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Ex Migliori-Longari e dintorni: Mio Piergallini ti scrivo

di Anonimo
2 minuti

Gentile Dottor Piergallini,

nel Suo commento alla nostra ultima fatica sulla ex Migliori-Longari, Le diamo atto di aver scritto cose di buon senso.
Come darLe torto quando afferma che la responsabilità di tutto ciò che non funziona a Giulianova -e forse anche ad Atri, aggiungiamo noi- è degli Acquaviva? Oppure quando sbeffeggia certi politici nostrani che di punto in bianco pretendono, sfiorando il senso del ridicolo, di riacquistare la verginità perduta?

Da inguaribili bambini quali siamo, per un attimo non abbiamo voluto arrenderci, salvo poi farlo a mente lucida, alla Sua amara riflessione sull’essenza dello scontro elettorale che si profila all’orizzonte: “… gli attori cercano di rifarsi la verginità. L’importante è che sia fatta sulla pelle degli altri ed in questo senso sono in fondo uguali anche se si combattono. L’opportunismo della politica è il loro credo”.  

Lei ha individuato più di un “attore” protagonista ed ha snocciolato un po’ di situazioni: le costruzioni all’Annunziata, il ripetitore di Piazza dalla Chiesa, l’altra area resa edificabile, adiacente al mercato coperto di Piazza dalla Chiesa, i parcheggi davanti al Santuario della Madonna dello Splendore con torre faro dalla luce penetrante in zona inedificabile, la moltiplicazione dei parcheggi nei dintorni del Santuario, ecc. ecc..

Avrebbe potuto osare di più ma si è trattenuto dal farlo. I naviganti avranno letto il Suo avviso?
"Mi fermo qui anche se ho un libro di queste situazioni”, Lei ha scritto, come volesse scoccare un dardo in pieno petto a chi prima ha detto sì e poi, coraggiosamente, si è defilato, lasciando i soli “tecnici” alle prese con un processo penale ricco di insidie. Il suo dardo li avrebbe colpiti alle spalle.
“Il cetriolo e l’ortolano” suona forse meno elegante del Suo “opportunismo della politica” ma rende di più il senso di quanto accaduto.

Sappia sin d’ora che se un giorno dovesse decidere di leggere questo suo “libro” ricco di certe situazioni avrebbe tutta la nostra comprensione e il nostro plauso: contribuirebbe anche Lei a porre fine a questa stagione che si trascina da troppo tempo, in cui l’unica regola è che non ci sono regole se non quelle di chi sa come regolarsi.

Lei non è risultato tra questi, evidentemente.
In attesa di poter leggere il Suo “libro”, La salutiamo cordialmente.


