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Il Corrosivo – Teramo, 24 anni fa (prima parte)

di Elso Simone Serpentini
8 minuti

Mercoledì 4 aprile 1990, a Teramo, all’Hotel Sporting si svolse un dibattito in vista delle elezioni amministrative, organizzato da Marco Pannella. Intervenni, tra gli altri, anche io, che allora ero direttore editoriale di Verde TV. Questa la trascrizione della prima parte del mio intervento di allora, di ben 24 anni fa, che mi sembra sia davvero di straordinaria attualità.

(L’intero convegno è ascoltabile (ancora) in rete sul sito di Radio Radicale.it

http://www.radioradicale.it/scheda/35381?format=32

Quindici anni passati sui banchi del consiglio comunale di Teramo mi hanno insegnato che a Teramo si dibatte poco, che si discute poco, che manca l’opposizione e che una opposizione vera, concreta, intelligente, razionale, potrebbe aiutare non solo la comunità teramana, ma la stessa Democrazia Cristiana, che in qualche misura è impaniata dal fatto di avere una maggioranza assoluta così schiacciante, perché, come un enorme stomaco, deve poi digerire tutti i propri succhi gastrici nel proprio interno e non sempre ci riesce. E’ per questo che, quando Marco Pannella, in giugno, si rivolse per primo ai democristiani fece, secondo me, un atto politico di grande rilievo, perché offriva agli stessi democristiani la possibilità di individuare una strada diversa verso il cambiamento. Perché questa è un’altra grande cosa che ho imparato sui banchi del consiglio comunale di Teramo: che il 100% dei cittadini teramani dice di voler cambiare, perché a nessuno sta bene che questa Teramo sia l’ultima provincia d’Abruzzo, che sia come sia, che viva in questa dimensione. Quindi il 100% dei cittadini teramani dice di voler cambiare.

Questa del ’90 era un’altra occasione storica per dimostrare che Teramo poteva voler cambiare. Credo che abbastanza evidentemente stia risultando una realtà che ci consente una lettura della Teramo degli anni 2000, perché, dividendo gli uomini in coloro che vogliono cambiare (non coloro che dicono di voler cambiare, ma coloro che vogliono cambiare) e coloro che non vogliono cambiare, noi abbiamo avuto un indice che ci consente di leggere la città. Perché sono gli stessi democratici cristiani a dire di voler cambiare, però in realtà non vogliono cambiare. Sono convinto che non vogliono cambiare, perché vogliono cambiare dal proprio interno, facendo al tempo stesso maggioranza e opposizione. Ecco perché una corrente della Democrazia Cristiana dice: “Beh, vogliamo opporci a Tancredi? Aderite alla nostra” e l’altra dice: “Vogliamo opporci a Nisi? Aderite alla nostra”. Offrono una possibilità di cambiare. Anche perché cambiare con il più forte è più facile che cambiare con il più debole.

Quando il cittadino di Valle San Giovanni vuole cambiare una realtà, sa che deve rivolgersi, se vuole cambiare, ad un assessore, ad uno che vince, perché se si rivolge ad uno dell’opposizione non cambia niente. Ecco allora che, se uno vuole cambiare, deve stare dentro la Democrazia Cristiana, questo è quello che sostiene il democratico cristiano, l’amministratore, che così fa le liste, così diventa forte e così recupera tutte quelle posizioni che sta recuperando in questi giorni. Quindi la Democrazia Cristiana è out, sta facendo la sua lista, perché vuole cambiare, se vuole cambiare, ma dall’interno della Democrazia Cristiana. Quindi abbiamo già capito che il 66% dei cittadini teramani dice di voler cambiare, ma in realtà non vuole cambiare, perché vuole cambiare ma con la Democrazia Cristiana e quindi non vuole cambiare.

Adesso andiamo ad esaminare i socialisti. Vogliono cambiare? Dicono di voler cambiare, ma in realtà non vogliono cambiare, fanno una loro lista, si oppongono alla Democrazia Cristiana, vogliono cercare di ottenere qualcosa alla provincia, vogliono diventare un partito di governo anche nel consiglio comunale di Teramo, si augurano che, anche se la DC non scende sotto il 50%, qualche posto di assessorato glielo regalino ugualmente, barattando qualche altra cosa, ed allora ecco che anche i socialisti vogliono fare la loro lista, dicono di voler cambiare, ma in realtà non vogliono cambiare.

