Abbiamo scritto cento articoli sulle divise degli operatori sanitari di Teramo. Torniamo alla carica con 101.
Scegliete.
1) no spogliarello, una sorta di burlesque indotto da un lavaggio e contro lavaggio. Non è un immaginario per salvare una lenta storia d'amore; non è una lenta seduzione ma più banalmente, la situazione negli ospedali della provincia di TEramo. La foto è in bianco e nero per evitare un facile riconoscimento ma sono arrivate tante segnalazioni da molti reparti. I "Divisisti" sono uniti nel raccontare le etichette arrivate staccate; i bottoni che non si abbottonano e la perdita di 1/4 di taglia alla volta nonostante la dieta e la peperonata fritta con parmigiana sotto il sol leone. La situazione, superata l'ilarità non fa ridere e molti operatori sanitari sono costretti al mancato rispetto della dignità di un vestiario che non è un "indosso" ma il lignaggio di una professione. Stile e sobrietà come Giorgio Armani. Quella missione che ci tranquillizza, che dovrebbe rappresentare un'ancora di salvezza, a partire dal rigore del loro abito da giorno e notte.
2) Qualcuno ci dovrà spiegare se la divisa di un operatore sanitario è la sintesi della dignità di una azienda sanitaria locale.
Il rispetto che si deve a un paziente parte da un camice ben stirato, profumato e lindo.
Il rispetto che si deve alla propria professionalità parte da un camice ben stirato, profumato e lindo.
Perchè tutto questo non è possibile in alcuni reparti a rotazione dei plessi ospedalieri di Teramo?
Chi dovrebbe vigilare?
Il post scriptum è dedicato al mio amico direttore sanitario e neo infermiere, scusate, responsabile degli infermieri, Maurizio Brucchi. Non cercate le fonti de I Due Punti, dovreste sanzionare il 90% dell'asl di Teramo. Siete circondati.
3) Uno spogliarello, una sorta di burlesque indotto da un lavaggio e contro lavaggio. Non è un immaginario per salvare una lenta storia d'amore; non è una lenta seduzione ma più banalmente, la situazione negli ospedali della provincia di TEramo. La foto è in bianco e nero per evitare un facile riconoscimento ma sono arrivate tante segnalazioni da molti reparti. I "Divisisti" sono uniti nel raccontare le etichette arrivate staccate; i bottoni che non si abbottonano e la perdita di 1/4 di taglia alla volta nonostante la dieta e la peperonata fritta con parmigiana sotto il sol leone. La situazione, superata l'ilarità non fa ridere e molti operatori sanitari sono costretti al mancato rispetto della dignità di un vestiario che non è un "indosso" ma il lignaggio di una professione. Stile e sobrietà come Giorgio Armani. Quella missione che ci tranquillizza, che dovrebbe rappresentare un'ancora di salvezza, a partire dal rigore del loro abito da giorno e notte.
I comunicati stampa dell'Ugl Salute del segretario regionale, Stefano Matteucci avevamo anticipato i tempi. Tutti sporchi, cattivi e non stirati.
Chi interviene?

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