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I Vandali a Teramo

di Miss Marple
4 minuti

C'era una volta una città. Caruccia. Con un bel Duomo austero. Un corso bruttarello. Dei portici dove correva il chiacchiericcio e si arrampicava su per le colonne. C'era una volta una città sonnacchiosa. Pure un po' addormentata. Dove non succedeva mai niente. Qualcuno teneva ancora la chiave del portone infilata nella toppa, pensa un po'. C'era una volta una città che adesso non c'è più. Al suo posto c'è adesso un'altra città. Con un bel Duomo scolpito da una luce firmata. Un corso bruttarello e ancora più vintage di allora ma chi se importa  tanto ce lo rifacciamo bello bello, con un progetto ed un concorso di idee, mica così tanto per fare. Lo zoccolo duro di quelli che spettegolavano sotto ai portici del Caffè Fumo non c'è più; adesso seduti al Caffè Grand'Italia si respira un clima più elegante. Nel gazebo ci sono tavoli habillè e lampadari di vetro colorato. Il chiacchiericcio si nobilita. La città non sonnecchia più tanto e non solo perché è piombata ad avvolgerla con le sue ali grandi, candide e piumose la CULTURA, quella vocazione che covavamo da decenni e non sapevamo come aiutare a fare uscire dall'uovo, tipo un pulcino ostinato. Il fatto è che sono usciti in giro un mucchio di idioti. Arroganti. Spavaldi. Con il dono di re Mida declinato al rovescio nelle mani: la distruzione è la loro potenzialità inespressa nel quotidiano e che si fa largo a spallate nelle occasioni studiate. Idioti.

Quelli che tengono in ostaggio, il sabato pomeriggio in centro storico, lo struscio dei teramani. Quelli che si avventano sulle bici del bike sharing e le prendono a calci fino a che non diventano un mucchio di ferraglia contorta. Quelli che vanno “a fare danni” in un bar, frequentato da una parte politica piuttosto che da un'altra, cappucci calati sul viso e mazze in mano a sfondare la vetrina, e già che ci si trovano mettono in mezzo anche la madre del titolare che sta riassettando il locale come fa a quell'ora la gente per bene con un lavoro per bene. Quelli che ieri notte si sono prodotti una nuova, eccitante performance da idioti. Fuori fa freddo, quello pungente del dopo neve diventato all'improvviso molle con la pioggia. E' notte. Una notte che ti porta dritto allo spirito del Natale di Topolino come da cartoon di Walt Disney e chi sa mai se qualcuno ce li ha portati quando i vandali erano piccoli, perchè anche i vandali sono stati piccoli, al cinema a vederlo o magari lo vedevano sul divano di casa, in cassetta. I vandali si organizzano la serata. Corso San Giorgio. Parallele e traverse. Tracciano un reticolo di azione. I vandali lanciano nella notte slogan spavaldi e cori.

Un atteggiamento sprezzante che rimanda ad altre scene di altri anni che ci rassicurerebbe poter pensare di aver archiviato per sempre. Confondono colori e ideologie perchè la stupidità ed il vandalismo non conoscono né colore né ideologia. Sono tali e basta. Certificati. Una notte brava, anzi da bravi vandali quella in atto. Stupidità. Assenza di cultura. Violenza nuda e cruda, di quella che sfascia. Energie evidentemente mal canalizzate. Vasi infranti per terra. Addobbi natalizi distrutti così come sono distrutti i mastellini del porta a porta. Sportelli dei contatori del gas scardinati. Se inciampano in un motorino o una macchina non li schifano certo e ce n'è anche per loro. Le telecamere, questo però sfugge ai vandali sciocchi, sono occhi bui. Che fissano scatti. Qualche testimone oculare si somma. A Digos e Carabinieri non occorre troppo tempo per identificare la stupidità di sei di loro e dargli un nome anche sulla scia di una mancata autorizzazione alla manifestazione in programma per ricordare il 23 dicembre dello scorso anno e i fatti dell'Haeven. Danneggiamento aggravato è la denuncia. Destinatari sei vandali ottusi. Per gli altri, tempo al tempo. Amarezza. Tanta. Un retrogusto di rabbia. Ci manca quella città che c'era una volta e che non c'è più. Perché la stupidità violenta e feroce dei vandali non apparteneva al suo dna. 

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Commenti

Non ci sono commenti da fare . Il problema fondamentale è l'educazione al senso civico al collettivo come personale. Per far questo bisogna educare anche e sopratutto con gli esempi." La violenza chiama violenza" ormai un filo di Arianna nei miei ragionamenti. Violenza non intesa solo e comunque come fisica, la violenza quella più sottile, quella che fa male è quella degli atteggiamenti, delle parole date in un certo modo o non date. Teramo era una città civile...

