Chi specula sul dolore?
Secondo i parenti delle vittime del terremoto de L'Aquila e delle altre stragi di cui sono in corso i processi, a speculare sarebbe la maggioranza di governo la quale, con la scusa di proteggere padron Berlusconi, si appresterebbe a ridurre la prescrizione dei reati approvando la legge sul cosiddetto processo breve.
Il governo respinge le accuse, sostenendo che sarebbe l'opposizione a speculare sul dolore, dato che la restrizione dei tempi di prescrizione sarebbe minima con l'approvazione della predetta legge.
Le critiche avanzate dai familiari delle vittime, ma anche da parte di molti aquilani, sono state dure soprattutto contro la bocciatura dell'emendamento presentato dal PD, che avrebbe escluso dalla riduzione della prescrizione il reato di omicidio colposo plurimo.
E giù con controaccuse di strumentalizzazione.
Su internet la guerra divampa su Facebook, dove centinaia di aquilani hanno messo alla berlina le sei facce dei deputati pidiellini abruzzesi: Sabatino Aracu, Carla Castellani, Marcello De Angelis, Giovanni Dell'Elce, Paola Pelino e Maurizio Scelli; tutti accusati di aver calpestato gli interessi della comunità in nome degli interessi personali del padrone.
Personalmente sono arcistufo di farmi prendere per i fondelli: a me questa storia della presunta riduzione di pochi mesi della prescrizione suscita un sentimento di rabbia ed impotenza per tre motivi.
Primo: quando una azione è sbagliata, non giova giustificarsi asserendo che comunque il danno è minimo. Ove poi il danno minimo si riferisce alla maxi-inchiesta sui crolli del sisma, lo sdegno è sul principio e non sulle misurazioni.
Secondo: se il danno fosse realmente minimo, qualcuno dovrebbe spiegarmi quale ragione imponga l'approvazione di una legge del tutto fuori luogo in questo contesto storico-politico, legge che comunque si traduce in uno schiaffo in faccia ai parenti delle vittime, i quali la giustizia vogliono vederla presto, ma se ciò non fosse possibile la attenderebbero anche tardi (e non certo mai).
Terzo: i (dis)onorevoli abruzzesi del PDL non possono minimizzare invocando una riduzione poco consistente dei tempi di prescrizione, giacchè molti di loro erano presenti in Parlamento nel dicembre 2005, quando governava la stessa maggioranza odierna (di cui loro erano parte), maggioranza che approvava la famigerata legge "ex Cirielli" (tristemente nota anche perchè perfino il suo primo firmatario Cirielli la sconfessò votando contro).
L'origine del male è da rintracciare proprio in quella legge infelice: infatti con quella norma si sono dimezzate le prescrizioni dei reati, con ciò relegando all'impunità un numero esorbitante di reati (ancora e sempre per proteggere il solito Berlusconi).
Da Teramano esprimo personalmente la mia pena per il nostro deputato Carla Castellani la quale, oltre che totalmente assente dalla scena pubblica cittadina, si è macchiata dell'ulteriore discredito di aver votato per il processo breve.
Ma non tutto è perduto, poichè ora il progetto di legge torna in Senato.
I senatori abruzzesi sono ancora in tempo per scongiurare il peggio, ma cosa possiamo aspettarci da uno come Fabrizio Di Stefano, che pochi giorni or sono ha presentato un disegno di legge per l'abolizione della norma transitoria e finale della Costituzione che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista?
E cosa possiamo aspettarci dal senatore teramano Paolo Tancredi che si è distinto, come tutti ricordano, per aver presentato numerosi emendamenti subito sconfessati dal suo stesso partito e per averli firmati senza porvi nemmeno la minima attenzione ("forse non ho letto tutto bene"), tanto da suscitare lo sdegno unanime?
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