Il valzer delle poltrone negli enti regionali d'Abruzzo rappresenta la nuova colonna sonora dello spoils system. Il sistema del bottino che in questo caso è rappresentato dai voti e che fu richiamato dal matematico e complesso manuale Cencelli. La voce grossa di Fratelli D'Italia dovrebbe perdere qualche tonalità per concedere spazio a chi nella nuova Giunta e nelle commissioni ha perso posti di rappresentanza. Soprattutto in provincia de L'Aquila. Tra Fira, Ater ( 5 in regione) Adus ( tre) , Arap, Ersi, Cda di Tua, Sangritana, Bim, Ruzzo e gli altri enti acquedottistici ci sono molte poltrone in palio da arredare i classici salotti romani.
Nella provincia di Teramo, Paolo Gatti, il secondo più votato in Abruzzo e il primo nella provincia di Teramo, in quota Fratelli D'Italia ha disegnato la nuova geopolitica ma dovrà confrontarsi con Emiliano Di Matteo, Forza Italia, l'ass. Umberto D'Annuntiis, Fratelli D'Italia, Marilena Rossi, Fratelli D'Italia, Sandro Mariani e Dino Pepe del partito democratico. Se la richiesta di ringraziare Giacomo D'Ignazio come presidente Fira, in scadenza 2025, per il lavoro svolto finora sembrerebbe trovare quasi l'unanimità, per il ruolo di Maria Ceci, presidente Ater di Teramo, a cui aspirerebbe Diego Di Bonaventura, primo dei non eletti in Fratelli D'Italia, ci sarebbe la resistenza di Marsilio per via del rapporto di fiducia, ( possibile un alto ruolo dirigenziale nello stesso Ater) e del periodo di raffreddamento dell'ex presidente della Provincia di Teramo. I tavoli politici saranno aperti dopo le elezioni amministrative che riguarderanno quasi 100 comuni in tutta la Regione.
Mariani, Pepe e l'aleggiante presidente della Provincia, Camillo D'Angelo avranno un ruolo fondamentale per il nuovo Ruzzo, ( la raccolta quote è a buon punto) per il Bim e gli altri enti avrebbero chiesto una pax suffragiorum, ovvero, l'assenza totale dell'influenza di queste Partecipate nelle prossime amministrative. I conti si faranno alla fine. Il resto è mancia.
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Andate tutti a zappare