Che i sondaggi siano uno strumento di studio della pubblica opinione è un dato acquisito. Ma la strumentalizzazione della lettura dei dati può rivelarsi un boomerang che finisce per colpire proprio colui che vorrebbe beneficiare di un positivo ritorno di immagine.
Se avessi commissionato io il sondaggio su Brucchi, mi sarei tenuto gelosamente i risultati chiusi nel cassetto e ne avrei fatto tesoro per impostare una campagna elettorale all’insegna della rincorsa degli elettori che nel 2009 votarono per Brucchi, ma che oggi non lo voterebbero più.
Il dato più rilevante che salta agli occhi è che 4 cittadini su 5 (il 76,7%) si siano rifiutati di rispondere al sondaggio (3915 rifiuti su 5103 contatti). Se quasi l’80% dei contattati ha manifestato una chiusura preventiva alle domande, non sarebbe esatto dire che costoro abbiano mandato a quel paese il Comune e il sindaco, ma di certo si può affermare che la stragrande maggioranza abbia provato disagio di fronte alla richiesta di giudicare l’operato dell’Amministrazione comunale, sia perché ne è scontenta, sia perché ne è schifata, sia perché sente l’argomento come repellente.
Quei 4 cittadini su 5, se ne può essere certi, non sono affatto orientati a votare Brucchi la prossima primavera. E questo, se suona come il campanello dell’ultimo giro per la Giunta in carica, non può che leggersi come una sonora bocciatura del sindaco e di chi lo ha coadiuvato e sostenuto.
Paolino Tancredi, ex coordinatore provinciale del Pdl e attualmente coordinatore di se stesso, ha commissionato il sondaggio alla società Digis, e invece di farsi drizzare i capelli sulla testa quando ha letto gli esiti, ha scelto l’allegria illustrandone i risultati alla stampa con queste parole: “I teramani sono soddisfatti della loro amministrazione. Un’amministrazione che ha lavorato e che è stata capace di accrescere il consenso”. Accrescere il consenso? Certo. Se i conti li facciamo come un alunno ripetente di terza elementare completamente negato per la matematica.
Se invece i conti si fanno con un minimo di cognizione, i risultati sono agghiaccianti. Fra i pochi che hanno risposto, il 64% ritiene positivo l’operato del sindaco (il 36% lo giudica negativo), mentre alle elezioni comunali del 2009 Brucchi raccoglieva il 57% dei voti. La percentuale dei cittadini che rivolterebbe Brucchi è pari al 61,1%.
Bene. Considerato che il 76,7% dei contattati non ha voluto rispondere, se ne deduce che il solo 23,3% ha espresso il suo giudizio. All’interno di questo 23,3%, una percentuale del 64% degli intervistati ha dichiarato il proprio favore per la gestione Brucchi. Un maestro elementare spiegherebbe gratis a chiunque come calcolare la percentuale di un’altra percentuale, in questo caso come ponderare il 64% del 23,3%. Basta moltiplicare 0,233 per 0,64: il risultato è 0,149, che significa che il 14,9% dei contattati si è espresso favorevolmente nei riguardi della gestione Brucchi. Moltiplicando 0,233 per 0,611, invece, si ottiene 0,142, che vuol dire che il 14,2% dei contattati rivoterebbe Brucchi nella primavera 2014.
Considerazioni. Un maestro elementare che si fosse sentito dire dall’alunno Tancredi che il sindaco “è stato capace di accrescere il consenso” perché la cifra del 64% è maggiore di quella del 57% di voti effettivi raccolti nel 2009, avrebbe bacchettato l’alunno e l’avrebbe messo in castigo dietro la lavagna, ordinando al resto della classe di ripetere in coro ad alta voce che il 64% del 23,3% di effettivi rispondenti, corrisponde al 14,9% del totale.
A questo punto l’alunno discolo potrebbe rispondere al maestro che se effettivamente alle elezioni comunali 2014 non si recasse a votare quello stesso 76,7% che si è rifiutato di rispondere al sondaggio, allora quel 64% di consensi sarebbe la reale percentuale dei voti che Brucchi potrebbe in effetti raccogliere. Ma il maestro, pur apprezzando l’arguzia, dovrebbe ribattere che mediamente la percentuale degli aventi diritto che si reca a votare per le comunali è del 75%, per cui è statisticamente impossibile che i votanti si riducano al 23,3% nel 2014.
Conclusioni. Brucchi parte da una base del 14,9% di contattati che giudica positivamente il suo operato e da una base del 14,2% di contattati che lo rivoterebbe nel 2014. Ad oggi, l’85,1% dei contattati dal sondaggio o non ha voluto rispondere o ha giudicato negativamente la gestione Brucchi.
Infine, da segnalare come esilaranti le risposte date dagli intervistati alla seguente domanda: “Qual è l’intervento più importante realizzato dalla Giunta Brucchi per la qualità della vita cittadina?”:
– il 38,77% avrebbe risposto il Lotto Zero (la maggioranza relativa dei cittadini rispondenti è ancora convinta che sia stato il Comune a costruire il Lotto Zero, quando è vero l’esatto contrario, e cioè che non ci ha messo nemmeno un centesimo di euro. È bene ribadire che il Lotto Zero è stato fatto dall’ANAS e se fosse stata un’opera a carico del Comune sarebbe rimasta sulla carta per ulteriori decenni);
– il 20,4% avrebbe indicato il Recupero del Teatro Romano (magari ci fosse stato! Ad oggi ancora non si recupera nulla, forse i cittadini pensavano al teatro romano di Lecce, quello si recuperato!);
– il 17,3% avrebbe indicato la Nuova Farmacia Comunale (quella che Brucchi voleva collocare a Villa Pavone, salvo spostarla a Colleatterrato dopo essere stato seppellito da oltre 1.400 firme raccolte dal consigliere Valdo Di Bonaventura);
– il 16,8 % avrebbe indicato la realizzazione del parcheggio di Piazza Dante (vero scandalo che impedisce qualsiasi percorso pedonale fra la piazza e viale Mazzini, ha sventrato immotivatamente il sottosuolo con la beffa finale del piano a raso che avrebbe dovuto essere adibito a giardino e invece è un ulteriore parcheggio);
– il 6,8% ha indicato i progetti Ipogeo e Arca (sull’Ipogeo l’educazione mi impedisce di tacere la mia opinione).
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