Il povero Fabrizio Primoli non se ne dà pace. Da qualche giorno sta smadonnando (non proprio smadonnando, credo sia cattolico) e alterna giudizi durissimi a pesanti commenti. Il “fantastico” sito www.teramoculturale.it, curato dal Comune di Teramo nell’ambito del progetto CULT, propone sempre nuove pagine contenenti macroscopici errori di date, di riferimenti e di concetto. Si può leggere che il Teatro Corradi, antecedente del Teatro Comunale, venne inaugurato nel 1791 invece che, come realmente fu, nel 1792, che si ebbe la partecipazione della cantante Ida Monti Bolognesi, mai esistita, e non di Dorotea Monti, di origine bolognese, che invece fu la protagonista de “La moglie capricciosa" di Giuseppe Gazzaniga.
Primoli parla di “scemenze” pubblicate sul portale del Comune di Teramo e ha perfettamente ragione. In un’altra pagina si legge, come lo stesso Primoli ha denunciato, che la Casa del Mutilato, ex Chiesa della Misericordia, fu restaurata dall'architetto Pio Ferretti... nel 1400, quando invece Pio Ferretti nacque circa quattro secoli dopo. Non solo, il restauro (che giustamente Primoli dice sarebbe più corretto chiamare una trasformazione) fu realizzato nel 1928 e non nel 1400.
Altra scemenza: si legge in un’altra pagine del portale www.teramoculturale.it che Nicola Mezucelli (nato nel 1807) progettista del’abbattuto Teatro Comunale di Teramo è autore anche del progetto del Teatro Marrucino di Chieti, ma avrebbe dovuto farlo, se fosse vero, quando aveva solo cinque anni, nel 1812. Infatti, come correttamente scrive il sito del Teatro Marrucino, la costruzione iniziò nel marzo 1813 e si concluse nel 1817, ma su progettazione non di Mezucelli, ma di un altro architetto teramano, Eugenio Michitelli (solo parzialmente omonimo). L’inaugurazione avvenne l’11 gennaio 1818, molti anni prima di quando Mezucelli iniziò la progettazione del Teatro Comunale di Teramo, inaugurato nell’aprile del 1868. Un’altra castroneria è scrivere che il Teatro teramano fu abbattuto nel 1956, cioè tre anni prima di quando realmente avvenne il “tragico” evento, cioè nel 1959. “Il Comune di Teramo conosce la storia degli edifici di cui parla?
Mi pare di no...” scrive Primoli.
Non lo conosco personalmente Primoli, non ci ho mai parlato, almeno credo, ma lo stimo per le cose che ha scritto (tra l’altro un libro proprio sul Teatro Comunale di Teramo) e per i suoi interventi culturali. Mi rammarico per la sua disavventura. Si era candidato in una lista che appoggiava la rielezione di Brucchi, ma non è stato eletto. Forse aveva sperato di esserlo e magari di poter competere per l’attribuzione della delega alla cultura. Invece addio elezione e addio delega. Non solo, il suo intervento a favore del Castello della Monica e del suo restauro e ripristino è stato vanificato dall’insipienza di vecchi-nuovi amministratori e la struttura del Castello cade a pezzi. Poco lenisce le ferite la mostra milanese sul pittore Della Monica, inventore di quel magnifico Castello. Inserito nell’esercito dei “malpancisti”, Primoli è costretto a leggere le scemenze sul sito del Comune di Teramo, ad assistere alle “imprese” di chi ha ricevuto, senza particolari benemerenze se non paterne virtù, la delega alla cultura e alle movenze di chi veniva designato per quella delega dalle voci ricorrenti per poi essere invece dirottato, anche qui solo per paterne virtù, alla movida. “Sarebbe il caso di dare una controllata alle notizie che si diffondono a chi viene in visita alla nostra Città.” scrive ancora Primoli sulla piazza virtuale più nota, Facebook.
