Le telecamere Rai di UnoMattina sui Monti della Laga e precisamente a Valle Castellana (Teramo) alla scoperta della tradizionale raccolta dei marroni, prodotto d’eccellenza del territorio.
La puntata andrà in onda domani, mercoledì 13 novembre.
Una giornata tra i monti abruzzesi dunque per la troupe del seguito programma di Rai Uno che da sempre racconta l’Italia e le sue tipicità territoriali.
“La valorizzazione del territorio nasce dalla conoscenza e consapevolezza di cosa si ha intorno a sé – afferma lo scrittore Domenico Cornacchia residente a Santa Rufina di Valle Castellana - Con una progettualità importante, come quella che si sta portando avanti con il Festival Culturale dei Borghi Rurali della Laga, questi territori meritano di essere attenzionati a livello Nazionale per tutto ciò che sono capaci di offrire. Ringrazio tutta la Troupe RAI - conclude Cornacchia - che ci ha dedicato una giornata intera, l’amministrazione del Comune di Valle Castellana e i cittadini e le aziende che hanno partecipato numerosi”.
Il Marrone di Valle Castellana dunque, una particolare varietà di marrone che appartiene alla specie Castanea sativa L. ed è riconosciuto come Prodotto Agricolo Tradizionale (PAT) della Regione Abruzzo.
Viene coltivato in un ambiente collinare e montano incontaminato, tra i 500 e i 1.200 metri sul livello del mare. I castagneti, gestiti con metodi sostenibili, non vengono trattati con concimi chimici o fitofarmaci. La pianta riceve solo acqua piovana e sole, mantenendo così la naturale fertilità del terreno e rispettando i cicli stagionali. Il clima fresco e i terreni fertili di queste altitudini favoriscono la produzione di marroni di alta qualità.
Un rito, quella della raccolta dei marroni, che ha una lunga storia di coltivazione, essendo stato per secoli una risorsa fondamentale per le popolazioni locali.
Nella vallata del Castellano, area della provincia di Teramo incastonata tra i Monti della Laga, la cura dei castagneti e la raccolta dei relativi frutti era pratica diffusa nel già dal XIII secolo, come attestato da diverse fonti storiche.
Si parte nei mesi di agosto e settembre quando si effettua la pulitura del sottobosco, che in passato veniva realizzata manualmente con falci e falcioni, mentre oggi si utilizzano attrezzature a motore. La raccolta dei marroni vera e propria inizia a ottobre, in concomitanza con la Festa della Madonna del Rosario, e si conclude a inizio novembre.
Una tradizione talmente radicata nella comunità al punto da entrare tra i record; nel comune di Valle Castellana infatti si trova uno degli alberi di castagno più grandi e antichi d’Italia: il Castagno di Nardò. Questo imponente esemplare, simbolo della ricchezza naturalistica e culturale del territorio, rappresenta un legame profondo con la tradizione secolare della coltivazione dei castagneti in quest’area. La sua presenza testimonia la storicità della castanicoltura nel territorio e l'importanza del castagno come risorsa fondamentale per la comunità locale.
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Commenti
8 euro al KG. MANGIATEVELI VOI
I marroni che piacciono anche alla Marroni che piace (a molti) !
Stiamo tutti aspettando l'autunno per mangiare un cartoccio di marroni, rivivere i profumi del bosco & la magia di un caldo camino!
E io tra di voi
Aznavour
Sono nato e vissuto per gran parte di vita nella frazione Morrice di Valle Castellana, circondata da boschi di alberi secolari fruttiferi di castagno, innestati a marrone dall' uomo. In prossimità della frazione si trova il celebre albero di castagno
monumentale denominato " u piantò d' Nardo'", con circonferenza di circa 17 ml, il più grande dell' Italia peninsulare, ancora vegeto e fruttifero, nonostante i suoi oltre 700 anni di vita! Secondo i botanici , infatti, " u piantò d' Nardo'" esisteva già prima della scoperta dell' America, quando era un giovane, aitante e vigoroso fuscello che si
mostrava ed agitava festoso al sole e al vento sui monti della laga, in prossimità della frazione Morrice! Peccato che il Comune di Valle Castellana, benché ripetutamente richiesto, abbia omesso di dotare di apposita segnaletica il sentiero/itinerario di penetrazione nel bosco e da seguire per raggiungere " u piantò d' Nardò"!
