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Ospedale di Teramo: Quando la morte diventa uno spettacolo pubblico

4 minuti

Cari I Due Punti,
desidero segnalare il trattamento che è stato riservato a mio padre e a noi familiari presso il reparto di Medicina Uomini dell'ospedale civile di Teramo.


Mio padre ha avuto la disavventura di dover essere ricoverato lo scorso dicembre, fortunatamente per sole ventiquattr'ore nel reparto di Medicina Uomini dell'Ospedale civile "G. Mazzini" di Teramo.
Purtroppo mio padre, al pare di altri sventurati, si trovava in condizioni di estrema gravità, per cui, dopo essere stato ricoverato nel reparto di Pneumologia dello stesso nosocomio, ritenendo che non si potesse fare più molto, dato il suo stato, lo hanno trasferito in quel girone d'inferno dantesco che è la Medicina Uomini.

Qui, vedendolo in fin di vita, hanno ritenuto opportuno metterlo nella camerata destinata ai "capolinea". In questo reparto, ai malati gravi non viene normalmente offerto l'uso del materasso antidecubito, anche se il rischio di piaghe è incombente.
Ma non è forse in casi di questo genere che il tempo che resta da vivere ai già sfortunati pazienti dovrebbe essere trattato con il massimo rispetto, quantomeno per fornire loro quanto occorrente per alleviare le loro sofferenze?

Troppo fastidio  procurarsi il materasso e sistemarlo nel letto! Io sono riuscita ad ottenerlo ma solo dopo essermi dichiarata disposta a provvedervi a mia cura e spese, acquistandolo dall'esterno.
In questa camerata, addirittura da sei letti, fortunatamente e casualmente occupata solo da cinque sventurati, quasi tutti malati terminali, alla richiesta dei familiari di poter assistere il proprio congiunto in più di uno, la risposta è stata: "Signo', qua dovete lascià spazio. Questo è moribondo, quello pure, quell'altro sta pe' morì, noi dove passiamo?". Ma quale tatto e sensibilità!

In questo reparto, la morte di una persona e il dolore dei congiunti è un fatto quotidiano , di ordinaria amministrazione e come tale deve essere trattato da medici e infermieri. Quando il malato, vicino di letto di mio padre è deceduto, questo evento non ha meritato neanche l'intimità di un piccolo paravento, quel poco che sarebbe bastato a rendere una situazione così drammatica un po' meno pubblica di come è stata.
Una volta constatato il decesso, senza che alcuno si avvicinasse ai familiari del defunto per manifestare loro un minimo di solidarietà e di umanità, il poveretto è stato portato via con assoluta indifferenza, così come si rimuove un oggetto.

La stessa sorte è toccata a mio padre, il cui trapasso sarebbe stato veramente uno spettacolo pubblico, dato che è avvenuto alle 14,10, subito dopo l'orario delle visite se, sapendo cosa altrimenti sarebbe accaduto, non avessi chiesto un paravento, almeno per far comprendere ai visitatori degli altri malati quale evento drammatico stava avvenendo vicino a loro, per avere quel po' di intimità e rispetto del dolore che dal personale del reparto viene normalmente negato.

Ho ripensato a quando, tempo fa, in televisione ci si è scandalizzati del fatto che una persona che giaceva a terra morta per strada, non ricordo se per cause naturali o no, veniva considerata al pari di un ostacolo e quindi con assoluta noncuranza evitata dagli occasionali passanti che semplicemente lo evitavano. Non mi sembra che questo modo di considerare la morte sia molto distante da come viene considerara in questo reparto.

Anche a noi è stato negato il minimo cenno di solidarietà, nessun medico si è avvicinato a noi nè a mio padre, forse perchè era ora di pranzo.
Non conosco il primario di questo reparto, forse era in ferie dato che si trattava del 29 dicembre, ma appare evidente che questi comportamenti sono consolidati e "normali" per situazioni del genere.