La Redazione de I Due Punti
 

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Ringrazio "I due punti" e la sua redazione per la lettera ma direi che più che di un libro si tratta di un enciclopedia. Un avvocato di Bologna leggendo le carte della ex sadam definiva la città lo stato autonomo di Giulianova di chiaro stampo borbonico: i servizi non sono un diritto dei cittadini ma una concessione, le regole non si applicano ma si interpretano in materia urbanistica. In fin dei conti cos' è la commissione urbanistica? Il luogo in cui il potere esercita la sua potestà sul cittadino e dovrebbe essere eliminata, basterebbe il funzionario del comune e molte amministrazioni lo hanno fatto. L' ultima interpretazione delle leggi e delle regole è il presunto accordo di programma di Via Cupa. Lo sviluppo della pratica e delle discussioni su di essa difficilmente trovano riscontro nella legge urbanistica italiana ma anche nel buon senso di chi dovrebbe agire nell' interesse delle collettivita. Tutto è tranne un accordo di programma e certe volte la discussione sfiora il ridicolo. Questo modo di esercitare negli anni il potere sui cittadini giuliesi ha prodotto su di essi una omertà spaventosa tutti zitti perchè non conviene mettersi contro il re di turno ed il potere gli ci inventa pure deliberiamoci, democrazia partecipata ed altre cazzate. Ma noi di Giulianova volevamo solo servizi dignitosi, una gestione attenta delle risorse e una virtuosa conduzione delle pratiche urbanistiche ed edilizie ma forse ci vorranno generazioni per ottenerlo.
Siamo noi a dover ringraziare Lei. Lei cita la riconversione dell'area ex Sadam il cui stop and go deve aver prodotto per la Sua Azienda una situazione di insostenibilità finanziaria tale da indurLa a lasciare la Skyline. Su quell'operazione, tuttavia, probabilmente abbiamo punti di vista opposti. Resta il dato su cui convergiamo: la voluta farraginosità delle norme che lascia ampio spazio alla discrezionalità della pubblica amministrazione che -dulcis in fundo- opera di fatto senza che i sistemi di controllo interno funzionino. La storia delle società partecipate insegna. E non è neppure tollerabile che certe questioni si definiscano nelle aule di tribunale, ammesso che ci arrivino e con la tempistica che conosciamo. Laddove cessano i controlli interni/esterni dovrebbe subentrare un controllo "più alto": quello dei Cittadini. Non quello fittizio dei vari "deliberiamoci" ecc. ecc. bensì della partecipazione consapevole e responsabile alle scelte che interessano tutti. E invece no. Come dice giustamente Lei, a Giulianova -e non solo- "tutti zitti perché non conviene mettersi contro il Re di turno". Perché i nostri articoli più scomodi sono letti da più di 8 mila lettori unici e totalizzano commenti zero? Giulianova non è Parma e la provincia di Teramo non è il Ducato di Maria Luisa. Lì, due anni fa, i Cittadini si ribellarono e defenestrarono gli amministratori. Ed arrivò la Cancellieri a far da Commissario. Probabilmente ha ragione Lei: questa è la morte della politica. Non ce l'ha prescritta il medico ma l'abbiamo voluta noi. p.s. Se avrà tempo e voglia di rendere pubblica la Sua encicplopedia, noi saremo ben lieti di ospitarLa. Cordiali Saluti. La Redazione de I Due Punti
Qualcuno forse ancora ricorderà la frase “Giulianova, il tempio dell’urbanistica”. Era di moda più di 30 anni fa, periodo nel quale si vennero anche a creare – forse senza che ve ne fosse piena consapevolezza – alcuni di quei problemi che oggi, a distanza di tanti e tanti anni, riescono ancora a produrre i loro effetti. Ad esempio, ancora devono essere chiuse alcune vicende ablatorie (espropriazioni per pubblica utilità o, più probabilmente, occupazioni acquisitive, usurpative, appropriative) che iniziarono allora. E non mi sembra che si possano attribuire responsabilità ai soggetti contro i quali i provvedimenti ablatori furono allora disposti. Per tentare di risolvere questo genere di problemi e per tentare di soddisfare le varie pressanti esigenze che via via si presentano, si ricorre quindi, a volte, alla urbanistica “contrattata” o “partecipata” che dir si voglia. Si fanno studi di fattibilità, progetti economici, stime fiscali, indagini commerciali, proposte di accordo di programma, ecc. ecc. A volte si acquistano terreni. Inizia un percorso urbanistico-amministrativo, in genere complesso e faticoso, reso anche incerto dalla oscurità delle norme. E presto iniziano i dubbi, i ripensamenti, gli affossamenti, se non gli agguati. Può esser questo, forse, il caso di molti “Prusst”, magari anche formalmente “adottati”, che non si sa bene che fine abbiano fatto, pur essendo costati molto, anche per le fideiussioni previste dalle norme. Pazienza. Vi è poi un ulteriore aspetto. La esuberante complessità dei procedimenti e della normativa (statale, regionale, provinciale, comunale) che è in incessante, frenetico divenire. Cosicché difficilmente un procedimento urbanistico “in itinere” riesce a farla franca. Si può incappare in un “Pai” o in sue modifiche, o in una variante alla strumentazione territoriale, o in un