E' rimasto in carcere a Castrogno per sette mesi, accusato dalla compagna di maltrattamenti e lesioni aggravate anche davanti agli occhi dei figli di lei e della figlia avuta insieme. Ma è la stessa compagna, che non si è mai costituita parte civile nel processo, a ritrattare e ridimensionare in aula i presunti episodi di violenza subiti dall'uomo. Durante la sua audizione, lei dipinge lui come un compagno amorevole, parla di lettere ricevute dal carcere in cui lui promette di cambiare e tira in ballo i figli: “a loro manca tanto”. In aula lei ricostruisce la quotidianità di quei 50 giorni appena in cui i due hanno convissuto, ricorda che con i figli anche non suoi il teramano si è sempre comportato bene. Fatto sta che, dopo un processo durato un pugno di udienze e dopo l'ultima in cui a parlare è proprio la compagna che, intanto, ha anche ritirato la querela per lesioni aggravate, il giudice arriva alla decisione finale: il 40enne teramano viene completamente assolto dalle accuse con la formula del “fatto non sussiste” e, poche ore dopo la sentenza, per lui si aprono i cancelli di Castrogno. Torna libero ed assolto da ogni accusa di maltrattamenti e violenza. L'uomo era finito a processo nell'ambito di un giudizio immediato. Secondo la ricostruzione fatta all' epoca dalla Procura in alcune occasioni avrebbe colpito la donna con delle borse spingendola sul letto; in un'altra occasione l'avrebbe rincorsa fuori dall'abitazione e in strada l'avrebbe colpita con due pugni al volto strappandole di mano il telefono cellulare per impedirle di chiedere aiuto; in un'altra occasione l'avrebbe violentemente colpita alla bocca provocandole la rottura di un dente ed una prognosi di dieci giorni. Dopo la denuncia l'uomo era finito in carcere. Sette mesi dopo, è stato assolto e rimesso in libertà.
https://www.youtube.com/watch?v=qNTRk9vbnik&feature=youtu.be
PAOLA PELUSO
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Da qualche parte, tra 50 giorni o comunque meno di un anno, aggiungeremo un'altra macchia rossa?
Chi aiuta lui?
Chi aiuta lei?