Stavo male.
Avevo mangiato troppo ma il sigaro era ben acceso.
Non avevo mangiato tanto... forse di fretta.
Avevo mangiato bene.
A Teramo si mangia bene, sempre.
Quasi sempre come con la politica.
Il sigaro mi aiuta insieme al mio amico di filosofia a guardare la nostra Teramo.
I vicoli e le viuzze. Amo la nostra città.
Una distrazione che mi corrompe.
Mi assorbe come i segni del tempo.
Rughe come letti di fiume in piena.
Poi due ombre, ferme, immobili, senza forme.
Un uomo e una donna.
Davanti al portone del tempio, della Cattedrale, scuotevano la testa come un metrometro.
Chi ha restaurato il Portone del Duomo?
Lei, alta, bionda vestita a macchie di leopardo e colori di fuoco.
Lui, fuco, giovane, vestito dei non ricordi.
Chiacchiere attente e rubate.
Maschere.
Lei " 1. La rimozione dello sporco, sedimentato negli anni, è avvenuta in modo grossolano e non approfondendo l’azione dinamica di asportazione: lo sporco è ancora oggi ben presente nelle zone intarsiate (trattasi di quelle zone completamente nere negli interstizi dei bassorilievi).
2. Appare palese una mancanza di uniformità nella pulizia: dal portone è stata rimossa la vecchia vernice ma senza utilizzare, successivamente, alcuna lana d’acciaio o carta abrasiva di grana sottile, il cui scopo sarebbe stato quello di eliminare le macchie derivanti dalla sverniciatura.
3. Altra questione rilevante e l’alterazione causata dall’esposizione al sole avvenuta durante l’intervallo di tempo trascorso fra la fase della sverniciatura e la lucidatura. Tutti ricorderanno che il portone è stato esposto al sole, senza alcuna protezione, per molto tempo.
4. Il portone sverniciato e non protetto, dopo questo lungo periodo di esposizione al sole, non è stato sottoposto a una rifinitura prima della fase della lucidatura.
5. La lucidatura è stata poi effettuata, ma in modo non uniforme e con inaccettabili variazioni di colore.
6. Le variazioni di colore sono la conseguenza delle questioni sopra elencate.
7. Fatto tecnicamente incomprensibile è la non rimozione delle colle e degli stucchi utilizzati (infatti tutti possono vedere, a oggi, la presenza di stucco in eccedenza negli angoli delle cornici e delle colle rimaste nel perimetro interno ad esse).
8. È avvenuta un’alterazione completa del colore reale del legno (NOCE): oggi abbiamo un colore molto più scuro derivante dall’uso di mordenti con tinta chiamata dagli addetti ai lavori noce antico.
9. Una nota interessante merita la rimozione delle viti metalliche. Queste erano da sempre ben visibili, quindi era prevedibile, in fase di progetto di restauro, la loro sostituzione con perni in legno, come poi è avvenuto. Questo prevedibile imprevisto sembra aver portato oltre il raddoppio della cifra già preventivata.
Il ragazzo ci guarda con la rabbia e le mani della gioventù. Di chi ama con passione viscerale.
I calli dell'amore.
Lui Desidero aprire un dibattito su come è stato realizzato il restauro del portone del duomo.
Personalmente reputo tale lavoro al quanto grossolano perché:
1-il portone è stato scurito profondamente alterando quello che è il colore naturale del legno (noce);
2 il portone si presenta di diverse tonalitá (a chiazze), invece di essere il più uniforme possibile;
3 nel portone vi sono presenti ancora le impurità della vecchia lucidatura (sono quelle parti nere che si trovano soprattutto intorno ai punti intagliati)
4 nel portone si evidenziano abbondanti stuccature senza essere state raffinate;
L'incuria curiale.
Il sigaro è finito. Non a terra.
Teramo...si.
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