La questione.
La rivista MicroMega (questo è il sito: http://temi.repubblica.it/micromega-online/) ha lanciato una petizione secondo la quale “Berlusconi non era e non è eleggibile stando alla legge 361 del 1957, che è «stata sistematicamente violata dalla Giunta delle elezioni della Camera dei deputati».
In pratica la legge sul conflitto di interessi c’è già: all’articolo 10 comma 1 della legge si dichiara in effetti che non sono eleggibili «coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti (…), oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica»”.
Ma da 20 anni la Giunta delle elezioni della Camera ha ritenuto non applicabile la predetta norma all’onorevole Berlusconi, pur essendo egli titolare di gigantesche concessioni radio-televisive.
MicroMega ha organizzato la presentazione di massa di ricorsi alla Presidenza e alla Giunta delle elezioni del Senato (dove Berlusconi si è candidato), al fine di vedere riconosciuta “l’applicazione della legge 361 del 1957 secondo cui Silvio Berlusconi è ineleggibile in Parlamento perché beneficiario di una concessione statale (“in proprio o come amministratore”, dice la legge, quindi innanzitutto il proprietario o azionista o controllore di fatto)”.
Inoltre MicroMega organizza per sabato 23 marzo, in contemporanea alla manifestazione eversiva del PDL che si terrà a Piazza del Popolo a Roma, una manifestazione parallela in difesa della costituzione - sempre a Roma ma in Piazza S.Apostoli – al fine di convincere “i membri della Giunta delle elezioni del Senato, con la Moral Suasion dei cittadini, il rispetto della legge e dunque l’estromissione definitiva di Berlusconi dal Parlamento. Il capogruppo al Senato del M5S Vito Crimi ha già ribadito che la legge va applicata senz’altro (dunque Berlusconi deve tornare ad essere un cittadino eguale agli altri, senza più immunità e privilegi di impunità), e altrettanto ha fatto (fin qui a titolo personale) l’ex vicepresidente dei senatori Pd Luigi Zanda. Ma una presa di posizione ufficiale del Pd e del suo segretario Bersani ancora non c’è stata, e questo rende il peso della manifestazione ancora più importante”.
È evidente che se il M5S voterà come già annunciato per il rispetto della legge 361 del 1957 e dunque per la ineleggibilità di Berlusconi, sul PD graverà una responsabilità enorme: o si unirà al M5S votando per il rispetto della legalità (cosa che non hai mai fatto nelle precedenti legislature), oppure continuerà nuovamente a tenere in vita Berlusconi tornando a calpestare la legge, e in quel caso “subirà il rinculo di qualche milione di voti che abbandoneranno disgustati il PD”.
Naturalmente non solo le televisioni berlusconiane tacciono sull’argomento, ma anche la RAI che dovrebbe rappresentare il Servizio Pubblico.
E nonostante il coprifuoco mediatico, l’appello lanciato sul sito di MicroMega (http://temi.repubblica.it/micromega-appello/?action=vediappello&idappello=391292) per cacciare Berlusconi dal Parlamento ha raggiunto 230.000 firme.
Una occasione imperdibile, questa, per invocare il rispetto delle regole democratiche.
In Abruzzo sono stati eletti 4 senatori del PDL (muti ed intimoriti sulla questione Berlusconi); 2 senatori del M5S (Enza Blundo e Gianluca Castaldi); un solo senatore del Pd (Stefania Pezzopane).
Alla Camera il M5S ha ottenuto 3 deputati (Gianluca Vacca, Andrea Colletti, Daniele Del Grosso); il PDL 3 deputati (muti ed intimoriti anch’essi); il Pd 6 deputati (Giovanni Legnini, Antonio Castricone, Tommaso Ginoble, Maria Amato, Yoram Gutgeld, Vittoria d’Incecco); SEL un deputato (Gianni Melilla); la Lista Monti un deputato (Giulio Cesare Sottanelli).
Se si escludono i parlamentari del PDL (terrorizzati dall’ipotesi di restare orfani del padrone) e i parlamentari del M5S che certamente voteranno a favore della legalità, saremmo molto interessati a conoscere la posizione degli altri eletti abruzzesi a questo riguardo, in particolare l’opinione della senatrice Pezzopane, dei suoi 6 colleghi deputati del PD, di Melilla e di Sottanelli.
Vorremmo pesare sin da subito le loro capacità, la loro buona fede, la loro intelligenza. Risponderanno? Ne dubito.
Per quanto riguarda la manifestazione di sabato (ovviamente quella di Pazza S.Apostoli), cui aderisco “toto corde”, condivido le parole di Giuseppe Giulietti: “Ci farebbe piacere che per un giorno, almeno per un giorno, si ritrovassero insieme donne e uomini uniti dalla comune passione per la Costituzione; per litigare, eventualmente, ci sarà sempre tempo, ma prima sarà il caso di chiudere davvero i conti con il ventennio della vergogna e del disonore”.
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