@Caro Pasquale sono con te.

oramai mi ritrovo, ed intendo nella società intera, a dover capire... a dover capire "che sono ragazzate...", a dover capire "che bisogna analizzare le ragioni recondite che determinano questi gesti....", a dover capire "che i ragazzi di oggi non hanno più valori, nè ideali....", a dover capire che "le cause del substrato culturale determinanti l'insoddisfazione madre di...etc. etc...", a dover capire "che non si può rovinare la vita di un ragazzo per un gestucolo casuale e sconsiderato, anche se contro legge....", a dover capire "che è la mancanza di una giusta alternanza politica a determinare l'inoddisfazione..etc. etc..", a dover capire "che la colpa, se c'è, è sempre di qualcun altro...". Io, a 44 anni, dopo una vita di rispetto, mi ritrovo a dover capire tuto questo, e tanto, tanto altro. Mi chiedo, però: come mai nessuno pare comprendere il perchè io vorrei essere libero di lavorare, di pagare le giuste tasse, di ottenere i giusti servizi, di rispettare i doveri e di pretendere i diritti, di essere libero, il sabato pomeriggio, di poter passeggiare per il centro cittadino senza timore alcuno? Ma a me, che devo capire sempre tutto, alla fine, chi mi capisce?
Mi permetto cortesemente di rispondere all'articolo di tale Miss Marple(ki fa parte di questo sito a mio avviso dovrebbe anke firmarsi, ma va be nn veniamo poi a parlare di arroganza,spavalderia o altro...)dicevo volevo rispondere al suo articolo nn tanto x quello ke ha detto giustamente sui noti fatti accaduti di recente ma bensi' sul suo modo a mio avviso inaccettabile di attacare la nostra citta' dal punto di vista architettonico(vedasi 'corso bruttarello' 'duomo austero' ecc...).Mi sembra quasi con questo suo articolo ripeto come sempre non firmato o firmato con un nome di fantasia, oltre a voler bacchettare in maniera violenta chi di dovere e da quel punto di vista potrei anche essere d'accordo con lei,voglia pero' sminuire come spesso vedo anche in altri siti il valore e le capacita' architettoniche della nostra citta' e questo ripeto a mio avviso non va bene...In altre citta' da quel che posso vedere si fa sempre di tutto per portare in alto quel poco o tanto di bellezze architettoniche che si possiede,impariamo da questi signori,ripartiamo anzi PARTIAMO da qui, perche' e' giunta l'ora da chi ci sta ahime' gia' un po' troppo avanti di far capire che non siamo poi come si dice cosi' ottusi e sonnacchiosi tutt'altro... e basta con le lotticine per screditare questo o quello,tutto cio' non serve proprio a nulla...
Caro Leopoldo, "Bel duomo austero". Sul significato di “bel” penso ci siano pochi dubbi. Sul significato di “austero” ricorriamo al rispettabile Garzanti: 1 rigoroso nell'osservanza del dovere: un'austera disciplina; un uomo di austeri costumi | che non concede nulla al superfluo: vita austera; arredamento austero | che ispira soggezione e rispetto; grave, solenne: un volto austero; l'austera bellezza del luogo 2 (non com.) aspro, duro | vino austero, robusto e lievemente aspro | clima austero, inclemente, rigido L'austerità credo sia un carattere architettonico e non un parametro qualitativo. Sulla bellezza del Corso, se l'architettura non è solo culto della memoria ma anche della bellezza, mi dica lei se trova (senza nulla togliere a scorci e particolari di gran gusto) nel Corso un'opera bella nel suo complesso. Mi sembra invece, e mi perdoni Miss se l'impeto mi fa prendere le sue parti, che nell'incipit di questo articolo ci sia la bellezza di un'impalcatura ironica. Il paragone per nulla ardito tra la cultura detta e quella manifesta. In altre città, come lei dice Leopoldo, si fa di tutto per portare in alto quel poco che c'è. C'è chi in mano ha un foglio di carta e una penna, e con questi strumenti fa il suo dovere. C'è chi in mano ha una poltrona di Sindaco, Assessore o, comunque, servitore del popolo, che con gli strumenti del Progetto dovrebbe valorizzare l'Architettura. Xkè l'Architettura è fatta di idee, progetti, mattoni, restauri, bellezza.