Ma intanto sul portale incriminato le scemenze si susseguono. Si legge, per esempio che il Due di Coppe è stato demolito nel dopoguerra, quando invece fu demolito prima della guerra.
C’è davvero da chiedersi chi lo curi questo sito-immondenzaio che di culturale non ha nulla. Chi è l’analfabeta che lo scrive, che lo pensa, che lo mette in rete? Possiamo conoscere il suo nome? Perché il Comune non lo caccia a pedate nel sedere e non gli chiede i danni di immagine provocati alla città di Teramo, ai suoi cittadini e alla sua storia?
Il fatto è che a Teramo e ai teramani, a cominciare dal Sindaco per finire all’ultimo degli assessori, della cultura non gliene frega niente.
Quando Brucchi aveva lui la delega alla cultura si è fatto sempre notare per la sua assenza ad ogni evento culturale organizzato a Teramo, fatta eccezione per qualche rara presenza alla quale era tenuto per legami di amicizia o per interessi personali. Era il buon Campana, poi privato del batacchio che gli consentiva di rintoccare qualche balbettante ma volenteroso intervento, sempre generico e mai in tema, a portare il saluto del Sindaco Brucchi, sempre preso da altri “impegni assunti in precedenza”.
Ora, senza Campana e senza Brucchi, ci pensa il sito www.teramoculturale.it, ad assicurare che i ragli d’asino dell’ignoranza siano sempre in congruo numero. Il Castello della Monica cade a pezzi, nessuna rievocazione storica entra a far parte del misero programma di eventi del Comune di Teramo, che culturalmente propone solo e sempre sagre e fiere del pecorino, la cultura teramana langue e a nessuno gliene frega niente di niente. Perché anche ai teramani…
Che gliene importa ai teramani dei marchiani errori di un sito culturale del Comune? Giustamente Paolo Speca sempre su Facebook, ringraziando Enrico Melozzi che ricordava quanto da lui fatto (non certamente poco) per non far dimenticare il musicista Antonio Zacara da Teramo (1350 ca-1413 ca), annotava amaramente: “Grazie Enrico, anche se ho come l'impressione che non sia servito a nulla...”. Mi è stato fin troppo facile controcantare, e lo ripeto qui: “A Teramo qualsiasi cosa si fa, soprattutto in campo culturale, non serve a nulla e non interessa a nessuno.”
Ma tant’è. L’anonimo, o quanto meno per ora sconosciuto, estensore delle “cazzate” sul portale www.teramoculturale.it (una “capra”, come lo definirebbe Sgarbi), continua imperterrito a spararle grosse. Lo aspettiamo al varco per altre prodezze, che però non ci faranno ridere, ma diventare verdi di rabbia. Però ad ogni scemenza mi immagino il ghigno di Primoli, che ghigno forse proprio non è. Lui ci aveva creduto, aveva sperato, poi deve aver capito.
Aveva sposato un progetto e ora deve assistere anche lui allo sconcio. E’ che per Brucchi e i suoi la cultura e la “monnezza” non fanno differenza, un castello medievale e una discarica ancora meno, in fondo tra Michitelli e Mezzucelli che differenza c’è? Fanno pure rima. Che interessa che il Teatro Comunale sia stato abbattuto nel 1959 o nel 1956, se il Teatro Corradi sia stato inaugurato nel 1791 o nel 1792? Se il Marrucino di Chieti lo abbia progettato Michitelli, o Mezucelli, o Mazzarelli, o Mariotelli?
Come rispondeva l’alunno ultimo della classe al maestro che lo rimproverava per aver sbagliato verbo ausiliare? “Signor maestro, ho andato o sono andato sempre per terra ho cascato”.
Forza Brucchi, continua così. Da’ un premio di promozione all’ignorante curatore del tuo sito culturale, che intanto sta diventando già un “CULT”, sì, un cult dell’ignoranza più crassa. Non puoi esimerti dal farlo. Certamente avrà votato per te.
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