Cosa sta per avvenire nello scenario politico della nostra città e della nostra regione? Svolgo alcune riflessioni in merito.
Il PDL è morto:
1) Berlusconi è alla vigilia dell’esilio similcraxiano, o della condanna definitiva, o della vecchiaia senza ritorno (ha 77 anni), o della declaratoria di ineleggibilità, o della interdizione dai pubblici uffici;
2) Chiodi e la sua giunta regionale hanno ricevuto una sonora bastonata nella loro Teramo alle elezioni politiche appena svolte, il dissenso verso il loro operato è vastissimo e trasversale in ogni angolo d’Abruzzo;
3) Tancredi e tutti i suoi sostenitori hanno dimostrato da lunghissimi anni le loro incapacità, la loro scarsa moralità, la loro inefficienza, l’attaccamento solo al potere ed alle clientele nella più completa indifferenza dei bisogni e delle esigenze dei cittadini;
4) Brucchi e la sua giunta comunale hanno condotto alla decadenza e alla paralisi dell’intera città sotto tutti i profili.
Il PD è morto:
1) Bersani, dopo i risultati di una campagna elettorale disastrosa, è uno zombie che continua a camminare fino a quando qualcuno non ne certificherà il decesso;
2) la dirigenza regionale del partito è totalmente inetta, inerme, incapace di coagulare il dissenso enorme che serpeggia nei confronti del governo chiodino;
3) la dirigenza provinciale del partito è priva di spina dorsale, senza carattere, senza regole, senza obiettivi, senza contenuti;
4) la dirigenza comunale del partito è smidollata, sfibrata, svogliata, senza idee, incapace persino di cavalcare le certificazioni di fallimento di Brucchi che puntualmente compaiono sugli organi di informazione.
Cosa sta per accadere?
1) Scenario Probabile. Il servilismo e lo spirito da pecore dei cittadini della regione storicamente principe della pastorizia potrebbero condurre alla continuità del potere, a nuove vittorie di Brucchi e di Chiodi, miracolati dalla insipienza e dalla inettitudine di chi dovrebbe proporsi come valida alternativa, ma non ci riesce.
2) Scenario poco probabile. Scatto d’orgoglio del PD che si rinnova dalle fondamenta, individua gli elementi giusti sui quali coalizzare le forze di opposizione, aggrega tutte le anime, convince e vince comunali e regionali.
3) Scenario auspicabile.
La parte migliore dello schieramento di centrodestra al Comune ed in Regione, quella che ha già seppellito nel suo cuore la triste stagione berlusconiana, preso atto dell’impossibilità di proseguire il cammino di governo con colleghi indecenti ed incapaci, si stacca dalla coalizione per spostarsi più al centro e creare liste civiche che coagulino le esperienze migliori di quell’area.
La parte migliore dello schieramento di centrosinistra al Comune ed in Regione, quella che ha già seppellito nel suo cuore la triste stagione bersaniana, preso atto dell’impossibilità di proseguire il cammino di opposizione con colleghi indecenti ed incapaci, si stacca dalla coalizione per spostarsi più al centro e creare liste civiche che coagulino le esperienze migliori di quell’area.
Potremmo chiamarla “la politica dei due tuorli”, cioè le parti migliori dei due schieramenti che lasciano i gusci vuoti di PD e PDL per congiungersi (unitamente ad altre forze civiche già estranee alle coalizioni) nel superiore interesse di Teramo e dell’Abruzzo, città e regione ridotte in ginocchio per gravi responsabilità di una classe dirigente non all’altezza della grave situazione che da anni umilia la nostra terra e la impoverisce senza freno.
Gli effetti potrebbero essere davvero innovativi e portare alla vittoria della nuova formazione, da un lato certificando la fine dei potentati che spadroneggiano ancora nei due partiti maggiori, dall’altro offrendo garanzie sulla cultura di governo e sulle esperienze e capacità che sarebbero da subito spendibili per invertire la rotta del declino.
Conosco già le obiezioni: proposta d’alemiana che prefigura un inciucio indigesto; proposta utopica perché i due promessi sposi non troveranno mai la quadra fra loro; proposta che non tiene in alcun conto il peso grillino (peso che io ritengo comunque irrilevante nello scenario comunale e regionale, considerato che le leggi elettorali locali – a differenza di quella nazionale – producono di necessità maggioranze stabili, per cui il M5S che predilige l’autonomia o vince da solo oppure non conterà quasi nulla).
E invece sognare è possibile se solo si mettessero al centro la capacità e le professionalità più brillanti, requisiti fondamentali per esprimere un governo in grado di dare la scossa ad un territorio moribondo.
Lo ammetto, occorrerebbe grande coraggio da parte di coloro che devono abbandonare le navi di provenienza dove – pur fra sofferenze e mal di pancia – è sempre più semplice e ipocritamente coerente rimanere; ma la gravità della congiuntura richiede sforzi straordinari e lungimiranza politica.
È vero che le critiche pioverebbero e che la squadra sconterebbe sia una mancanza di freschezza e di novità, sia carenze di credibilità e di moralità; ma non bisogna dimenticare dove viviamo e che bisogna fare i conti con la realtà fattuale. Del resto il solo pensiero che realtà davvero nuove, giovani, pulite ed innovative riescano a presentarsi all’elettorato teramano ed abruzzese in questi 12 mesi di campagna elettorale facendosi ricordare, apprezzare e poi votare in percentuali vincenti è un’idea quantomeno ingenua, se non totalmente naïf.
D’altro canto, come ho già cercato di sottolineare altre volte (http://www.iduepunti.it/francia/9_novembre_2011/limportanza-di-chiamarsi-tancredi), “fra un politico ladro ma capace ed uno incapace ma onesto preferisco il ladro capace. Il perché è semplice, il ladro farà lievitare il costo di un'opera da 100 a 120 o a 150, caricando sulla stessa il prezzo della corruzione, però – essendo capace – l'opera vedrà la luce e i cittadini ne saranno lieti, pur avendola pagata a caro prezzo. Viceversa, il politico onesto non ruberà nulla, ma essendo incapace non sarà in grado di generare alcuna concreta utilità per i cittadini. Ovviamente l'esempio semplifica ed estremizza, ma è icastico”.
E la mia non è nemmeno una teoria originale, dato che un abruzzese grandissimo come Benedetto Croce sosteneva che “il vero politico onesto è il politico capace”.
Purtroppo, alle condizioni odierne, l’unica alternativa praticabile alla conservazione dello status quo è quella di un compromesso, il più possibile di alto livello, fra le doti e le capacità dei politici migliori dei due schieramenti che – unendosi in una good company – rottamino le due bad company attuali. Ogni altra speranza di ripetere il successo nazionale del M5S in chiave locale, con l’inesperienza e le capacità tutte da dimostrare dei pur encomiabili grillini, è destinato ad un fallimento certo almeno nel breve periodo dei 12 mesi che mancano al doppio appuntamento comunale-regionale.
Condivido il pensiero di Gramsci secondo il quale la paura dei compromessi sarebbe una manifestazione di subalternità culturale, per cui in politica – che ne è il regno – bisogna sempre tendere al miglior risultato ottenibile (ogni riferimento ai parlamentari grillini, che alla prima votazione sono andati contro le indicazioni del proprio gruppo votando Grasso come Presidente del Senato, è puramente casuale).
E in questa Teramo, in questo Abruzzo, non sono ancora emerse personalità capaci di cancellare le classi dirigenti attuali con la necessaria forza morale e un consenso sufficientemente vasto.
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