Attraverso cartelli, segnali, frecce, ecc.. si forniscono indicazioni chiare e precise agli escursionisti sui percorsi da seguire, si contribuisce a prevenire smarrimenti,
disorientamenti e incidenti nel bosco e, seguendo
i sentieri individuati, ad evitare danni all'
ambiente naturale. A margine si aggiunge che ho assisto proattivamente alle riprese di RAI1 sui castagneti di Valle Castellana ! Senonché delle
riprese ed interviste effettuate sono state trasmesse una minima parte, peraltro non del tutto rappresentativa della realtà! L'abbattimento dei ricchi con una pertica/asta avviene dove gli alberi di castagno sono isolati e si contano con le dita di una mano, ma non dove esistono interi e fitti boschi di alberi fruttiferi di castagno, come nei dintorni delle frazioni Morrice e Pietralta, realtà in cui il frutto, giunto a maturazione, cade spontaneamente dal ramo con il riccio e o separatamente dal riccio in cui è maturato e viene raccolto! Ancora una volta, per dare spazio e visibilità a qualcuno che si spaccia del posto, è stato omesso di rappresentare ai videoascoltatori la realtà della cura e raccolta delle castagne/marroni a Valle Castellana! Non una parola, non un'immagine del " u piantò d' Nardo' ", nessuna intervista trasmessa dei naturali del posto, ancorché effettuata, ecc...!
Sono nato e vissuto per gran parte di vita nella frazione Morrice di Valle Castellana, circondata da boschi di alberi secolari fruttiferi di castagno, innestati a marrone dall' uomo. In prossimità della frazione si trova il celebre albero di castagno
monumentale denominato " u piantò d' Nardo'", con circonferenza di circa 17 ml, il più grande dell' Italia peninsulare, ancora vegeto e fruttifero, nonostante i suoi oltre 700 anni di vita! Secondo i botanici , infatti, " u piantò d' Nardo'" esisteva già prima della scoperta dell' America, quando era un giovane, aitante e vigoroso fuscello che si
mostrava ed agitava festoso al sole e al vento sui monti della laga, in prossimità della frazione Morrice! Peccato che il Comune di Valle Castellana, benché ripetutamente richiesto, abbia omesso di dotare di apposita segnaletica il sentiero/itinerario di penetrazione nel bosco e da seguire per raggiungere " u piantò d' Nardò"!
Attraverso cartelli, segnali, frecce, ecc.. si forniscono indicazioni chiare e precise agli escursionisti sui percorsi da seguire, si contribuisce a prevenire smarrimenti,
disorientamenti e incidenti nel bosco e, seguendo
i sentieri individuati, ad evitare danni all'
ambiente naturale. A margine si aggiunge che ho assisto proattivamente alle riprese di RAI1 sui castagneti di Valle Castellana ! Senonché delle
riprese ed interviste effettuate sono state trasmesse una minima parte, peraltro non del tutto rappresentativa della realtà! L'abbattimento dei ricchi con una pertica/asta avviene dove gli alberi di castagno sono isolati e si contano con le dita di una mano, ma non dove esistono interi e fitti boschi di alberi fruttiferi di castagno, come nei dintorni delle frazioni Morrice e Pietralta, realtà in cui il frutto, giunto a maturazione, cade spontaneamente dal ramo con il riccio e o separatamente dal riccio in cui è maturato e viene raccolto! Ancora una volta, per dare spazio e visibilità a qualcuno che si spaccia del posto, è stato omesso di rappresentare ai videoascoltatori la realtà della cura e raccolta delle castagne/marroni a Valle Castellana! Non una parola, non un'immagine del " u piantò d' Nardo' ", nessuna intervista trasmessa dei naturali del posto, ancorché effettuata, ecc...!