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Matteucci (Ugl): "La sanita' teramana è una coperta corta per mancanza di programmazione"

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Nella sanità teramana stiamo assistendo alla classica coperta corta che, tirata da un lato, finisce per scoprire inevitabilmente l’altro” dichiara Stefano Matteucci segretario della UGL Salute Teramo. “È il caso di alcuni medici in servizio al 118 che avendo vinto un concorso aggregato dal prossimo 1 aprile daranno sì ossigeno agli organici dei pronto soccorso della ASL di Teramo sguarnendo però l’emergenza territoriale già in evidente affanno.  È un paradosso assoluto, una soluzione tampone, figlia della mancanza di programmazione, che finirà per non dare alcuna certezza agli operatori ed ai cittadini. È palese l’assoluta mancanza di strategia da parte da parte del Direttore UOC 118 e del Dipartimento DEA. La situazione sta degenerando scivolando verso l’intollerabile e la UGL Salute è in prima linea da sempre per garantire la massima tutela ai lavoratori e un’adeguata assistenza ai cittadini chiedendo un intervento a livello regionale per dirimere la questione” conclude Matteucci. 

La risposta del Direttore Generale Di Giosia

Nessuna “apprensione”, nessuna “angosciosa previsione” per la situazione del soccorso sul territorio. Dichiara il direttore generale Maurizio Di Giosia rispetto all’allarme lanciato da alcuni sindacati: “La grave carenza di medici è un problema nazionale che deriva da una mancata programmazione trentennale e la Asl di Teramo ha affrontato il problema per tempo. Alcune soluzioni sono state già adottate e altre sono in corso di adozione. Al momento stiamo verificando la possibilità di affidamenti all’esterno, come avviene in altre realtà del Nord.  Ma una cosa è certa, i cittadini teramani non corrono alcun pericolo e il 118 continuerà a svolgere la sua attività di primo intervento sanitario sul territorio in maniera efficace e sicura. La creazione di equipaggi infermieristici (cosiddetti India) riguarda tutta l’Italia. Un esempio per tutti: a Roma e provincia, per un totale di 6 milioni di abitanti, se prima c’erano 40 ambulanze medicalizzate, ora ce ne sono solo 8, le altre sono India.  L’invito, di nuovo, è a non diffondere allarmi infondati che disorientano la popolazione generando insicurezza e, in questo caso si, apprensione senza motivo”.

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