Il Preside Befacchia mi rimproverava ogni mattina, (mi mancano le colazioni con il gruppo degli scapigliati),di esagerare, a volte nelle volte colte, avvolte da un cielo di parole. Però di fronte a un rimpasto infinito, di promesse, di prossimi incontri, tutto rimane senza scilinguagnolo.
Mi ricordo di storia in storia, il rimpasto dell'ultimo Mussolini. Via Pavolini, ministro della Cultura; a trapasso Ciano, Ministro degli esteri, in ritiro anche Paolo Thaon di Revel troppo tecnico e freddo; Bottai fuori dal giro come Ministro dell'educazione Nazionale. Ricordo poco altro ma i sostituiti erano nomi forti e giovani. Biggini, Polverelli, Acerbo,soprattutto Mussolini al posto di Ciano ma alla fine dei giochi fu proprio Grandi, (12 settembre 1929 – 20 luglio 1932) un ministro tenuto lontano dal rimpasto a chiedere e ottenere la convocazione del gran consiglio del fascismo. La fine del Mussolini destituito fu nota a tutti. Quindi un rimpasto non serve neanche per un regime con una sola corrente, figuriamoci, in una monodemocrazia dove ci sono tante correnti ma non navigabili per pochezza d'acqua. Il sindaco D'Alberto non riesce a decidere neanche per il cambio di Marco Di Marcantonio al posto di un deludente Cavallari, figuriamoci a togliere la delega della cultura al vero sindaco di Teramo, Antonio Filipponi; a disturbare la Ciammaricone e le sue mancate risposte sul canile, per esempio. A Teramo si parla di lentezza nella ricostruzione pubblica ma se in casa, si parla di incontri futuri con il tavolo politico, neanche fosse il Governo Badoglio che rimase in carica per meno di 300 giorni. Lo stesso tempo che rischia il sindaco dei rimpasti lunghi a digerire, Gianguido D'Alberto.
Commenta
Commenti
Troppe promesse da mantenere incompatibili tra di loro?
I nodi prima o poi arrivano al pettine. Solo interessi cioè 7/8/9000.00 € mese. Aspetta tu che si dimettono! Santa Chiara aiutaci tu!
Io questo non lo riconosco più. Prima era umile.