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Il Natale "buono buono buono" dei Teramani

di Miss Marple
4 minuti

Una piazza Martiri su cui si intrecciano ecoacrobazie su ecopattini di un'ecopista. Una meraviglia senza spreco di acqua e di energia. A soli 8 euro per 45 minuti di piroette e volteggi se hai più di 8 anni e se invece ne ha di meno, tipo due o tre anni che si sa che a quell'età è tutto un pattinare, appena 5 euro. E poi profumo di cioccolato tutto intorno. Modello baita alpina, anzi di più. Tanto. Un profumo che avvolge. Stranezze accattivanti. Peperoncino e olio di oliva dentro ai cioccolatini dei maestri pasticceri. Mica le schifezze del discount. Ci sarà da sbizzarrirsi. E poi trenini. Presepi napoletani e made in Castelli. Cori gospel sulle scale del Duomo, che non te la ricordi la pubblicità della Coca cola di qualche anno fa che ci emozionava tanto? Il Natale conquista i teramani e promette di farli diventare anche più buoni. Così buoni da scrivere tutti, o quasi, tranne lo zoccolo duro dei cattivi irriducibili, una lettera a Babbo Natale. E' questa la specialità della cartolina di Natale che spediremo da Teramo. Una cassetta delle lettere sotto l'albero della piazza dei teramani. L'invito, dal sindaco e dall'assessore Campana è che i teramani scrivano delle lettere e ce le imbuchino. Per dare il buon esempio scriverà anche il primo cittadino. A chi? Ovviamente a Babbo Natale, se non si scrive a lui in questo tempo dell'anno, e di questi tempi, a chi altri si potrebbe scrivere? Un pensiero buono. Un intento positivo. Un ricordo, Un'emozione. Una richiesta. Un'idea forse non nuovissima, la lettera, però affascinante. Chi non ha scritto almeno una volta la letterina con le renne e la porporina e gli angeli che svolazzano e i musi caldi delle pecorelle? E' un'usanza da rispolverare, anche se qualche anno fa ci avevano detto che quella polverina non andava bene con le norme di sicurezza per i bambini e allora toccava comprala nei tubetti e spalmarla con la colla. L'effetto non era un granchè, pure pasticciato, ma chi se ne frega. L'importante è che luccichi e faccia Natale. Proprio come il Natale teramano. Così prendiamo la penna e scriviamo. Perché finalmente si può chiedere, tutto certificato nero su bianco e mica aspettando che il politico di turno dia udienza nel suo ufficio dopo che hai fatto una fila di almeno un'ora seduto sulle sedioline appoggiate al muro come in certi ambulatori medici grigi e un po' sfigati. Però pure tu che stai seduto lì sei un po' sfigato e quindi “stapposto” così. Chiedere che chi si ritrova in mano un contratto di lavoro scaduto possa trovarne un  altro, se non si può rinnovare quello vecchio che la crisi ha stoppato. Chiedere più stabilità, se sei precario in house o anche senza house e soprattutto stabilità nella vita più che nel lavoro, che sembra essere diventato un optional come il navigatore satellitare su una vecchia Ape. Chiedere un posto sul bus navetta per fare il giro della città e un posto per passeggiare nel centro commerciale che lì almeno fa caldo, non come a casa che il termosifoni è opportuno tenerli spenti. I bambini, certo..il Natale è per loro, si sa. Quelli della De Albentiis e della Noè Lucidi potranno chiedere tutt'al più un arcobaleno perché aule e spazi e attività didatttiche pomeridiane, lì, hanno già tutto e altro non occorrerebbe. Per i più romantici, chiedere di riavere il respiro degli alberi del parco delle rimembranze schiantati dal Lotto zero. Chi è in cima alla graduatoria delle case popolari potrà chiedere che scompaiano, non importa come e non andiamo troppo per il sottile, quelle dieci famiglie che stanno avanti così avrà un posto dove tornare. E anche she venga aggiunto un posto a tavola, quella della caritas. Leggeremo le lettere, promette l'assessore Campana. Che bello sarebbe se qualcuno cogliesse l'occasione per chiedere un po' di dignità e se Babbo Natale, lui che può, si decidesse, ne mettesse due cucchiaiate dentro al sacco e gliela recapitasse...  

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Caro Babbo Campana, e cari politicanti nostrani che passeggiate comodamente nelle vostre Hogan sui cocci delle nostre vite.... vi "dedico" le parole che ho scitto alcuni mesi fa, che non ho mai avuto il coraggio di pubblicare, e che adesso mi fanno sorridere, perchè la Vita - a dispetto della cattiveria di molti - dà sempre seconde occasioni. Lì, dentro quelle parole, ci sono tutti i miei desideri, nonostante tutto. ADDIO DOTTORESSA Stante la situazione A breve sarò sulla soglia Ricca tra i poveri Povera tra i ricchi Termina il termine Di un contratto lungo anni Rimane solo paura Spossamento Scompiglio Ed una domanda inevasa: il mutuo? Poi penso che io almeno Ancora posso mangiare Ed ho un letto In cui dormire comoda (Quando dormo) Addio dottoressa, Si metta in fila per favore Le indennità di disoccupazione Si chiedono all’INPS E così per qualche mese Lo Stato pagherà le mie bollette E potrò somigliare Ancora ad una borghese Nuda ma con una bella borsa Celebrante i fasti dei tempi In cui ero io a mantenermi In cui ero fiera di non essere Il parassita pieno di vergogna Che sono diventata Ero precaria nel lavoro Ora è precaria la mia vita.