituzionalmente garantito, non solo all’informazione ma ad essere informato. Nessuna informazione invece sui sistemi di controllo e di verifica della qualità delle acque potabili, nessuna informazione sui piani di sicurezza e di emergenza, nessuna informazione sulla incidenza delle attività del laboratorio di fisica nucleare situato all’interno del Gran Sasso d’Italia e del tracciato autostradale della A24 sulle sottostanti sorgenti. Non parliamo poi del groviglio di ruoli e l’ accavallamento di competenze di gestione dell’ordinario e di governo dell’emergenza. Una confusione generale provocata da una moltitudine di soggetti, buona parte di essi, purtroppo, espressione dei politici di cui sopra.Cann

Nella mia lunga attività professionale ho sempre considerato una priorità assoluta la partecipazione concreta dei cittadini nel processo gestionale delle risorse idriche. Favorire e diffondere tra i cittadini una vera e propria cultura dell’acqua è assolutamente indispensabile. E’ un dovere aiutarli ad entrare nel processo decisionale, sviluppare le conoscenze per favorire una loro capacità di controllo e di pressione, di orientare e sollecitare la politica a compiere scelte condivise e realmente rispondenti alle aspettative della collettività. Ma siamo ancora molto lontani dal raggiungimento di questo obiettivo.

Mai come in questa occasione i cittadini hanno avvertito una terribile crisi di rappresentatività. Si sentono soli. C’è tanto disagio e disorientamento. Il motivo? Sono venuti meno i punti di riferimento. La verità è che non sono più individuabili soggetti autorevoli, ad ogni livello, istituzionale e politico, in grado di dare risposte, di affermare certezze e garantire sicurezza. Questo è il vero problema. Ancora oggi, nonostante le assicurazioni loro fornite, i cittadini continuano a diffidare. Non sanno più a chi credere. È un sintomo terribile di un processo degenerativo che mina il sistema.

Oggi si ha l’impressione di navigare in un mare in burrasca senza più timoniere. La marcata degenerazione, avvalorata da un numero sempre crescente di nomine in enti di primo piano di donne e uomini privi di requisiti e che fanno solo del male al buon funzionamento della pubblica amministrazione, stanno favorendo un rigetto generalizzato della politica e uno scollamento che di giorno in giorno si sta facendo sempre più evidente e che potrebbe marchiare a fuoco questa e le future generazioni.

Avevano ragione i Vescovi nel sostenere che l’impoverimento e l’appiattimento della politica rischiano di impoverire la società.

La politica potrebbe rigenerarsi solo attraverso una serie di atti concreti che devono poter essere percepiti immediatamente dall’opinione pubblica, attraverso scelte corrette, come affermava lo stesso documento episcopale, soprattutto quando si tratta di procedere alla nomina per funzioni importanti all’interno della pubblica amministrazione con persone dotate di alta professionalità. Questo sarebbe già un bel messaggio, ma c’è da essere scettici. Per i politici essere in possesso di un buon curriculum è cosa assolutamente inutile, anzi, potrebbe rivelarsi dannoso. Il politico mediocre non vuole attorno a sé professionisti di qualità perché li teme e si sente in soggezione. Questa è la verità. Recita un proverbio cinese: un uomo capace può rendere meno gravoso il proprio lavoro e facendo ciò dimostra le proprie capacità; un uomo scarsamente abile crea problemi, e facendo ciò dimostra la propria incapacità.

Sarebbe ora, invece, che i politici capissero che non ci sono vie d’uscita: o accettano di utilizzare le alte professionalità per sopperire anche alle loro carenze, non perdendo di mira il perseguimento del bene comune, oppure quel solco che si è creato tra la politica e i cittadini diverrà talmente profondo che non sarà più possibile colmarlo.

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Commenti

Mi piacerebbe Mazzitti Sindaco.
Ma come?
Con chi?
Con la massa di minorati che popola il comune (nel senso di territorio).
E' la democrazia, bello!
L'hai voluta... tienitela.
E tieniteli...
Una sola fortuna: non voto qui.
Sono scappato anni fa perché ho avuto l'occhio lungo.
E ho capito che nel ruolo di Don Chisciotte ci si rimette solo...
In bocca al lupo a quei pochi buoni rimasti.

Caro Mazzitti, di sicuro sono belle parole le sue, e in una società come questa ormai alla deriva morale e priva di concretezza possono sembrare ancora meglio.
Ma lei sbaglio o è stato Presidente del Parco per diversi anni? Ci illustrerebbe quali sono state le sue battaglie per la difesa dei nostri territori e delle preziose risorse che abbiamo?
....è proprio vero che il popolo perde la memoria storica prima ancora che gli eventi accadono...
In questo paese le carriere purtroppo si sono costruite troppo spesso sulle parole e non su meriti e obiettivi raggiunti.

"Il politico mediocre non vuole attorno a sé professionisti di qualità perché li teme e si sente in soggezione."
Così abbiamo perso i migliori vanti della nostra regione, ed anche qualche valido amministratore del Parco. Vero Dott. Walter?
Le auguro di avere la forza di sopportare tutti gli scempi amministrativi futuri.