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Castelbasso senza Ricostruzione. La frazione delle transenne abbandonata da Maggioranza e Opposizione...

di Giancarlo Falconi
3 minuti

Castelbasso è una piccola bomboniera, racchiusa tra gli orizzonti di mare e montagna, un piccolo borgo che sa di ortensie, quelle ortensie curate dalle signore del posto e che ne impreziosiscono ogni angolo. Sono anche quelle ortensie che servono a nascondere le transenne "per la sicurezza" disseminate a macchia di leopardo; sono anche qelle ortensie che servono a combattere il grigio di una ricostruzione che non è mai iniziata, rimbalzata tra le responsabilità del pubblico e quelle del privato; sono anche quelle ortensie che servono ad abbellire il grande tendone innalzato dai residenti e utilizzato come chiesa, perché i lavori della chiesa vera e propria avrebbero dovuto concludersi a febbraio 2024 e invece sono inziati tra marzo e aprile ma poi sospesi. 

Lunedì 9 settembre a causa del crollo di una parte di abitazione privata in via San Nicola che ha messo in pericolo due residenti a passeggio, i cittadini sono stati costretti a interpellare il sindaco per valutare il da farsi. Indovinate? Transenne per la sicurezza e dormiamo sonni tranquilli. Le transenne effettivamente sono un tratto caratteristico del borgo. Si trovano all'ingresso a periodi alterni, si trovano attaccate alle ringhiere pericolanti perché sono più sbrigative di un lavoro di ricostruzione, si trovano tra una via e l'altra per impedire il passaggio laddove possano verificarsi (come successo) i crolli di parti di edifici. Eccetto per i dimoranti. I dimoranti possono passare. Perché sappiamo che i dimoranti sono esenti dai crolli e godono di una sorta di immunità. 

Se vi va di fare un giro in piazza Belvedere, concentratevi sul panorama, quello è mozzafiato. Tralasciate il box dei contatori bruciati che orna la piazza. Tralasciate quello nuovo, abbandonato da tempo immemore tra le piante, che non ha mai rimpiazzato l'altro. Tralasciate la transenna che fa da congiuntura tra un punto della ringhiera e l'altro perché ha ceduto. Tralasciate le crepe del muro da cui potete godervi la vista senza però appoggiarvi. Tralasciate quelle scalette che portano alla via sottostante ma ... sono chiuse da un'altra transenna. 

Se vi va di fare un giro, non chiedetevi se la comunità ha un centro ricreativo, né se per caso prima c'era e ora è chiuso perché inagibile. Concentratevi sulla cura del borgo, sui colori e sulla pulizia. Ma non chiedetevi chi si occupa di mantenerlo così.

Non fatevi domande su palazzo Clemente e sul suo recupero, nè sullo stato delle abitazioni confinanti. Soffermatevi sulle ortensie. Se passate davanti alla chiesa non chiedetevi perchè la data di fine lavori riportata sul cartello è 14/02/2024. Piuttosto andate a vedere quel tendone addobbato anche a festa per le occasioni speciali, per chi non ha voluto spostarsi nella chiesa del comune ma ha voluto sposarsi o battezzare i figli lì, a Castelbasso. C'è più storia lì di quanta non venga sepolta giorno dopo giorno sotto le transenne della non ricostruzione. 

Sindaco, che facciamo? Opposizione, che facciamo? Aspettiamo che il prossimo film sull'Abruzzo sia sullo spopolamento di Castelbasso? Abbiamo pronto già il titolo: "Le transenne lo fanno".

Nikasia Sistilli

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