Va anche detto che il reparto in parola non è sovraffollato, ma cionondimeno le camere utilizzate vengono riempite, lasciando chiuse le altre laddove invece i malati potrebbero essere meglio distribuiti. Le camere singole poi, come si è visto, non vengono destinate a situazioni particolarmente drammatiche, come la morte di un essere umano e il dolore dei familiari: sono però occupate. Dal "raccomandato" di turno?!

Mi auguro che tal modo di agire non sia la norma per questo Ospedale e comunque sono certa che qualunque cosa dovesse accadere a me o ai miei familiari, mi rivolgerò ad una'altra struttura ospedaliera, sperando chissà in un trattamento più umano o.... anche solo civile.

Lettera Firmata
 

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Commenti

Caro amico, hai sofferto tanto.....stento a credere quello che racconti, mi dispiace molto...questo è un aspetto del vero spread che c'interessa e che ci separa dal concetto del vivere e... morire civile..... I miei cani saranno nolto più fortunati di me.....se si ammaleranno incurabilmente avranno un passaggio dolce e con dignità verso il Creatore...la nostra società comincia a farmi paura....un abbraccio. bruno

Questa lettera mi ha reso triste. Molto triste. Ho pensato alla vita, alla morte, all'attimo del trapasso, all'educazione, al rispetto, all'amore per questo lavoro. Quell'infermiere manca d' amore, quel medico manca d'amore...non può fare quel lavoro. L'uomo va rispettato nella totalità della sua sfera intima. Che pena e che dolore.

Ma come! Ma Se anche i malati oncologici possono essere curati in un reparto così specialistico !!! Non scherziamo!!! C'è un primario accusato di personalismi che si batte da anni perché i pazienti possano almeno morire con dignità, senza esporsi agli occhi dei vicini di letto; che chiede inascoltato spazi per colloqui, che non voleva che d'estate si chiudesse il proprio reparto climatizzato , che viene massacrato solo perché chiede attenzione e specialità per i pazienti ... Troppo per una dirigenza dolosamente cieca, sorda, però loquace per dire scemenze ed obbediente come un soldatino ... Troppo per un direttore di dipartimento medico che ama questa dirigenza...dobbiamo lottare uniti contro questi figuri, però non da soli o in pochi.. Abbiamo bisogno della forza e della presenza di tutte le famiglie; bisogna che le famiglie pensino al Mazzini sempre e non solo quando ne hanno necessità, ricordandosi di protestare solo quando incappano nella pessima organizzazione degli eroi Varrassiano-Venturoniani... La forza di rottura é quella del gruppo! Giancarlo Tu puoi unirci!

Io inizierò lo sciopero della fame il 17 Gennaio, se la situazione del reparto di Oncologia non cambierà in condizioni accettabili per il diritto alla salute. Ora basta non si può tornare più indietro. Fino alla fine. 

