E’ difficile capire perché nel gennaio del 1938 il fascismo teramano attaccò tanto duramente e di petto la massoneria. Non è che in precedenza su “Il Solco”, Settimanale della Federazione dei Fasci di Combattimento di Teramo, non fossero comparsi articoli di dura condanna contro la “fratellanza”, anche locale, ma dal gennaio del 1938 gli attacchi si fecero assai virulenti e continuarono per tutto l’anno. Il primo fu di una violenza inaudita e la massoneria venne additata come una “associazione di malfattori”. Non è facile dire se il motivo dell’attacco fosse nazionale o dovuto alla situazione locale.
Sul piano nazionale il collegamento possibile è quello con l’accelerazione della tendenza antisemita del fascismo seguita alla visita di Hitler in Italia (settembre 1937), che assimilava lo spirito antisemita a quello antimassonico a causa dell’identificazione tra massoneria e sionismo internazionali. Altro possibile collegamento con il ruolo assunto dalla massoneria internazionale nellla guerra civile in Spagna, espressamente citata.
Sul piano locale il collegamento è con l’arrivo a Teramo, proprio ai primi di gennaio del 1938, di Ferdinando Mezzasoma (dal gennaio 1937 membro di diritto nel direttorio nazionale del PNF) e vicesegretario dei Gruppi Universitari Fascisti, per ispezionare le organizzazioni della Gioventù Italiana del Littorio. Fu ricevuto da tutte le autorità cittadine, compresi il Federale, il Podestà e il Prefetto. Nel pomeriggio assistette ad un incontro di calcio di fronte ad un numeroso pubblico. Spesso “Il Solco” con i suoi articoli lanciava messaggi più o meno chiari e qualche volta di più difficile interpretazione, sapendo però che i destinatari degli stessi li avrebbero capiti. A chi fosse destinato in questo caso il “messaggio” pubblicato sul numero del 19 gennaio 1938 non possiamo dirlo con precisione. E’ probabile che i massoni teramani avessero dato a loro volta qualche segnale di ripresa delle loro attività o che i fascisti teramani volessero ammonire qualche fascista troppo morbido con la massoneria. Il fatto è che le espressioni usate da “Il Solco” sono di una durezza incredibile, come si può facilmente evincere leggendo l’articolo.
“La Massoneria: associazione di malfattori. Che la Massoneria mente quando afferma di non fare politica e di essere formata di uomini liberi, quando si dichiara nazionale e nega di essere segreta, è dimostrato chiaramente dai seguenti fatti:
La Massoneria interviene nella politica per mezzo dei suoi adepti che eseguono fedelmente i suoi ordini; essa rivendica la paternità della Rivoluzione Francese e prende nettamente posizione nel conflitto spagnolo. Tutto questo è documentato.
La Massoneria non è formata da uomini liberi: alla pagina 11 delle istituzioni per i nuovi iniziati si legge: «Noi ci affidiamo ciecamente nelle mani sconosciute di un Capo». Affidarsi ciecamente a delle mani sconosciute non è peggio che divenire schiavi?
La Massoneria non è nazionale perché gli interessi della setta passano avanti a quelli del Paese.
La Massoneria è segreta perché i nuovi iniziati debbono promettere sul loro onore «di serbare gelosamente tutti i segreti della F.M. e di non rivelare mai nessuno dei suoi misteri se non ad un altro massone». Il giuramento è rinnovato da ogni iniziazione ad un grado superiore e sempre in forma più solenne e più terribile.
Per accedere al quarto grado i F.M. giurano di restare fedeli fino alla morte al compimento dei loro doveri verso la Massoneria; e dire che mancano ancora 20 gradi per arrivare alla sommità della scala gerarchica.
La menzogna è l’arma della Massoneria che si ripara nell’ombra.
Un segreto così gelosamente custodito è proprio delle associazioni di malfattori”.
Era a “malfattori” locali che “Il Solco” si rivolgeva per dare loro un segnale e un ammonimento? O si rivolgeva a “malfattori” nazionali, sia pure essendo soltanto un giornale di provincia?
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