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Carlo Ciapanna in tour elettorale per la presidenza del Ruzzo

di Christian Francia
4 minuti

Carlo Ciapanna è un presunto innocente. La Costituzione definisce così coloro che sono stati condannati con sentenze non ancora passate in giudicato. E Ciapanna ha solo due condanne penali non definitive per qualche annetto di galera (3 anni e 10 mesi per truffa e calunnia), per cui è liberissimo di accreditarsi come uno di esperienza che sa come gira la ruota e, nello specifico, come scorre l’acqua.

Carlo Ciapanna è del PDL, è nel PDL fino al collo, fino alla manifestazione infame del 4 agosto scorso in Via del Plebiscito nella quale era presente dietro allo striscione Forza Silvio.

Carlo Ciapanna è più tancrediano di Paolo Tancredi. Ma è soprattutto un veterano dei CdA del Ruzzo, il fiore all’occhiello delle aziende teramane, con un centinaio (si parla di 93 ma vedremo analiticamente il bilancio) di milioni di euro di debiti.

Sarebbe divertente conteggiare al centesimo quanti debiti del Ruzzo, cioè nostri, sono di paternità Ciapanno-Tancredica, ma per par condicio andrebbero conteggiati pure i debiti Piddini-GiacominoDiPietrini, fra cui le assunzioni illegittime ma soprattutto inutili che continueremo a pagare fino alla pensione e poi anche fino alla morte dei fortunati assunti.

Come è noto a luglio è scaduto il termine per presentare le candidature alla nuova presidenza del Ruzzo e, come parimenti noto, losche trame occulte hanno suggerito di annullare la data del 25 luglio nella quale l’assemblea dei soci avrebbe dovuto procedere alle nomine del nuovo CdA.

Tutto rinviato a settembre per consentire la tessitura di rapporti, legami e cordate che consentano a chi era fuori gioco due mesi prima di tornare in partita.

I sindaci sono i soci dell’Assemblea del Ruzzo e ad essi spetta la scelta. Fra i candidati spicca un ridicolo Scuteri il quale, essendosi dimesso da Presidente ed essendo quindi Presidente uscente senza aver mai chiarito né a voce né per iscritto le ragioni della paralisi del suo CdA, appare una candidatura etimologicamente oscena.

Ma pure l’inossidabile Ciapanna, pluricondannato penalmente con tanto di sanzioni accessorie (incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione e interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per un anno e mezzo) e quindi presunto innocente, si è iscritto fra i papabili per una davvero rinnovata gestione, che perpetui senza infingimenti né gattopardismi di sorta l’andazzo degli ultimi venti anni.

Fonti attendibili riferiscono che Carlo Ciapanna (PDL, Vice Presidente uscente e tre volte ex membro del CdA del Ruzzo), in compagnia di Giacomino Di Pietro (per lunghi anni ex Presidente del Ruzzo in quota PD) e di alcuni dirigenti del Ruzzo (Giammario Fabbi e Berardo Nardi), sia stato visto aggirarsi in ben tre sagre di tre Comuni diversi (Torano Nuovo, Colledara e Campli).

E cosa andrebbe facendo una così eterogenea compagnia nelle sagre della provincia?

Pare che Ciapanna & Friends avvicinassero sindaci e amministratori locali nel tentativo di sponsorizzare lo stesso Ciapanna alla Presidenza del Ruzzo. Un vero tour elettorale.

Evidentemente, se questo fosse vero, Ciapanna si proporrebbe come il garante delle passate gestioni, paladino del tombamento di qualsiasi illecito o mala gestio (non è un caso se nessuno abbia mai voluto procedere ad una azione di responsabilità nei confronti dei precedenti CdA), come tale gradito anche a quella parte del PD che usava il Ruzzo come terminal affaristico-clientelare.

E perché i sindaci dovrebbero di nuovo fidarsi di Ciapanna? Semplice. Perché nessuno meglio di lui conosce gli interna corporis dell’azienda, i suoi dirigenti e funzionari, e in tal modo può garantire ai sindaci che tutti gli ordini che dovessero impartirgli (più o meno commendevoli) potranno essere eseguiti senza che le procedure si intoppino in fastidiosi impedimenti di carattere giuridico-legale (cosa invece probabile con amministratori meno scafati).