x lo stilita: viviamo in un paese democratico o almeno sulla carta dovrebbe essere cosi' ma nei fatti ho i miei dubbi,comunque se e' vero che c'e' la liberta' di espressione e' anche vero che ognuno e' libero di esprimere cio' che pensa con la massima correttezza sempre e comunque, e non c'e' bisogno che intervengano persone a prendere le difese(difese poi per che cosa???) di qualcuno che a mio giudizio ripeto ma e' un mio parere ha scritto delle cose su cui non mi trova affatto d'accordo.Avrei preferito invece che tale Miss Marple anche con una breve ma esauriente risposta ribattesse al mio concetto sia esso giusto o sbagliato, ma su questo una risposta definitiva credo nessuno potra' mai darla...Caro stilita prima di scrivere o rispondere a certe mie considerazioni ci rifletta piu' volte e soprattutto utilizzi un linguaggio un po' piu' semplice cosi' che tutti siano in grado di capire quello che era il suo concetto...Sembra quasi fosse un giochino per far capire a pochi quello che effettivamente voleva scrivere.A casa mia si dice brevi coincisi e compendiosi ma con tanta estrema semplicita' di linguaggio.Un saluto
Gentile Leopoldo, la democrazia latita, ma già esercitarla in questi luoghi è un ottimo esercizio di civiltà, sono con lei. Non faccio l'avvocato di Miss Marple, semplicemente mi trovavo così vicino alla sua visione da averne, forse impropriamente, preso le parti. Mi dispiace essere stato contorto ma le assicuro, non volevo essere capzioso. In due parole, non credo che l'articolo fosse una critica gratuita all'architettura teramana. Il nostro Duomo è austero e bello in quanto tale, nella sua essenzialità imponente. Sul Corso: alcuni edifici degni di nota, un arredo urbano modesto, molti edifici lasciati alla loro sorte. A mio avviso l'aspetto complessivo non è quello di una passeggiata curata con stile. Detto tutto questo, sono con lei sulla necessità di impegnarsi in prima persona per valorizzare il poco che abbiamo. Se oggi vivo ancora a Teramo, e in Italia, è per questo. Un caro saluto
Per Leopoldo. A proposito, Leopoldo chi? Il gran duca di Toscana...leopoldo mastelloni..oppure leopoldo pirelli? visto che si parla di declinare le proprie generalità tipo interrogatorio in commissariato... Mi spiace che evidentemente guardiamo la lingua italiana da un diverso angolo di cielo. Austero non è inteso come una critica e con grande eleganza e padronanza lo spiega Lo stilita, quindi non mi dilungo, ed in ogni caso te ne dà la giusta contezza e conferma l'uso del vocabolario. Ad ogni modo, felice di avervi incontrati sul mio cammino, per la forza che ha il confronto tra le persone. Anche quelle che magari non si stimano o con cui non ci si incontrerà mai su alcun piano. E' sempre e comunque un arricchimento.
Evidentemente mi da ragione gentile MISS MARPLE,se nn si firma,il mio nome comunque e' Leopoldo Di Egidio e sono un teramano doc.Con le sue prime 3 righe scritte nei miei confronti ha dimostrato la sua pochezza.Non credo verra' inserito questo articolo ma nn fa niente se cio' non accadesse, lo dico e lo ripeto viviamo in un paese democratico e se uno ha i cosiddetti attributi come ha detto e dichiarato al sottoscritto si FIRMA senza alcun problema con nome e cognome...Io per il resto ero e rimarro' sempre della mia opinione sul suo articolo assai poco carino verso la nostra comunque piccola ma graziosa cittadina.Un saluto

Caro Leopoldo il tema dell'articolo era I Vandali a Teramo e non indovina Chi è Miss Marple. Un giorno la inviterò a prendere un caffè con noi e sarò curioso di misurare il suo essere un leone da tastiera e nella vita.. Immagino. Con la cordialità di sempre.

Gentile sig. Falconi, lo so che l'articolo sul quale io ho espresso un mio giudizio riguardava ben altro argomento cosa da me fatta nel mio primo intervento,ma il sentirsi dire LEOPOLDO CHI??? ECC.ECC. be' solo questo mi ha spinto a ribattere a una sua credo collaboratrice,ma evidentemente ripeto mancano i giusti attributi cosa che io grazie a Dio anche essendo un uomo di sicuro ho...con questo la saluto cordialmente

Caro Leopoldo sono sicuro che lei sia un uomo. Mio nonno mi ha insegnato che devono essre gli altri aa attibuir e mostrar la stima. Ma nel suo caso e con la paura, che mi voglia mostrar gli attributi, son felice di darle ragione. Lei è un uomo, ma la donna rimane Regina e Re.