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Elezioni a Roseto: Il Pavone di Ginoble

di Christian Francia
3 minuti

Alla fine il paragone è inevitabile: lo sfidante Pavone è un fuoriuscito della stessa maggioranza, come lo fu Albi nel 2009 contro Brucchi.
Di più: era un pezzo di rilievo, avendo ricoperto il ruolo fondamentale di Assessore al bilancio nella uscente Giunta Di Bonaventura (e per ben sette anni dal 2001 all'agosto 2008).
Indovinate chi difendeva a spada tratta il bilancio del Comune di Roseto appena tre anni fa.
Avete indovinato, era proprio Enio Pavone.
Leggete le sue parole: "questa non è la situazione di un Comune in difficoltà ma è l’espressione di un Ente dinamico e di un’Amministrazione in grado di gestire e programmare lo sviluppo cittadino senza ipotecare, come hanno fatto altri enti, capitali e beni pubblici. Ritengo quindi che l’Amministrazione abbia saputo svolgere un ruolo propulsivo".
Ma come, un Comune dinamico, che gestisce e programma lo sviluppo in maniera così perfetta nel 2008, diviene nel 2011 una cenerentola da additare al pubblico ludibrio?
È senz'altro legittimo cambiare opinione e finanche schieramento, ma rivestire la maglia di capitano della squadra avversaria è un gesto di mancato rispetto.
La sua storia non pone certo Pavone in posizione di vantaggio, ma ancor peggio getta ombre su colui che ha effettuato la scelta del candidato del PDL e se ne assume le responsabilità elettorali: Paolo Tancredi.
Possibile che il fulgido centrodestra non avesse nemmeno un alfiere da presentare a sindaco in alternativa a Pavone, uno dallo specchiato curriculum berlusconiano?
Ci sarebbe stato il capogruppo uscente dell'opposizione Antonio Norante, ma evidentemente, nonostante la laurea ottenuta 5 mesi fa a 54 anni con una tesi dal titolo: "La leadership carismatica-Berlusconi: sociologia di un fenomeno politico", il PDL ha dovuto constatare di non avere nessun cavallo vincente e si è dovuto rivolgere ai liberalsocialisti.
Orbene, potrà anche essere vero che Di Bonaventura non abbia ben amministrato, potrà pure essere verosimile che il PD non sia un partito meritevole di plausi, ma quel che è certo è come sia di cattivo gusto che si presenti a candidato sindaco antagonista chi per sette anni è stato sodale ed ha sorretto l'architrave dei conti della maggioranza uscente.
È di cattivo gusto allo stesso modo di una moglie che divorzi legittimamente dal marito ed il giorno dopo si rechi in piazza a spifferare ai quattro venti che il marito stesso a letto era una mezza sega.
Forse Tancredi e Pavone avrebbero potuto prendere lezioni di stile da un altro liberalsocialista, Nicola Di Marco, il quale dopo aver ricoperto due volte la carica di assessore provinciale con il centrosinistra (e venire furbamente trattato a pesci in faccia dalla sua stessa maggioranza) è passato legittimamente nelle file del centrodestra, ha vinto le elezioni provinciali raccogliendo personalmente una messe di voti, ma ha subito rifiutato la nomina ad assessore che gli sarebbe spettata di diritto (con il relativo lauto stipendio) per coerenza con la sua storia politica e per evitare di essere additato come uno incollato alle poltrone.
Stesso partito, altra classe.
Buon voto ai rosetani.

 

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Commenti

Sicuramente il centrodestra a Roseto aveva altri candidati spendibili, ma purtroppo ancora una volta è prevalsa la logica della ...cambiale. Gli elettori di centrodestra di Roseto dovranno votare un ex della giunta di centrosinistra.
la Lista della Signora Ginoble ha dei candidati non rosetani , fidi collaboratori di tante segreterie politiche di Onorevoli forzisti teramani. La distanza Teramo Roseto cancella le storie politiche
A me risulta che Di Marco sia nel cda della Fira (magari a gratis, questo non lo so) e che i socialisti siano ben rappresentati negli enti. Fin troppo direi...