Chi altri? Il Partito Comunista? Il Partito Comunista dice di voler cambiare, ma in dieci di anni di opposizione ha mostrato di voler cambiare? No. Perché l’opposizione comunista dentro il consiglio comunale di Teramo ha portato allo scandalo di Colleparco, allo scandalo della Motorizzazione, allo scandalo delle Commissioni Urbanistiche. Quindi il Partito Comunista non vuole cambiare. Vedete che la fetta di chi vuole cambiare si riduce sempre di più. Vogliono cambiare anche gli ambientalisti a Teramo, che arrivano ciascuno da una propria storia. Nemmeno tutti sono ambientalisti, alcuni sono degli storici, alcuni degli innamorati di questa città. alcuni sono dei pannelliani… alcuni sono di altre…
Repubblicani e liberali si devono esaminare a parte, dicono di voler cambiare, arrivano da varie prospettive, però anche di questi bisogna andare ad esaminare se vogliono cambiare o no.

I liberali mostrano di voler cambiare? No, dicono di voler cambiare, ma non vogliono cambiare. Pannella ci ha detto poco fa: hanno voluto una propria lista, hanno voluto rincorrere, come hanno fatto, per vent’anni, un proprio consigliere comunale. L’ultimo pare che sia De Berardinis, quindici anni fa, venti anni fa, era già ottantenne all’epoca. Poi non ce n’è stato più un altro in consiglio comunale, e quindi vogliono cambiare? No, vogliono continuare a cercare di inserire un proprio uomo in consiglio comunale, quindi in definitiva non vogliono cambiare, vogliono continuare a far restare questa situazione. Il massimo della loro aspirazione è che ci sia un consigliere comunale liberale.

I repubblicani vogliono cambiare? Dicono di voler cambiare, ma come potete pretendere che possa voler cambiare un partito che, contando quattro voti, ha un vice presidente della Cassa di Risparmio? E come può voler cambiare un partito che, con quattro voti, manca un consigliere comunale, e una volta che poi lo ha conquistato, viene a fare accademia in consiglio comunale? Quindi, dicono di voler cambiare, ma in realtà poi è pacifico che non vogliono cambiare, fanno una loro lista. Vedete che la strada si riduce sempre di più, il numero di coloro che vogliono davvero cambiare questa città si riduce. 

C’è anche un gruppo di gente che vuole cambiare, quelli che abitano nelle frazioni. Noi in questi giorni stiano facendo una serie di servizi su come viene raccolta l’immondizia nelle frazioni, o meglio su come non viene raccolta l’immondizia nelle frazioni. C’è gente che vuole cambiare, vorrebbe vivere in maniera più decente, vorrebbe vivere meglio, vorrebbe essere omologata al capoluogo, vorrebbe non essere preda della mafia delle lottizzazioni, degli appalti, del cemento. Perché quando Marco dice che in questa città si vive nella paura, dimostra di aver capito una cosa reale, perché anche questa sarà ancora una volta un’elezione del ricatto, probabilmente. E allora se noi riduciamo sempre di più, nella lettura, il numero di quelli che vogliono cambiare, arriviamo anche a questa vicenda che è molta strana, perché evidentemente ci troviamo di nuovo di fronte ad un’altra realtà di gente che dice di voler cambiare, ma in realtà non vuole cambiare niente. 

  1. (1.continua)

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Commenti

Sui craxiani, sui liberali e sui repubblicani che volevano cambiare non riesco a trattenere una risata. Forse si riferivano alla lista della spesa da richiedere alla loro fidata Democrazia Cristiana. Pannella invece diceva di voler cambiare l'Italia e Teramo facendo l'anticomunista. Si occupava e preoccupava della fame nel mondo in funzione antisovietica, ma scomparsa l'URSS scomparvero, dalla sua agenda, anche i bambini che continuavano a morire di fame. Più recentemente e sempre per "cambiare", il capo radicale chiese un posticino nelle liste berlusconiane, ma non se ne fece nulla per la diffidenza di Fini e Bossi. C'è da dire che 24 anni fa nel Pci i comunisti erano già una rarità, ma l'atteggiamento degli altri partiti che a chiacchiere predicavano il cambiamento, mi ricorda il copione recitato dal Grillo urlante che a chiacchiere si dichiara diverso, ma nei fatti si dimostra funzionale alla conservazione dello stato di cose presente. Rispetto a 24 anni fa sono cambiati gli attori, ma il film è rimasto identico. Ventiquattro anni dopo, lo spazio lasciato dalle stampelle della balena bianca, dai liberali, dai repubblicani e dai socialdemocratici, sono stati riempiti dalle varie liste civiche a supporto degli eredi della Dc. Camaleonti della politica.