Anche mio padre è morto in quel reparto. Non aggiungo altro. Ho la gola stretta.
Dopo aver letto attentamente la lettera, e i commenti ad essa accodati, ho avuto una sensazione di rabbia, di odio, addirittura di vendetta. Ho avuto la voglia di andare lì stamattina a spaccare sedie sulla testa del personale di quel reparto. Tanti anni fa, ho avuto ricoverato lì mio padre, poi deceduto per un tumore, e so esattamente di quale situazione si parla. L'inciviltà vera però, è quella di tutti coloro, me compreso, che non fanno nulla di quanto è in loro potere per protestare apertamente contro questa vergogna, questa barbarie. Invito tutti a indire una protesta, in un'ora e un giorno da stabilire, (Giancarlo può essere utile per questo) per rendere pubblica questa vergogna e lo stato da girone infernale in cui da anni versa questo reparto. Non mi si venga a dire che è una questione di risorse perchè allora si che mi incazzerei davvero. Questa è una qeustione di etica del proprio lavoro, di rispetto della dignità umana e dell'altrui sofferenza che NESSUNO può permettersi di calpestare. Chi non è degno se ne stia a casa e lasci il proprio lavoro a tanti altri che lo meritano. Spero che questa proposta non passi nel dimenticatoio, insieme allo spread e al minimalismo politico a cui ci hanno abituato da anni persone che dell'inciviltà e della disonestà hanno fatto il proprio vessillo.
"Qualcuno" dovrebbe fare "qualcosa" al riguardo. Non ci sono spese da fare, ma solo ricordarsi di 2000 anni di cristianesimo!
Basta con le solite sterili frasi compassionevoli, basta con l'indignazione inerte, iniziamo tutti a fare qualcosa!! Iniziamo a denunciare, iniziamo a manifestare, c'è la procura a cui rivolgersi! C'è il tribunale dei diritti del malato! C'è la corte dei conti e poi c'è la stampa!!!!!!! Io da anni sto combattendo da solo contro questo sistema. Sono piccolo, uno dei tanti e mi hanno umiliato, schiacciato, isolato! Ma non demordo .... Il vero dramma e' l'accondiscendenza ed il gregge di Pecore che si trova negli ospedali, negli uffici pubblici e tra le gente!Tutti con le orecchie basse, tutti in silenzio di fronte al Padrone, pronti a subire ogni tipo di vessazione con la speranza che arrivi il proprio turno per ottenere la raccomandazione!!! Una classe dirigente ignorante e succube, prostata al potere!! Ecco cosa ci hanno regalato!!! E tutti zitti ........ Basta!!!!!!!! Basta!!!! Basta!!!!
Se nemmeno di fronte alla morte e al dolore dei congiunti c'è la manifestazione di pietà umana, come possiamo meravigliarci della generalizzata tolleranza al degrado morale che affligge l'intero Paese.
Quel reparto del Mazzini mi fa paura, pure io il 26 dic. u.s. ho fatto visita ad un mio congiunto ivi ricoverato, e posso tranquillamente affermare che in quello stanzone l'aria era pesante, anzi pesantissima. Non era un bel vedere e neanche un bel respirare. Non vedevo l'ora di guadagnare l'uscita. A tratti cercavo di trattenere il respiro come a dire ne faccio entrare di meno di aria pesante. Che stupidata. A pensare che per Chiodi e tutta la sua giunta va tutto OK. Complimenti! Buon anno Giacà. Stò facendo gli auguri di buon anno ad una bella persona. Non posso dire altrettanto del nostro governatore che in qualità di scendiletto di Letta continua a tenere in forza al Mazzini l'attuale manager.
Mio nonno è morto nel 2005 nel reparto di pneumologia, dopo alcuni giorni di degenza durante i quali mio padre, suo genero, è stato con lui notte e giorno. Nessuno ci sgridava se eravamo in più di due accanto a lui, ed anche se la camera era a sei posti (piena) era adeguatamente assistito. Quando si è aggravato e si è capito che ci stava per lasciare (era perfettamente cosciente), e la flebo con gli antidolorifici non scendeva più, ci ha fatto chiamare il dottore, perchè soffriva e forse aveva paura. Il dottore ci ha detto che non poteva far nulla, ma ha preso una sedia, si è seduto accanto a mio nonno, e mentre gli prendeva il polso, gli ha detto che al momento non poteva dargli altri farmaci, e gli ha detto altre cose e che sarebbe ripassato poco dopo. Mio nonno si è sentito rassicurato e considerato e si è subito tranquillizzato. Appena ha cominciato a perdere conoscenza, ci hanno portato un paravento e ci hanno invitato a rimanere con lui in due. Siamo rimasti io e mio padre ed è avvenuto tutto serenamente, l'intimità del nostro caro è stata rispettata da tutti, ed abbiamo ricevuto la giusta assistenza anche subito dopo, quando siamo stati portati in una stanza nella quale, con l'aiuto di un infermiere, abbiamo potuto 'vestire' il nonno. Ancora oggi rigrazio quelle persone, quei signori, dei quali putroppo, date le circostanze, non ricordo i nomi, per aver auto tutto il rispetto per la persona che avevano davanti, pur sapendo che non potevano che accompagnarla alla fine. E scrivo questo a dimostrazione che le cose si possono anche far bene, con rispetto, grazie.
Cosa pensa di tutto questo Chiodi il virtuoso.?Il governatore della Regione,tra l'altro responsabile diretto della sanita' Abruzzese,e' mai stato al quinto piano del nosocomio teramano a constatare la tragica situazione dei pazienti?Credo di no.Chiodi il virtuoso si limita a fare il belloccio in televisione con i suoi proclami elettorali. Poveri noi.
Anche il mio papa' e' deceduto in quel reparto lo scorso 31 agosto, era abbastanza sereno, doveva essere dimesso, invece, quella notte ha cessato di vivere: un pensiero fisso non mi abbandona, ma non puo' essere che questo vecchio e inutile ex lavoratore in pensione, con una indennita' di accompagnamento appena ricevuta, non era piu' in grado di deambulare, poteva costituire un costo eccessivo per chi ci governa? La mia fantasia e' andata oltre all'animalesco egoismo che vive nella nostra civilta'? Il mio pensiero e' avallato dai racconti su' citati, grazie dell'attenzione.