piano d’area, o in una norma “ambientale” sopraggiunta, o in un mutamento di procedura, di competenza, di giurisprudenza, ecc. ecc. Si ricomincia da capo, o si “rimodula”. Oppure si rinuncia. L’urbanistica sembrerebbe allora essere non un “tempio” ma piuttosto un “mandala” dei monaci tibetani (v. links in fondo). Una di quelle composizioni realizzate con estrema cura, con sabbie multicolori, che prefigura un ambiente perfetto, evoca l’architettura del cosmo, rappresenta l’illuminata cattura della essenza (“mandala”) della realtà, ricorda la unità di mente e corpo, di persona e popolo, di uomo e universo. E così come i monaci tibetani distruggono il “mandala” subito dopo averlo con tanta cura realizzato, così la materia urbanistica finisce per avvelenare gli spunti progettuali che essa stessa aveva ritenuto di dover proporre o sollecitare. http://tinyurl.com/kfoc9d7 http://tinyurl.com/mhr3xo7 Giuseppe Tucci, Teoria e pratica del mandala, Casa Editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma 1969. PS: Un saluto a Valentino Piergallini, che credo di aver conosciuto a Tortoreto, anni fa.
Ben ritrovato Professore. Come vanno le Sue colture stagionali? Cogliamo l'occasione per chiederLe, sempre a proposito del P.P.I. di Via Cupa, se il Sindaco di Giulianova l'ha più richiamata per chiederLe di incontrarLa. Vede, noi abbiamo una strana sensazione: normalmente se uno vuol fare una cosa -soprattutto se di una certa delicatezza- si limita a farla senza darne notizia all'universo mondo. Viceversa, se l'intendimento è di segno opposto, lo dice e poi non lo fa. "Archiviato il periodo della maieutica socratica quelli de I Due Punti si son messi a giocare al Piccolo Freud", Lei penserà. Ma noi siamo indotti a porLe egualmente una domanda chiara e diretta e a chiederLe di rispondere in modo altrettanto chiaro: per le cose non fatte, l'Amministrazione ha da temere qualcosa da Lei che pure più volte ha ribadito di voler rinunciare ad eventuali azioni risarcitorie nei confronti del Comune? E' per questa ragione che non La chiamano? Cordiali Saluti. La Redazione de I Due Punti
Cara Redazione, cercherò di rispondere. 1) Il risultato delle colture orticole dipende dalla micrometereolgia (pessima in questi anni) e da fattori imponderabili (cambia tutto a distanza di 100 metri). Purtroppo, data la situazione economica generale, un 5% del prodotto scompare prima della raccolta. Pazienza. Anch'io, ai tempi, con una banda di amici, sottraevo qualche fico ad un mio vicino. 2) Come credo di aver già scritto, da maggio non ho avuto informazioni da ARPA SpA e dal Comune. Neppure contatti. 3) Se "per le cose non fatte, l'Amministrazione ha da temere qualcosa da Lei"? Come ho già scritto almeno una volta non ho mai esaminato la questione in profondità. Non è mia abitudine ragionare in termini di cause e di ricorsi e di danni. Ciò non toglie che alcune volte sia stato proprio costretto a farlo, ad es. per un risarcimento da occupazione appropriativa e per un paio di questioni urbanistiche. Del resto nessuno mi ha neppure comunicato la ragione per la quale la parte contrattuale (non quella propriamente urbanistica) del P.I.I. non andava più bene, dopo la approvazione della "proposta di P.I.I." del 2008 e la (forse irrituale) "adozione" avvenuta del 2012. Le informazioni che sono riuscito a ricavare, da solo, dalla deliberazione, sarebbero: che avrei guadagnato troppo, ovvero che la parte pubblica doveva ottenere molto di più da quella privata. (Ed evidentemente nessuno aveva fatto effettivamente i conti). Trovo comunque singolare che un Comune coinvolga un privato prima con un "Prusst" e poi con un "P.I.I." per poi non farne più nulla. Come dicevano gli antichi? Neminem laedere. E' anche un principio cristiano.
sulla sadam stendiamo un velo pietoso sei anni per concludere un iter renderebbe qualsiasi intervento diseconomico come è diventato a prescindere dal fatto che ne siamo usciti. stesso giudizio per l intervento sul terreno a confine della sadam. ma comunque era l occasione per riferire del giudizio del mio avvocato bolognese che poi nn era un avvocato qualsiasi. all iter della sadam indiana jons gli fa una pippa ci si potrebbe fare un film. volevo solo dirle che sulla destinazione d uso di migliori longari c è sempre un grande equivoco dettato dalla nn conoscenza delle carte. la destinazione precedente a quella attuale che è residenziale non era agricolo ma sportiva con possibilità di realizzare cubature di carattere sportivo superiore a quella attuale. dire quale prg lo prevedeva e chi l aveva approvato e chi negli anni ne aveva mantenuto la destinazione mi sembra superfluo il duca d acquaviva non credo. questo per significare l alto grado di cultura ambientale che pervade taluni personaggi di giulianova. un bel palazzetto o palestrone unitamente al ripetitore e al magnifico e architettonicamente fantastico mercato coperto avrebbero si creato una visione ambientale unica.
p.s. ricambio il saluto del dottor cerulli grande memoria era a tortoreto posso solo dire che aqnche lui si appresta ad entrare nel club "tatì" ce si capetate