Tra le decine di proposte concrete formulate dal Popolo della Famiglia di Teramo
a favore della famiglie cittadine, certamente quella che ha suscitato la maggiore
attenzione, è il reddito comunale di maternità: si tratta di una indennità di
500 euro al mese, dal 4°mese di gravidanza fino al 3°anno del bambino,
per la donna che viva in un nucleo familiare dal reddito inferiore
ai 60 mila euro annui, e che intenda dedicarsi alla crescita dei figli in via esclusiva.
L’indennità ovviamente si perde, se la mamma sceglie il lavoro esterno alla famiglia.
La finalità del reddito di maternità è finalmente quella di consegnare alla donna
una piena libertà di scelta: se essere madre-lavoratrice, o essere esclusivamente
madre, senza essere piegata al ricatto di dover contemperare attività faticosissime.
Chi vuole realizzarsi nel lavoro oltre che nella maternità potrà ovviamente continuare
a farlo, ma chi deve scegliere lavori massacranti e sottopagati solo per necessità,
potrà essere liberata da questo peso, con conseguenze pienamente positive
per tutta la società, e per l’economia complessiva della città.
La proposta spaventa i benpensanti, le femministe più arcaiche, e i vetero-conservatori
di sinistra, pur rispondendo davvero alle esigenze della libertà femminile.
Il reddito di maternità costa quasi nulla, se rapportato alla proposta grillina di
“reddito di cittadinanza” (780 euro mensili a tutti i milioni di cittadini italiani
privi di occupazione), e meno ancora del “reddito minimo garantito”,
tradizionale proposta della sinistra italiana.
Il reddito di maternità costa pochissimo, perché pochissimi sono i neonati teramani:
399 nel 2016, a fronte di 607 deceduti. Una buona parte di queste neo-mamme, poi,
saranno donne che sceglieranno il lavoro (ad oggi il 90% delle mamme ha lavorato o lavorerà
a pochi mesi dal parto). Ma il Popolo della Famiglia punta a estendere il diritto alla scelta
non solo alle neo-mamme, ma anche a chi è già mamma, moltiplicando la platea delle donne
che potranno liberarsi dalla schiavitù di un lavoro che non vogliono, per dedicarsi completamente
alla maternità: i soldi andranno direttamente in tasca alla famiglia, alle donne.
Con un costo per le casse dello Comune che è irrisorio rispetto ai benefici che produce.
Un tipo di politica per cambiare concretamente la vita delle persone e per dare un pugno
al piano inclinato che vede le normative orientarsi tutte contro i diritti della famiglia naturale.
Con il reddito di maternità, il Popolo della Famiglia vuole offrire alle donne
la piena libertà di scelta: il reddito di maternità è questo,
una fondamentale battaglia per liberare davvero le donne.
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Popolo della Famiglia Teramo
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Commenti
500 euro al mese solo se la madre è disposta ad annullarsi, rinunciando a qualsiasi proposta lavorativa, vivendo in miseria......gran bella proposta, complimenti!!!
Nemmeno la Russia comunista di Lenin....
Grazie, per aver dato attenzione alla nostra proposta, che è uno dei punti-cardine del nostro programma elettorale, orientato alla ricostruzione della città, e prima ancora al benessere dei cittadini e alle loro famiglie.
I like it...!!!!?
Con quali soldi?
Astolfo, lo spirito non è quello che dice Lei (annullarsi, ridursi in miseria peggio della Russia di Lenin). Le mamme lavoratrici sono già tutelate dalla legge; questo contributo è per le mamme che non hanno alcuna tutela. Se Lei pensa, che l’attuake contributo comunale è di 80€, 500€ non mi pare possa essere considerato miserrimo
"Una buona parte di queste neo-mamme, poi,
saranno donne che sceglieranno il lavoro (ad oggi il 90% delle mamme ha lavorato o lavorerà
a pochi mesi dal parto)."..... Quindi il vostro "punto cardine" riguarderà a malapena una trentina di donne? Che idea geniale, complimenti! Strano che non ci sia arrivato nessuno prima....