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Django, Tarantino e la Politica

di Christian Francia
3 minuti

Sono andato a vedere “Django unchained”, l’ultimo film di Quentin Tarantino, e mentre mi godevo l’interpretazione (fra gli altri attori) di Leonardo Di Caprio pensavo a Teramo e al professor Serpentini.
Nella sua villa di americano del sud, bianco e schiavista dell’800, Di Caprio spiega ai suoi commensali la propria inquietudine per il fatto che un “negro” di proprietà della sua famiglia abbia accudito per decenni suo nonno e suo padre, tagliando loro la barba tre volte la settimana, senza mai decidersi a compiere il gesto che lo stesso Di Caprio avrebbe compiuto se si fosse trovato nei panni dello schiavo: tagliare la gola ai propri padroni.

Per darsene una ragione Di Caprio esibisce il cranio dello schiavo di famiglia, a suo tempo deceduto per anzianità, che conserva in una borsa, e con una sega ne rimuove una porzione nel lato posteriore al fine di mostrare ai commensali come la ragione di tale imperitura rassegnazione risieda in tre fossette craniche che indicherebbero come il servilismo sia insito nei geni del popolo nero.
La scena mi ha ricordato subito le parole di Serpentini, il quale giustamente si è di recente rammaricato di quanto sia drammatica la situazione della città di Teramo, e ciò a cagione del fatto che i teramani non siano mai stati capaci (salvo il manipolo degli insorti di Bosco Martese) nel corso dei millenni di fare una rivoluzione, una rivolta, finanche una semplice sommossa. Niente.

Sempre uguali i teramani, servili fino alla fine, pronti a subire qualsiasi angheria con spirito di immutabile rassegnazione.
Non può sfuggire come, dinanzi ad un popolo talmente remissivo, la classe politica si sia abituata da tempo ad infierire sul corpo martoriato della cittadinanza allo stesso modo degli schiavisti americani che torturavano i propri schiavi con frustate e violenze di ogni genere.
Fino a quando la reazione della città non sarà altrettanto cruenta nei confronti dei propri carnefici, essi continueranno ad abusare della pazienza dei cittadini, defraudandoli di ogni diritto, di ogni risorsa, di ogni dignità.

Ma non c’è peggior schiavo di chi sa solo servire e disdegna finanche l’idea di poter aspirare a qualsiasi libertà, che anzi rifugge.
E allora che schiavitù sia, ma per favore che nessun servo si lamenti della propria condizione di minorità, perché le catene sono state spezzate da tempo e le palle al piede restano solo mentali.

Per cui se a guidarci sono degli incompetenti, affaristi, imbroglioni, bugiardi e ipocriti è perché il nostro servilismo ci spinge ineludibilmente a votarli e rivotarli.
Non piangiamo mentre ci facciamo frustare, mentre ci facciamo derubare il futuro, mentre ci facciamo stuprare la città e la regione: cerchiamo almeno di fare la faccia allegra del masochista, cerchiamo almeno di far sembrare che le frustate ci fanno godere e che il declino di Teramo e dell’Abruzzo è il migliore fra i possibili destini.



 

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Commenti

La maggioranza dei cittadini teramani e' privata di ogni partecipazione consapevole alla determinazione del proprio futuro.Caro Christian ti vedo benissimo in una squadra di persone capaci e oneste ad amministrare la nostra citta'.Ottimo articolo. Grazie.
La pseudoscienza che rintraccia le origini caratteriali nella formazione cranica si chiama frenologia. Fu la base del nazismo prima di essere ridicolizzata e bandita da qualsivoglia livello scientifico. Eppure in Italia fu ripescata dal professore della Lega Miglio che, dall'alto della sua ineccepibile sapienza, diceva che la razza meridionale aveva caratteristiche somatocraniche ben precise ed individuabili. Non preoccupa tanto il potere quanto la capacità degli uomini (degli italiani in particolare e dei teramani ancora di più) di sopportarlo. E, di più, preoccupano quelli che non solo lo sopportano ma lo supportano con i loro pareri, con le loro energie, con le loro finanze, con le loro scelte. E, sopra ogni cosa, col crederci.
Non ho avuto modo di vedere "Django unchained", vorrei fare comunque i complimenti a chi ha raccontato le frasi della scena del film, molto toccante, ricollegando con il pensiero le parole del professore teramano che descrive la situazione della nostra città ed aggiungo: tante città come Teramo fanno l'Italia...poveri noi... tante persone normali anche se appartengono alla categoria degli "schiavi" hanno la fortuna però di poter decidere senza costrizioni di nessun genere cambiare le sorti dell'Italia. Cioppy
Sarà un caso che mio zio Gabriele Melozzi fu ucciso a Bosco Martese...
Sarà un caso? Di sicuro non è un caso la sua costante procedura autopoietica al limite del decente. Utilizzare i meriti dei parenti per autoreferenziarsi è davvero raccapricciante.
forse tuo nonno non ha combattuto per referenziarti
Ho appena letto il suo articolo. Mi complimento per l' attenta analisi di una città che sta morendo con il consenso di una cittadinanza. Ultimo agnello che si sta portando al patibolo, grazie all' oblio e all'indifferenza di una città , e l 'Istituto Braga. Mi rivolgo a Lei, che con la sua arguta osservazione sa come sollecitare e solleticare l' animo umano dormiente. Complimenti e congratulazioni.
Purtroppo è un'altro tassello che inevitabilmente scomparirà da questa città . Come ha ricordato il sig. anonimo un'altro pezzo di storia segnerà negativamente l'operato di una classe dirigente incapace di difendere quello che resta di una piccolissima istituzione ma indispensabile per una città di 55000 abitanti. Forse a differenza di altre realtà che vantano eccellenze di gran lunga piu' importanti, non da meno l'Istituto Braga , simbolo della cultura teramana , riesce o riusciva ad offrire a tantissimi studenti la possibilità di realizzare il proprio intento.