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Teramo. Lezione di politica di Lancione al sindaco D'Alberto...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Io ho visto Ca.Fè.
Un mondo a parte. Mi ha ricordato un oratorio laico, mi ha emozionato.
Sono tornato indietro nel tempo quando mia nonna pregava perchè aveva in mio padre, un figlio comunista. Era la democrazia cristiana di Remo Gaspari e un giovane e primo segretario della Cgil Banca. Lanfranco Lancione ha dato una lezione di politica al sindaco D'Alberto, facendo nascondere anche mastro loquela, il naso rosso pepe di quell'Andrea Core che si è ridimensionato al solo pensiero di rovinare l'attracco della nave lancionese. Interrogazioni comunali con risposte balbettanti. Nessun caso personale e sono d'accordo con Lancione quando ha detto che non ha interessi nella nuova Giunta.
I malpensanti hanno tirato in ballo l'ex assessore Falini.
Non è vero nulla.
Lo giuriamo sulle conferenze stampa di Giovanni Cavallari. Chi ci ricorda quando dovevano essere terminati i lavori dell'Ipogeo? Del vecchio Stadio Comunale? Di Piazza San Francesco? Chi ci ricorda quale cantiere ha inaugurato Cavallari che ha avuto il coraggio di presentare un miraggio scolastico senza progetto.

Alessio D'Egidio ha ricordato Walter Mazzitti ma come si può spiegare Mazzitti a Filipponi?
Sarebbe come chiedere a una nutrizionista una critica sullo stile Boteriano o Procopiano. 


A Luca Corona auguriamo di poter presentare la sua mozione e raccolta firme. Si chiama democrazia partecipata. A  Sara Falini auguriamo di poter bissare il suo status di assessore; di andare a lavorare in Provincia o in un altro ente locale. Gli auguriamo ogni bene come lo auguriamo a chi ha la giusta aspirazione nel fare il dirigente in Provincia o chi vuole continuare a essere un consigliere comunale delegato.

Non c'è gioco politico da parte di Lancione a interrogare Pina Ciammaricone che non risponde a Fracassa sul canile e che forse verrà chiamata come persona a conoscenza dei fatti dalla Procura; Non c'è gioco politico alle velature contro uomini o donne di Giovanni Cavallari che non può pretendere di avere due assessori.

Non c'è gioco politico nel chiedere un po' di politica per la Città di Teramo ferma all'anno zero.
Lanfranco Lancione ha vinto chiedendo la trasparenza anche per i consiglieri delegati.
Non c'è gioco politico perchè manca ancora sul piatto la puntata di Sandro Mariani, i Marchi valgono parecchio e il sindaco D'Alberto, rischia di perdere il treno e di prendere quello del secondo Brucchi, al suo quarto anno. 
La neve prima o poi si scioglie e comunque, l'erba cresce, direbbe Gianni Di Pietro. Tutto talmente banale che il sindaco D'Alberto non ha compreso che il secondo mandato, colui che è stato mandato, ci è andato.

Ascoltate MArio Cozzi:https://www.youtube.com/watch?v=YO7Az9YtRw8

 

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