Tre sostantivi: scandalo, vergogna, schifo.
Due mesi fa, il 28 settembre scorso, il Consiglio regionale dell’Abruzzo approvava una legge vergogna nel silenzio degli organi di informazione.
Vi faremo sapere nominativamente coloro che hanno approvato tale scempio, ma dall’assenza di polemiche ci sembra di poter azzardare che ci sia stato il consenso unanime di tutti i consiglieri regionali (attendiamo smentite).
Venerdì scorso, però, il Consiglio dei Ministri ha fatto tana a Chiodi e soci ed ha impugnato la legge scandalo dinanzi alla Corte Costituzionale.
Come è noto, ai sensi dell’art. 9 comma 28 del D.L. n. 78/2010 gli enti pubblici (ivi comprese le regioni) “possono avvalersi di personale a tempo determinato o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 50 per cento della spesa sostenuta per le stesse finalità nell'anno 2009”.
L’art. 14 commi 7 e 9 del medesimo decreto legge impone la riduzione percentuale delle spese di personale e fissa dei limiti assunzionali obbligatori.
Cosa fa la Regione?
All’art. 3 comma 2 della legge n. 48 del 28.09.2012 stabilisce che “non si considerano le spese per il personale di cui alla L.R. 9 maggio 2001, n. 17 "Disposizioni per l'organizzazione ed il funzionamento delle strutture amministrative di supporto agli organi elettivi della Giunta regionale" e al Titolo II della L.R. 9 maggio 2001, n. 18, nei limiti degli organici e della spesa ivi previsti”.
Cosa significa?
Che vengono salvate dalla mannaia almeno 50 o 60 unità (faccio una stima prudenziale) di personale assunte a supporto degli organi politici (Presidente, Giunta e Consiglio).
Trattasi:
1) degli uffici di diretta collaborazione del Presidente Chiodi;
2) delle segreterie dei componenti della Giunta (Assessori);
3) della segreteria del Vice Presidente della Giunta;
4) delle segreterie del Presidente del Consiglio;
5) delle segreterie dei Componenti l’Ufficio di Presidenza;
6) delle segreterie dei Presidenti delle Commissioni;
7) delle segreterie dei Gruppi consiliari;
8) della segreteria del Difensore Civico.
Questi lavoratori a tempo determinato, faccio un calcolo grossolano, costano alla collettività qualcosa come 3 o 4 milioni di euro l’anno.
Soldi ampiamente risparmiabili se solo si utilizzassero agli stessi fini le centinaia di dipendenti a tempo indeterminato che la regione mantiene senza alcuna mansione o incarico.
Purtroppo per Chiodi il governo Monti si è accorto dello scempio e con delibera del Consiglio dei Ministri del 30 novembre (tutta da gustare al seguente link: www.affariregionali.it/Normativa/EsameLeggiRegionali/SchedaLegge.aspx) ha impugnato la legge regionale citata, con le seguenti motivazioni:
“La disposizione in esame nell’escludere le spese derivanti dai rapporti di lavoro instaurati presso gli uffici alle dipendenze degli organi elettivi della Giunta e del Consiglio regionale dall'applicazione delle disposizioni di cui agli artt. 9, comma 28, e 14, commi 7 e 9, del decreto legge n. 78/2010, contrasta con le stesse disposizioni statali il cui dettato è specificatamente finalizzato al contenimento della spesa per il personale. (…)
La disposizione regionale in esame, non richiamando il suddetto limite assunzionale, contrasta con il predetto art. 9, comma 28, del DL n. 78/2010 e, pertanto viola il principio costituzionale di cui all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, che riserva allo Stato il compito di fissare i principi di coordinamento della finanza pubblica. Inoltre si rileva che l'art. 14, commi 7 e 9, dello stesso decreto legge n. 78/2010 , stabilisce che "Ai fini del concorso delle autonomie regionali e locali al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, gli enti sottoposti al patto di stabilità interno assicurano la riduzione delle spese di personale" e che con decorrenza 1° gennaio 2011, con riferimento alle cessazioni verificatesi nell'anno 2010,
"È fatto divieto agli enti nei quali l'incidenza delle spese di personale è pari o superiore al 40% delle spese correnti di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale; i restanti enti possono procedere ad assunzioni di personale nel limite del 20 per cento della spesa corrispondente alle cessazioni dell'anno precedente".
Pertanto la disposizione regionale, non prevedendo la riduzione delle spese del personale previste dall' 14, commi 7 e 9 del citato decreto legge n. 78/2010, viola i principi di buon andamento e imparzialità di cui all'art. 97 della Costituzione nonché il principio costituzionale di cui all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, che riserva allo Stato il compito di fissare i principi di coordinamento della finanza pubblica.
Per i motivi esposti la disposizione regionale indicata deve essere impugnata dinanzi alla Corte Costituzionale ai sensi dell'art. 127 della Costituzione”.
Nell’attesa di conoscere le decisioni della Corte Costituzionale in merito all’impugnativa governativa, mi pregio di invitare Chiodi e i consiglieri regionali responsabili della vergogna sopra descritta ad evitare ogni commento, a presentare formalmente e succintamente le proprie dimissioni, nonché ad evitare l’uso delle seguenti locuzioni: risparmi, Regione virtuosa, senso di responsabilità, morigeratezza, uso oculato delle risorse pubbliche.
Consentite invece: uso occultato e illegittimo dei soldi dei cittadini, risorse sottratte alle persone deboli ed alle categorie disagiate, marchette politiche in favore della vasta corte dei miracoli.
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Commenti
Caro Christian, ti chiedo scusa per le immagini a corredo del tuo splendido articolo, ma è questo che mi è arrivato. Mi prendo le mie responsabilità. Nel frattempo continuo a scandalizzarmi.
Grazie.
Sto per inoltrare alla Polizia Postale la richiesta per rintracciare il gentile anonimo, almeno il suo PC.
A breve sarà motivo di un mio articolo. Buon pomeriggio.