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Lavoro nero? Lavoro giovanile? Vi racconto che cosa abbiamo passato per regolarizzare un contratto...

di Anonimo
2 minuti

Lascio questa segnalazione per raccontare l'assurdità del mondo del lavoro si questo Paese.
I miei figli hanno chiesto di poter svolgere, nella stagione estiva, un lavoro che li potesse occupare e dare un piccolo guadagno personale. Trovata la soluzione, per regolarizzare il contratto, vengono richiesti tutta una serie di documenti reperibili presso i centri per l'impiego. Venerdì 7 mi collego per curiosità sul portale ANPAL, con le mie credenziali, per capire se possibile ricavare alcuni di questi, in modalità remota. Il primo avviso che mi si propone innanzi è relativo alla soppressione di detta piattaforma, con il trasferimento dei dati sul portale del ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Il secondo, subito dopo, riguarda l'impossibilità ad accedere ai servizi per "manutenzione programmata", badate bene, "programmata". Lunedì 10 mi reco con mia figlia al Centro per l'impiego di competenza per il disbrigo delle pratiche. Sorvolo sugli orari di apertura del servizio, meglio tacere. Ufficio aperto ma pratiche bloccate per servizi on line bloccati. Impossibile fare nulla in maniera diversa. Martedì mattina ore 9.30 tutto bloccato, con comunicazione che il servizio sarebbe ripreso entro l'ora di pranzo. Ore 12 nulla. Ore 13 nulla. Ore 15.30 nulla. Oggi 12 c.m. altra telefonata alle 9.30 con la stessa risposta e l'invito a richiamare domani, con la speranza di...

L'unico operatore che ha saputo dirmi qualcosa mi ha spiegato che stanno trasferendo i dati dalla piattaforma in chiusura a quella nuova, ed ecco compreso il disguido. Bene: siamo a giugno, stagione estiva alle porte e occasioni di lavoro stagionali possibili. Manutenzione programmata, per cui si poteva trovare una soluzione alternativa in questi giorni di black out digitale. Invece no. Unica risposta certa è un semplicissimo e banalissimo "provi domani, considerando che poi avremo anche tanto lavoro arretrato".
Intanto i miei figli, e molti altri ragazzi in cerca di una piccola esperienza nel mondo del lavoro, attendono, sperando che arrivati ai tanto agognati documenti, non si sentano rispondere "ci dispiace, abbiamo già fatto, sarà per la prossima volta".

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