Basta piangersi addosso, agiamo tutti insieme a Giancarlo Falconi. Tutti insieme cacciamo le palle, alziamo la voce. Io ci sarò e spero tanti di voi.

Torno a scrivere dopo un pò su questo blog dove mi ero lamentata dello stesso reparto......... Ma soprattutto torno a scrivere dopo la morte di mio padre, avvenuta nello stesso reparto !!!!! Mi chiedevo come vengono scelti i medici ?? Quali sono i criteri di valutazione della loro professionalità ?? Alla prima domanda è facile rispondere ( Raccomandazioni !!!! o appartenenze politiche !! ), ma vorrei avere l'illusione che siano stati scelti perchè erano i più bravi sulla piazza.................. Allora siamo veramente messi male !!!! Avevo già denunciato l'atteggiamento assolutamento non professionale tenuto da tutta l'equipe medica, tra l'altro mi sembra in circa 15 gg. il primario non sia mai passato !!! Un piccolo plauso solo al personale paramedico che svolge con abnegazione il proprio lavoro, affidandosi purtroppo agli ordini di medici assolutamente incapaci. Si cambiano medicine e strategie a seconda del medico che deve fare bella figura e parlare male dei colleghi .............. LASCIAMO STARE. UNA SOLA COSA. INVITO LA ASL A FARE UNA INDAGINE STATISTICA SU QUANTI MALATI ARRIVANO PRESSO QUESTO REPARTO IN CONDIZIONI NON OTTIMALI ( MA NON TERMINALI !!!!! ) MA ESCONO DALLO STESSO REPARTO SOLO DOPO LA MORTE... CHIODI SVEGLIA !!!!!  PENSACI E RIFLETTI ( Se mi dovessi ammalare, vado fuori anche per un'Appendicite !!!!!! ) Rina

