C’erano una volta gli anni ’70 e ’80, l’Abruzzo volava, la disoccupazione toccava minimi storici, l’occupazione femminile raggiungeva i massimi, il turismo decollava e la Regione potè innalzarsi come la migliore fra quelle del centro-sud d’Italia. Poi il declino e, oggi, la resa.
Il presidente regionale di Confindustria, Mauro Angelucci, ha appena lanciato un grido di allarme davvero inquietante: una situazione definita di “estrema gravità” in quanto, da qui l’angoscia, gli industriali denunciano una drammatica riduzione dei Fondi strutturali europei che secondo i loro calcoli dovrebbero diminuire, nella programmazione in itinere relativa al periodo 2014-2020, di una cifra pari a 228 milioni di euro, passando dai 662 milioni del periodo 2007-2013 ai 434 milioni del prossimo settennio.
Angelucci ha scritto a Chiodi sia per stigmatizzare i mancati risultati (di cui la riduzione delle risorse sarebbe il sintomo più evidente), sia per stimolare ogni attività politico-istituzionale volta a recuperare il disastro annunciato, da un lato agendo a livello europeo (anche se tale percorso viene prospettato come “estremamente difficile”), dall’altro invocando “un aumento significativo del cofinanziamento nazionale” ad opera del governo italiano.
Chissà se la missiva sia stata recapitata via facebook, perché altrimenti Chiodi potrebbe non riceverla o non leggerla in quanto troppo impegnato a chattare con i suoi fedelissimi.
Confindustria è in preda ad una crisi di panico proprio per il contegno tenuto dal Governatore, il quale è sempre e costantemente impegnato a fare altro mentre la Regione collassa.
Angelucci sottolinea il fatto che l’Abruzzo sia stato inserito nel nuovo obiettivo “Transizione”, intermedio fra l’obiettivo “Competitività” (proprio delle Regioni più sviluppate) e l’obiettivo “Convergenza” (cui confluiscono le Regioni meno sviluppate).
Essendo pacifica, in sede europea, l’applicazione della regola elementare del dare più soldi a coloro che sono più in difficoltà, al fine di farli convergere verso i livelli dei migliori, non si capisce come mai l’Abruzzo, “quale regione in obiettivo Transizione, vada ad ottenere minori risorse rispetto alle regioni più competitive”, fatto che “risulta assolutamente paradossale”.
Addirittura sembra che la stessa Amministrazione regionale abbia perseguito l’inserimento dell’Abruzzo fra le Regioni dell’obiettivo “Transizione” proprio allo scopo di ottenere maggiori risorse.
Purtroppo, sembra che i criteri per la ripartizione delle risorse tra i vari obiettivi siano già stati “concordati in seno all’Unione europea” e la loro applicazione non parrebbe eludibile.
A chi addossare le colpe, o meglio, come usa dire da Scilipoti e Razzi in poi, la responsabilità?
Confindustria ricorda sconsolata come “i fondi europei risultano essere al momento gli unici fondi certi a disposizione per lo sviluppo”, per cui è urgente e prioritario trovare soluzioni alternative che non penalizzino ulteriormente il tessuto economico e produttivo dell’Abruzzo.
Conoscendo bene Gianni Chiodi, sono terrorizzato per il nostro futuro.
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