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Il Corrosivo: Per un manifesto degli intellettuali teramani

di Elso Simone Serpentini
5 minuti

In una città in cui si sta progressivamente degradando l’amore per la cultura, riservato ormai a pochissimi, e in cui gli eventi culturali, quali presentazioni di libri, convegni, reading letterari ed altre iniziative, si svolgono davanti ad uditori sempre meno numerosi, credo sia giunto il momento che gli intellettuali teramani e gli operatori culturali, i pochi rimasti, si riuniscano, al di là dei diversi orientamenti concettuali e ideologici, per preparare e firmare un manifesto in cui ribadire alcuni principi semplici ed elementari, ma essenziali e individuare degli obiettivi non certo irraggiungibili.

La cultura teramana è ancora in grado non solo di sopravvivere a se stessa e ai tentativi, consapevoli o no, di spegnerla come un cerino in un catino d’acqua, ma di rilanciare l’idea e la connotazione di una città che l’ha sempre considerata, fino a poco tempo fa, un elemento fondamentale di caratterizzazione della propria identità e della propria storia. Chi è ancora convinto che sia proprio la cultura che può contribuire in maniera determinante a rilanciare le sorti morali e materiali, e perfino economiche, di Teramo, è chiamato in questo momento cruciale, che sembra di svolta, a dare il proprio contributo alla diffusione di idee e concetti preziosi, quali quello della libertà di opinione, della partecipazione democratica, della crescita, dell’allargamento dei propri orizzonti, della concretizzazione di ideali e obiettivi di largo e lungo respiro.

Auspico che il manifesto possa essere l’unitario contributo del maggior numero di intellettuali teramani e avere il maggior numero di adesioni.
Auspico che, oltre alla indicazioni di alcuni principi cardine e teoriche considerazioni, il manifesto contenga l’indicazione di obiettivi pratici da realizzare nel medio e nel lungo periodo, tra i quali la valorizzazione di realtà e strutture esistenti e da far esistere nel campo delle scienze, delle lettere e delle arti.
Auspico che siano individuati progetti di ri-valorizzazione di strutture urbane e di luoghi abbandonati e/o, trascurati per un rilancio della teramanità e un ri-uso creativo e produttivo e per una rivitalizzazione ormai improrogabile ed utilissima.
Auspico che le associazioni culturali escano dal loro individualismo esasperato e possano fattivamente cooperare tra di loro in vista di progettualità comuni, collaborare per coordinare le loro iniziative.

Auspico che esse richiedano finalmente la costituzione di una entità, non di un ente o di un carrozzone costoso, che quanto meno realizzi un calendario unico degli eventi culturali, evitando così che per lunghi periodi a Teramo non ci siano appuntamenti ed iniziative e che poi, in qualche giornata, ce ne siano molti, coincidenti e sovrapposti, sì da essere costretti a spartirsi lo scarso pubblico potenziale o a costringere le persone interessate a scelte difficili e dolorose.
Auspico che si possa organizzare un convegno sulla cultura teramana, una sorta di Stati Generali, che faccia il punto sulla situazione difficile del momento e ponga le basi di un futuro diverso e migliore, ma senza le astratte elucubrazioni e le mirabolanti pretese ed ambizioni che hanno caratterizzato iniziative come Teramo Cult o Teramo 2020.
Auspico che la forza unitaria di quanti hanno a cuore la cultura teramana costringa o induca le amministrazioni pubbliche ad una diversa e accresciuta attenzione ai fenomeni e alle iniziative culturali, al di là delle sempre più limitate risorse a disposizione in un settore pur tanto importante.

Auspico che siano individuati spazi e luoghi, tra cui sale a costo zero, destinati ad eventi culturali e pubblici confronti, che siano assicurati sempre di più margini di libertà nell’espressione delle proprie opinioni e dei propri orientamenti.
Auspico una tensione verso un rinnovamento radicale di usi inveterati ed abitudini ormai stanche e una attenzione maggiore verso la creatività di giovani artisti e di talento, alla quale vanno offerti spazi espositivi gratuiti e opportunità.
Auspico che da un’ansia di rinnovamento possa nascere quello spirito che torni a rendere il cittadino teramano più vivo e partecipe, meno indifferente ed apatico, e la città di Teramo meno rassegnata ad un declino che a volte fa temere che possa essere inarrestabile.

Auspico che siano in molti quanti sono convinti che in quella che pare essere una sorta di decadenza collettiva della vita delle città e dei borghi, di degrado civico e di crisi dello spirito pubblico, si trovino i pochi elementi capaci di trasmettere un cauto ottimismo e di trasformarsi in catalizzatori di rinnovate speranza in una ripresa.
Auspico che anche da questa rinnovata fiducia nella cultura teramana possa nascere una ripresa delle attività economiche e di iniziative intelligenti anche nel campo giornalistico ed editoriale, in uno sforzo comune per la ri-acquisizione di spazi e di strumenti di informazione e di formazione, di dibattito e di confronto, di rottura delle barriere ideologiche e di formulazione di propositività.
Auspico che siano molti ad essere convinti che sia assolutamente necessario cogliere una delle ultime opportunità che ha la cultura teramana di non naufragare definitivamente e irreversibilmente.

Auspico che non restino, come unica alternativa a questa possibilità di una nuova “rinascenza teramana”, un lungo e definitivo sonno, la fine di ogni illusione e una morte eterna.