Il momento del trapasso tocca a tutti noi e quindi anche ai nostri dirigenti per cui dovrebbero pensare che anche a loro potrebbe essere riservato lo stesso trattamento che oggi viene fatto ad altri. Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te!!!!!!!
per fortuna al "mazzini" non tutti i reparti sono così, non tutti i medici sono così e non tutti gli infermieri sono così.cerchiamo di non generalizzare...il reparto di medicina, a teramo, è famoso da anni per le sue performance, purtroppo....e per fortuna ci sono reparti in cui medici e infermieri oltre ad essere professionalmente molto validi sono di un'umanità straordinaria.....
Bellissima lettera. Ho perso mia madre nello stesso ospedale, nel reparto donne (sempre medicina) e in circostanze simili. Non aggiungo altro.
le mie più affettuose condoglianze,, è inutile dire che anche la mia famiglia a perso due persone molto care ,e in circostanze non molto chiare .sempre nel periodo natalizio e nello stesso ospedale , non solo ma io personalmente ho sentito una dottoressa del pronto soccorso dire che se è un malato terminale ma perchè lo portano in ospedale noi non possiamo fare nulla ,,,,,,,e lo sappiamo ma un po di UMANITà
Bellissima lettera. Considerazioni: 1) Il problema di questi reparti e che spesso mancano le professionalità' . Per questo l'oncologia si distingue dalla medicina, l'ortopedia dalla fisiatria, la radiologia dalla radioterapia etc. 2) Il messaggio da ricordare è che il malato va' rispettato sempre e in qualsiasi condizione clinica 3) il messaggio che non deve passare e' quello che in ospedale non si deve morire cioè' molti oggi purtroppo hanno un idea dell'ospedale solo come luogo di guarigione e non accettano la morte ( i media, le televisioni, gli avvocati spesso incoraggiano alla cultura del sospetto) e la conseguenza e' quella che viene chiamata " medicina difensiva".
Che dolore, anche io ho perso mio padre quasi in ugual modo ma all'ospedale di Giulianova, 12 anni fa, quando il primario di medicina uomini era un "politico" che non sapeva fare nè il politico nè il medico, ma solo il boia dei poveri malati che capitavano nel suo reparto. Basta dire che mio padre è deceduto a 78 anni , portati benissimo, di broncopolmonite. Io continuo, dopo tanti anni, a sentirmi in colpa per averlo portato in quel lager, dove infermieri e medici e soprattutto primari non avevano nè competenze nè umanità. E pensare che quel politico continua, con la sua faccia da maiale, a fare il politico e a rovinare la sanità abruzzese.
Sempre nel rispetto di quanto pubblicato, per onore del vero, sento il dovere di riferire delle mie positive esperienze durante la lunga degenza di mia madre e la mia, seppur breve , nel reparto di medicina dell'Ospedale di Teramo. Ho trovato grande disponibilità e professionalità adeguata , sia da parte del personale medico che paramedico.
Oggi , nell'assoluto rispetto del dolore delle persone che hanno voluto commentare la loro esperienza, sono qui per rendere giustizia meritata a chi di una professione ha deciso di farne una MISSIONE come tutti i Professori, medici, specializzandi,infermieri fino ad arrivare a chi si occupa dei pasti o per ultimo ma non ultime le persone che eseguono le pulizie generali e lo farò aggiungendo i nomi della mia famiglia per dare controprova che quanto segue non è frutto d'immaginazione ma realtà dei fatti. Ieri (10 Gennaio 2013) alle 23:15 si è spento Giulio Merlini (camera 530) ricoverato all'ospedale civile di Teramo reparto MEDICINA UOMINI (5°piano) all'età di 69 anni a causa di cirrosi epatica. Dall'inizio del ricovero fino al giorno in cui si è spento, io Alessandro Orsetti parente diretto dopo aver letto lo scempio e mi permetto di aggiungere le menzogne della lettera firmata "lettera aperta" e dico questo in quanto sono stato presente di persona assistendo il paziente di giorno, nel pomeriggio, sera