Parliamo di giornalismo e potere.
Da un articolo di stampa, di certa stampa, http://www.certastampa.it/index.php?id=8&itemid=5962
e Abruzzo web www.abruzzoweb.it/contenuti/giornalismo-mieli-tifa-laquila-e-boccia-il-web--chiodi-cronisti-imparziali-una-minoranza/524017-360/ risulta che lei avrebbe affermato, “il giornalismo dei blog non è libertà di informazione, dare migliaia di notizie significa non dare nessuna notizia, il giornalismo deve gerarchizzare le notizie, il compito del giornalista è quello di dare un valore alle notizie, raccontare la realtà scegliendo i fatti che devono essere raccontati, non tutte le notizie sono uguali, perché la realtà non è fatta di eventi uguali, devono essere i giornalisti a scegliere, gerarchizzare e raccontare"…mi sembra un pezzo decontestualizzato e strumentale .
1. La comunicazione dei blogger riconosciuta in ogni parte del mondo, sempre più contro informazione e specchio fedele di una realtà ovattata da penne ingessate e in crisi di editori, non potrebbe essere definita come uno stimolo per la Politica, il Giornalismo e la Giustizia?
1.
Rispondo volentieri alle sue domande, nel senso che, intendevo dire e ho detto,che accanto al giornalismo dei blogger, che per me vale quanto quello dei giornalisti iscritti all’albo (non faccio nessuna differenza fra i due), ci deve essere una attività di investigazione e di ricerca che sia finanziata.
Perché se io devo affrontare un caso come quello del Kazakistan, devo poter mandare dei giornalisti in Kazakistan o dei blogger (perché non faccio alcuna differenza) in ogni parte del mondo, devo poterli pagare per tutto il tempo che a loro sarà necessario per svolgere l’inchiesta e se viene a mancare questa possibilità, viene a mancare una risorsa importante, che ha contraddistinto tutti i casi più rilevanti che sono esplosi negli ultimi cento anni.
Nei casi più rilevanti degli ultimi cento anni, non bastavano, almeno nella stragrande maggioranza di questi casi, le volontà di singoli individui, ma ci voleva un lavoro organizzativo e finanziato per fare questa inchiesta.
Chi può finanziarlo (a parte dei Mecenati e dei generosi) deve essere una persona che abbia un interesse editoriale.
Le inchieste devono essere fatte da giornalisti o blogger che guadagnino e che vengano riconosciuti meritevoli, solo queste attività retribuite possono fare quel di più di informazione, che è necessaria per vincere importanti battaglie.
Inoltre penso, che ci vuole una gerarchizzazione, stabilita dal mercato o da chi crede a delle notizie, perché è vero, questo lo penso, che se uno da in un giorno un miliardo di notizie, è come se non ne desse nessuna . L’importante è la tenacia per battere e ribattere su un tasto e l’autorevolezza per dare la gerarchia delle notizie, per dire qual è a prima, qual è la seconda, qual è la più importante.
Poi il pubblico sceglierà magari che il giornalista autorevole o che il blogger autorevole, ha detto che quella è la prima, quella è la seconda, quella è la terza, il pubblico potrà scegliere che la terza è più importante della prima, ma una proposta delle gerarchie è molto importante. Ben inteso, penso che i blogger e i giornalisti siano la stessa cosa, se ho fatto una distinzione terminologica è perché pensavo ai giornalisti come alla generazione precedente a quella dei blogger, ma oggi mi rendo conto che un blogger combattivo può essere più efficace di mille giornalisti.
2.Giornalisti come Giuseppe D’Avanzo e il senso dell’inchieste, nascono dal sottotetto delle strade, dal rapporto con la gente, dal sudore delle carte, dal mestiere del passeggio. Nel nostro immaginario il giornalista è una puttana da marciapiede, che ascolta, vede, sente, parla, si confida, scrive e denuncia.
Le fonti come unica risorsa e come passione viscerale. Oggi i giornalisti su internet aspettano il comunicato stampa e poi copia e incollano di un mestiere diventato simile ad altri.
La Politica dovrebbe temere il giornalismo e non il contrario.
Un equilibrio di rispetto e di rigore. Oggi i giornali appaiono come organi di partito e di schieramento.
La crisi dell’editoria è per mancanza di un vero editore, di giornalisti o di lettori?
2
Parto dall’inizio.Giuseppe D’avanzo era un giornalista a cui dei giornali prima Repubblica poi il Corriere della Sera, pagavano uno stipendio, dei viaggi, dei pernottamenti.
Poteva fare le sue inchieste grazie al suo indubbio talento, ma grazie al fatto che c’erano delle strutture editoriali, che credevano in lui e lo retribuivano per il lavoro che faceva. E’ fondamentale che esistano delle strutture editoriali, che siano alle spalle e che paghino i giornalisti in cui credono.
Quindi queste strutture, per non essere finanziate da editori impuri (cioè dalla politica, dalla finanza e quindi prendere il giornalista o il giornalista di internet per un servitore) devono essere fatte da editori che guadagnino con la loro impresa editoriale. Insisto su questa cosa del guadagno, perché produrre ricchezza, è una risorsa importante per la libertà e la democrazia.
Solo chi guadagna può mettere a disposizione dei soldi, che sostentino questi giornalisti o blogger.
Se non guadagni vuol dire che ci sarà un diverso tipo di padrone che ti pagherà e quello, farà quel giornalista di copia e incolla, di cui alla domanda. Se il mio padrone è un imprenditore o uomo politico io dovrò fare un copia e incolla per il padrone o l’uomo politico che mi paga e che mette i soldi.
Noi dobbiamo capire quindi che, strutture editoriali che siano capaci di guadagnare e tenere in vita delle persone che hanno bisogno di mangiare a pranzo e a cena, di mandare a scuola i figli a scuola etc.. sono fondamentali per la libertà di informazione. Non dobbiamo pensare che il giornalismo si faccia gratis e spesso è come se lo pensassimo.
Quindi bisogna inventare modi di essere dei giornali (carta, internet, televisione o digitale) come si vuole, ma che producano guadagni, ricchezza,che producano persone che paghino per avere quella informazione. Una delle cose più pericolose del mondo di internet e forse anche del mondo dei blogger è che sta facendo passare un idea, che tutto è gratis, che è un mondo che si frequenta, che si fruisce e si pratica gratuitamente. Io sono convinto che il gratis non porti lontano. Ci vuole una capacità di stare nel mercato e di retribuire le persone, blogger e giornalisti che fanno le inchieste.
3.Oggi protestiamo per una sanità di eccellenza, per la distanza sempre più marcata tra Politica, giornalismo e cittadini. Perché i giornalisti si sono dimenticati di rappresentare la voce degli ultimi, ma rammendano di cucire gli abiti ai politici?
3. Lei che mi sta ponendo questa domanda non è una persona ad ogni evidenza che rammenda o cuce abiti ai politici ed è la dimostrazione pratica che Italia c’è una grande libertà, perché noi possiamo avere un confronto sereno e non ho difficoltà a rispondere alle sue domande.
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