E i debiti? Per quelli non c’è problema, come in ogni attività gestita dalla politica, il costo degli affari e delle clientele viene scaricato sulle bollette dei cittadini. Perciò, come abbiamo sempre fatto, se non abbiamo il pane mangeremo brioches e insieme all’acqua pagheremo caffè e ammazzacaffè per lorsignori.


 

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Commenti

Ad una lettura attenta traspare quasi un senso di critica, se non di disapprovazione verso l'operato di Carlo Ciapanna. Magari la malizia sta negli occhi di chi legge. Non non mi sembra elegante alludere, seppur velatamente, alle disavventure giudiziarie di una persona, come se queste fossero imputabili alla sua volontà. Non voglio parlare di razzismo giudiziario, sicuramente non è questa l'intenzione di chi scrive, ma dobbiamo stare attenti a non fare di tutt'erba un fascio. E soprattutto non ribaltiamo la realtà: se uno ha la sfortuna di essere condannato non possiamo, poi, addirittura usare ciò per denigrarlo. È come se commettere un reato fosse disdicevole o conferisse uno status sociale diverso e magari penalizzante. Il dott. Francia mi perdonerà queste osservazioni che non vogliono essere una critica al suo sempre apprezzabile lavoro, ma un contributo di riflessione: a volte si sta molto attenti a piccoli dettagli e poi si inciampa superficialmente su questioni così delicate
Analisi e sintesi formidabili ed ineccepibili ! Giancà se Cristian continua cosí mi sa che ti frega ! Un po di ironia in un quadro così desolatamente triste perché tragicamente vero !
"È come se commettere un reato fosse disdicevole o conferisse uno status sociale diverso e magari penalizzante". Gentile PocaRam, non so dove viva Lei (forse su Marte), ma sul pianeta Terra commettere un reato è assolutamente DISDICEVOLE. Mi vergogno per Lei.
"Come se commettere un reato fosse disdicevole o conferisse uno status sociale diverso e magari penalizzante". @Poca Ram, caso Ciapanna a parte, forse il suo commento è ironico? Oppure come afferma Giancarlo Falconi, lui si ironicamente, per essere accreditato a ricoprire incarichi pubblici è preferibile collezionare condanne? Concordo con lei che non bisogna generalizzare. Un conto è rubare da disoccupato per sfamare i propri figli, altro conto è rubare per accrescere un potere personale, finanziario e politico. Purtroppo dopo 20 anni di berlusconismo chi commette un reato per fame va in galera nell'indifferenza generale. Chi invece delinque per ingordigia pretende e viene candidato a governare il pubblico interesse.
Concordo perfettamente con quando sapientemente il dott. Francia osserva. Nel merito prettamente operativo una domanda sorge spontanea: nel caso in cui il dott. Ciapanna venga riconosciuto colpevole dei reati a lui ascritti, cosa avviene , sia amministrativamente che legalmente , degli atti di gestione che lo stesso ha prodotto durante il suo presunto mandato ? Lo stesso CDA che ruolo assume nella circostanza?
Carissimi, questo è indiscutibilmente uno dei migliori blog di giornalismo e, nonostante il mio nick riveli la difficoltà (mia) a capire subito e completamente, credo che questo sua un giudizio corretto e ampiamente condiviso. Sul Maestro Falconi niente da dire. Ma lei, caro Christian, pure manifestamente intelligente e arguto, che fa, mi casca sull'ironia? Prende sul serio un commento che inizia "Ad una lettura attenta traspare QUASI UN SENSO DI CRITICA... ecc"? Non c'è una sola riga seria. Due problemi (grossi) emergono: 1) bisogna assolutamente che lei faccia un rifornimento di ironia sennò la perdiamo e sarebbe un peccato: un contrappunto incazzato con spruzzate di livore alla celestiale musica da strada del Maestro è quanto mai opportuno e funzionale, oltre che all'informazione, alla comprensione delle misteriose gerarchie della penna. 2) se ha creduto che potessi scrivere quanti scritto con convinzione e consapevolezza non può limitarsi ad un "vergogna!" ma deve trovare il modo di stanarmi e, con un esorcista, un accalappiacani, la forza pubblica, un'assunzione di responsabilità, un raggio laser, un congiuntivo di un amministratore, insomma con qualsiasi strumento atto all'uopo neutralizzarmi e far tirare a tutti un sospiro di sollievo.