e di notte sopratutto mi ritengo obbligato nei confronti di tutto lo "staff" del reparto MEDICINA UOMINI DEL 5°PIANO DELL'OSPEDALE CIVILE DI TERAMO perchè sono stato circondato non solo da professionisti ma sopratutto da persone umane che comprendevano ogni singola situazione ed esigenze dei ricoverati. Prima di tutto voglio assolutamente smentire la voce riportata nella "lettera aperta" dove viene detto che il materasso antidecubito con pompa fu messo lo stesso giorno che fu diagnosticata dai medici e specializzandi di turno sapendo che GIULIO MERLINI non avrebbe potuto alzarsi dal letto onde evitare piaghe e aggiungere problemi al suo male, quindi ritengo FALSO E OFFENSIVO leggere che un paziente avrebbe dovuto pagarlo di tasca propria. - MAI sono state messe nelle camerate LETTI AGGIUNTIVI impedendo così l'operato dei medici e infermieri e sopratutto recando disagi ai visitanti o assistenti. - MAI e poi MAI un decesso è stato messo alla mercee di chiunque anzi se mai il contrario OLTRE A FAR USCIRE DISCRETAMENTE I VISITANTI ALTRUI, TUTTI I TURNANTI IN SERVIZIO SI SONO PRONTAMENTE E DISTINTAMENTE "OPERATI" ALLA PACE E ALLA PRIVACY DEL DECEDUTO con PARETI PORTANTI E QUANT'ALTRO SIA SERVITO PER IL RISPETTO ASSOLUTO. - sarebbe inutile dire che puntualmente OGNI GIORNO è passata la visita che come nel mio caso A RICHIESTA PERSONALE HO ASSISTITO PRESENTE alle diagnosi e alle cure che volta per volta venivano decise. - Spesse volte mi sono trattenuto durante l'intera notte per assistere e con me anche una Ragazza O.S.A. che ho dovuto prendere per motivi di assistenza continua detto questo , sappiate che NONOSTANTE fossimo in due (io parente diretto e l' O.S.A.) OGNI VOLTA CHE MI SONO TROVATO A DOVER CHIAMARE TRAMITE CICALINO MAI! MI E' STATA NEGATA QUALSIASI TIPO DI ASSISTENZA ANCHE NELLE ORE PIU' TARDE DELLA NOTTE E LA RISPOSTA ALLA MIA CHIAMATA E' STATA SEMPRE TEMPESTIVA SOPRATUTTO PERCHE' LE INFERMIERE IN SERVIZIO NON STANNO LI A FARE CUCITO O LE PROPRIE FACCENDE MA GIRANO PER LE CAMERE A CONTROLLARE LE FLEBO, PREPARANO IL TUTTO PER IL TURNO SUCCESSIVO, E ORGANIZZANDO QUANTO POTESSE SERVIRE PER OGNI EMERGENZA. - Ho passato li le feste di natale e fine anno e ammetto a mio stupore convinto che come nei telefilm ci fosse una festa tra infermiere ho visto eseguire il servizio IMPECCABILE come per tutti i giorni precedenti e a seguire. - Per concludere, la mia famiglia non ha conoscenze altolocate e non facciamo parte di nessun partito politico speciale ma nonostante questo, quando la situazione di MERLINI GIULIO ci venne assegnata la camera 530 (l'unica camera singola) sia per non creare disagi a gli altri pazienti ma anche per poter restare vicino a lui negli ultimi momenti tutti insieme parenti e amici. - - - Io Alessandro Orsetti, parente diretto del paziente MERLINI GIULIO ricoverato al 5° PIANO MEDICINA UOMINI DELL'OSPEDALE CIVILE DI TERAMO posso solo dire una cosa dopo essere stato "ospite" per 37 giorni ... GRAZIE a tutti i responsabili , medici , infermieri e assistenti per aver reso gli ultimi giorni di vita del paziente sopracitato più umani di forse quanto avremmo potuto fare noi stessi se fossimo stati a casa. Alessandro Orsetti
In risposta al commento del signor Orsetti desidero fare le seguenti osservazioni: Innanzi tutto, quanto da me riportato nella lettera corrisponde a verità e nessuno, solo perchè la sua esperienza è stata diversa (caso alquanto isolato, comunque, mi pare di rilevare dal numero dei commenti – almeno venti - che confermavano ciò da me notato e dal numero esiguo di quelli che avevano riscontrato il contrario -solo il Suo-), può asserire che quanto da me riportato è falso. In secondo luogo, mi domando come faccia il signor Orsetti ad affermare che ai degenti in condizioni gravi venga immediatamente fornito il materasso antidecubito, che le camerate riservate ai malati terminali non siano