I sindacati pronti ad alzare un muro di resistenza.
Il sindaco di Teramo pronto ad aprire un tavolo politico permanente. Il presidente della regione Abruzzo chiede l'immediato intervento dei parlamentari abruzzesi sotto un'unica bandiera.
Il resto sono i numeri che si conoscevano, che si conoscono, che abbiamo scritto negli ultimi tre anni e che nessun eletto ha voluto mai affrontare in maniera vera e concreta.
La parabola dell'albero di Natale.
IL primo 25 Dicembre la Banca Popolare di Barì, regalò al capoluogo teramano un albero splendido, alto e rigoglioso.
In questo Natale a piazza Martiri, sopravvive uno Spelacchio di presagio da commissariamento.
Tanto è stato.
I numeri?
Li leggiamo nel riepilogo dell'Agi.
360 filiali dislocate in 13 regioni distribuite oltre che nel Sud, anche nel Centro e Nord Italia (Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Molise, Lazio, Marche, Umbria, Toscana, Veneto, Lombardia, Abruzzo ed Emilia-Romagna).
368 sportelli, presenti in 13 regioni, circa 3.300 dipendenti e circa 70.000 soci.
IL BILANCIO
La Banca ha chiuso il primo semestre del 2019 con una perdita netta di 73,3 milioni e un Cet1 del 6,22%, sotto il requisito del 9,45% fissato da Bankitalia. La semestrale vede inoltre rettifiche su crediti per 44,2 milioni.
IL CONTO PER SALVARLA
Serve un aumento di capitale fra 800 milioni e 1 miliardo dopo un piano di ristrutturazione che prevede tra le altre cose circa 800 esuberi, secondo l'amministratore delegato dell'istituto pugliese, Vincenzo De Bustis. I 70.000 azionisti di Popolare di Bari rischiano di perdere i loro investimenti nel salvataggio.
Li sapete leggere?
Come si è arrivati a questo punto?
Chi indagherà sulle responsabilità?
Sette inchieste aperte intorno alla Popolare di Bari con l'ultima nata da un esposto sulla questione dei crediti deteriorati e inesigibili che, insieme ai costi, avrebbero causato le principali perdite. Anche questo è un aspetto già al vaglio della magistratura barese in altre inchieste con riferimento alla concessione di prestiti, fidi e mutui senza garanzie. ( La Repubblica)
Tra le sette inchieste vi ricordiamo quella che riguarda l'acquisizione di Banca Tercas con un consistente aumento di capitale tra il 2014 e il 2018.
La soluzione all'orizzonte? Nazionalizzazione per tutelare i risparmiatori e i dipendenti.
I soci potrebbe vedere andare in fumo oltre 1 miliardo e mezzo di euro ( 163 milioni di azioni) mentre la Popolare di Bari presenterebbe oltre 1/4 dei propri crediti totali in fase di deterioramento.
C'è qualcuno che si ricorda il Bond subordinato in scadenza 2021?
Circa 213 milioni di euro.
Se non ci sarà l'intervento dello Stato verranno coinvolti anche i correntisti con oltre 100 mila euro.
Sotto questa cifra è tutto garantito dal fondo interbancario.
Il decreto legge si attende per la giornata di oggi.
Il pensiero corre immediatamente alla nostra Tercas, abbandonata e usata come cassaforte.
Vi ricordate il comunicato del commissariamento di Tercas?
Avete letto il comunicato di commissariamento di Popolare di Bari?
Conoscete la sentenza SENTENZA DEL TRIBUNALE DI CHIETI DEL 14 luglio 2016 composto dai seguenti magistrati:
• dott. Geremia SPINIELLO - Presidente -
• dott. Alberto IACHINI BELLISARII - Giudice -
• dott. Nicola VALLETTA - Giudice relatore -
La verità e nelle parole scritte ma incomprese.
Mala mens, malus animus.
Cattiva mente, cattivo cuore.
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Commenti
Da commentare c'è poco.
Bisogna solo sperare di salvare le oltre tremila famiglie dei dipendenti,ei 70.000 azionisti di chi detiene BOND scadenza 2021e di tutti i correntisti con oltre 100.000,00 euro depositati.
AD UNA CONDIZIONE PERÒ........Che vengano messi alle sbarre delle patrie galere ,e non ai
domiciliari,tutti i responsabili del gruppo e di tutte quelle istituzioni ed organi di controllo, compresa Banca Italia se dovessero essere ravvisate le eventuali responsabilità.
Speriamo quindi che la politica italiana tutta,lasci
da parte i ricatti, i rancori e le controversie che da oltre 16 mesi piovono sulle teste di tutti noi italiani.
chiudete la stalla, i buoi sono usciti !
70mila azionisti rischiano di perdere tutto ?
Prendere azioni comporta dei rischi, acquistare quelle di un gruppo in difficoltà è una scommessa azzardata che non può essere scaricata sulle spalle dello stato.
dopo aver fagocitato la TERCAS a costi ridicoli, ci prendono pure per il culo regalandoci quel cesso di albero.
ma la colpa è dei nostri pseudo-politici che glie lo consentono.