 

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Commenti

le sue parole, Professore, hanno risvegliato in me corde sopite da tempo, una passione insita nel mio DNA, quella del disegno ed un sogno sfumato x problemi di vita quotidiana che spesso prendono il sopravvento. Non so come e con quali tempi ma io il mio sogno non lo mollo. Grazie e buona giornata :-). . 
le auguro di avere successo, e quello che auspico per la cultura teramana, di cui sono il frutto, è di poter educare le nuove generazioni a pensare con la propria testa. siamo bombardati di informazioni siano esse economiche, politiche, artistiche, che se non c'è discernimento: capacità di analizzarle con il proprio intelletto e di farsi un idea propria, si muore nel torpore della mediocrità, dove tutto è appiattito, tutto scorre senza laciare traccia. se si vuole una rinascita di questa città, bisogna far rinascere il libero pensiero, ma purtroppo viviamo in un paese di oligarchi, dove chi pensa con la propria testa dà fastidio, non è tollerato. purtroppo per ragioni storiche: papato, fascismo, democrazia cristiana, pci, tutte chiese con la loro ortodossia dogmatica di pensiero che non tollerano pensieri autonomi, considerati eresie e puniti per questo con i roghi, il confino, l'ostracismo. credo che rinascita culturale non debba essere trasmissione del sapere, ma educazione a pensare con la propria testa, e quindi aspico che le occasioni culturali siano occasioni in cui i fruitori escano con più domande di quando sono entrati, perché il primo passo per crescere culturalmente è dubitare, mettere in discussione anche e soprattutto i dogmi. vi auguro di avere successo: suscitare più domande e curiosità nelle nuove generazioni.
Grazie Professore. Ci proveremo. Anche se, mi spiace dirlo, tra qualche giorno andró a svolgere il mio lavoro ( che consiste in docenza, formazione, produzione musicale) altrove, in una città e in una sede lavorativa dove mi chiameranno a lavorare per merito e dove hanno a cuore meritocrazia e preparazione.
Professore, Lei è ineguagliabile. Lunga vita e in buona salute. Suggerirò a christian, nella sua qualità di presidente dell' Associazione culturale "Teramo 3.0" , ma anche a Maria Cristina Marroni, di raccogliere l'appello e di proporsi, tra quante delle associazioni culturali teramane vorranno aderire, da capofila dell'iniziativa.
Leggere Serpentini è come per un carcerato concedersi un'ora d'aria... Vorrei che fosse dichiarato "patrimonio dell'umanità". Se riuscissimo a mettere in pratica, anche solo in minima parte, quello che suggerisce avremmo tutti molte sbarre in meno davanti agli occhi e un futuro migliore. Bisogna unirsi, parole sante.
La cultura non segue binari diversi da quelli dell’economia. Il settore culturale si innesta nell'economia del territorio esattamente come lo fanno tutti gli altri settori produttivi. E lo fa a pieno diritto. Le amministrazioni, nazionali e territoriali, che destinano alla cultura i residui del proprio bilancio… sono strutture miopi. Sono strutture incapaci di comprendere la portata straordinaria di questo comparto nell'economia di un Paese o di una porzione di esso. Se solo pensiamo che il più bello fra i Ministeri italiani, quello dei Beni Culturali, fu l’ultimo ad essere istituito… capiamo benissimo quale poca importanza questo Paese abbia riservato al proprio patrimonio storico e artistico. E dobbiamo ancora oggi ringraziare Spadolini, che volle fortissimamente questo Ministero, creandolo nel 1974 attraverso lo scorporo di parti del Ministero della Pubblica Istruzione e del Ministero dell’Interno. Puntare su questo settore, sugli eventi culturali, sul recupero del patrimonio artistico… non è una spesa improduttiva. Quando capiremo che si tratta di un investimento, in tutto e per tutto, avremo compiuto un autentico miracolo.
LA SUPREMA CORTE DELLA CULTURA! Quando la cultura finisce in un "manifesto" vuol dire che è già morta e difficilmente può essere risuscitata. In città esiste un assessore alla cultura o no? Il ruolo specifico dell'assessore, se non erro, è di censire e monitorare le risorse culturali ed artistiche diffuse in città oltre al compito di coordinamento, supporto e salvaguardia dei " beni culturali".........senza invasioni di campo. In questi cupi tempi di profonda crisi il nostro assessore dovrebbe favorire la libera concorrenza delle IDEE più che la libera concorrenza della mercato! Quindi un assessore di servizio più che di gestione. Chi meglio di lui ( lei) può risvegliare la cultura che non è mai morta e mai morirà....nunc coepi, signora l'assessore!....se po fa, se po fa, se fa!!!
Gia', se avessimo un assessore alla cultura di cultura!
Il problema secondo me sta nel fatto che la cultura oggi e' in mano alle banche e ai banchieri, i quali detenendo il potere economico ci manipolano in tutto e per tutto. Noi non abbiamo nessun controllo sulle banche e tutto è strutturato affinché le banche operino in condizione di assoluta autonomia. Ormai non si parla nemmeno più di GRANDE USURA, che a mio avviso è il primo dei problemi. A Teramo, la gente è ancora convinta che sia stato Bin Laden a far crollare le Twin Towers l'11 settembre 2001. Io cosa posso fare?
buondi.... l'assessore alla coltura ops alla cultura potrebbe creare un gruppo di lavoro (di persone competenti) come aiuto.....farebbe bella figura e tutti vivrebbero felici e contenti.....