Una donna (f.to Luca Boschi) e una protesta.
Un appello davanti agli uffici dell'Inail.
Un richiamo alle istituzioni europee per una difesa di ufficio contro le presunte discriminazioni che l'hanno colpita.
Si accusa il sindacato, il datore di lavoro, l'ispettorato del lavoro.
Ci mostra un documento, nel quale dichiara di aver fatto presente al sindacalista di turno, l'incongruenza tra il personale dichiarato dall'azienda e gli effettivi lavoratori.
Punta il dito su di un corollario di enti locali e commissioni di pari opportunità.
Si sente abbandonata e vittima di un sistema.
Ha parlato di lavoro nero "sopportato". Legalizzato.
Conclude il suo racconto tra le lacrime " Il vostro non agire e quello delle altre istituzioni, ha permesso alla ditta di usufruire della mobilità avendo personale in nero, licenziando il personale soggetto a mobbing".
Noi eravamo li...testimoni tristi.
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