affollate, che ai degenti in gravissime condizioni venga fornita una parte mobile o che, se il decesso avviene in corrispondenza dell'orario delle visite, i visitatori vengano invitati ad uscire. Tutto questo per noi non è stato fatto e neppure per il signore vicino di letto di mio padre e, mi viene da aggiungere, neanche per tutti coloro che hanno commentato la mia lettera, fatta eccezione che per lei e il Suo congiunto. Potrei dire piuttosto che Lei non può dire tutto ciò perchè al Suo familiare, a differenza di quanto è accaduto a noi e a tanti altri, (chissà come mai) è stata riservata la camera singola. Non ho difficoltà a dire che comunque mi auguro di leggere nel futuro sempre più commenti di plauso nei confronti del personale ospedaliero del Mazzini; potrebbe essere forse, chissà, il risultato di lettere di denuncia come la mia....... Vorrei piuttosto cogliere l'occasione per esprimere la mia gratitudine all'intero personale dell'ADI, che con grande disponibilità , umanità e professionalità, svolge il proprio lavoro, facendo sentire meno soli i familiari dei malati che hanno bisogno di continua assistenza.
non riesco più a leggere tutti questi commenti spietati senza ribattere. io purtroppo per ho da anni a che fare con questo reparto e sento il dovere morale e civile di dover difendere l'operato,la professionalità e la sensibilità del personale infermieristico,che senza mai risparmiarsi si dedicano completamente ai loro degenti. Io ho assistito mio padre tante volte negli ultimi anni e mai ho rilevato ciò che ho letto. questo è un reparto duro dove purtroppo si muore anche,ma certo questo non è colpa del personale infermieristico,che certamente non gode a vedere la morte tutti i giorni. riguardo al loro atteggiamento rispetto alla morte non è certo di mancanza di rispetto ma semplicemente di distacco professionale e chi non capisce questa cosa si vada a vedere la sindrome di Burn-out. Io mi metto nei loro panni lavorano in due più l'ota con 30 malati molto spesso terminali, altro che mangiare a volte non hanno il tempo di esplicare le personali funzioni fisiologiche,come un normale essere umano...mando un caro abbraccio a tutto il personale!!! GRAZIE.
Esiste una campagna di strumentalizzazione negativa contro il reparto di Medicina,dovuta anche ad una ignoranza degli utenti di quella che e' la malattia,la sua entita',il suo evolversi in rapporto alla vita. E questa denigrazione si riflette sul Primario Medico dr.Dario Di Michele,la cui intelligenza,il sapere scientifico sono di livello superiore.Doti non disgiunte da un comportamento umano limpido,onesto.E' veramente ignobile esprimere giudizi negativi sul Reparto da lui diretto dove Personale Medico e ausiliario si prodiga quotidianamente per alleviare le sofferenze dei pazienti,consci di avere un Direttore di Reparto di alto livello morale ed intellettuale.Senza tema di scivolare in una facile retorica i Teramani dovrebbero essere orgogliosi di avere nella loro ASL un Operatore Medico di tale spessore e che ,tra l'altro,ha rifiutato sempre di esercitare mercimonio nella cura dei Malati.
Cara Marcella solo ora ho potuto commentare il tuo articolo e ti ringrazio per esserti fatta portavoce dei miei stessi pensieri di quei giorni in ospedale. L'articolo mi ha lasciata di stucco e devo dirti che sei anche riuscita ad addolcire la poca educazione degli individui di quel reparto. Per la cronaca io sono la figlia di quel signore vicino di letto del papa' di Marcella. Il mio dolore è stato tanto ma reso ancora più brutto da come sono stata allontanata dal mio papà al momento del decesso. Da quegli individui ho sentito solo dire :tutti fuori siamo troppi........ Non appena sarò piu' libera tornerò a fare una visitina al primario del reparto per ringraziare lui e il suo staff della CORTESE DISPONIBILITA', EDUCAZIONE E SENSIBILITA'. Un abbraccio cara Marcella a presto.