Dopo la prime dedicate, rispettivamente, ad Enrico Mazzarelli e Flaviano Montebello, passiamo ora ad un nuova puntata della nostra fiction. Non prima, però, di aver fatto una breve premessa.
Nell’affrontare la complessiva riforma del “sistema Paese” e proseguendo un percorso avviato nel 2008 con il c.d. “piano industriale della P.A”, con le leggi n.15 e n.69 del 2009 ed il D.Lgs. n.150/2009, il Legislatore ha avvertito la necessità di intervenire in maniera significativa sulle problematiche della corruzione e dell’eticità dei comportamenti nelle pubbliche amministrazioni.
Frutto di questo intervento è stata la cosiddetta “legge anticorruzione”, la n.190/2012, che contiene misure dirette di contrasto al fenomeno e che ha delegato il governo ad emanare una serie di decreti volti a ridefinire ed ampliare gli obblighi di pubblicità e di trasparenza e le disposizioni in tema di incompatibilità. Ne sono derivati i corrispondenti decreti legislativi n. 33 e n. 39 del 2013.
La nuova puntata della nostra fiction riprende da qui e cioè dall’analisi del D. Lgs. n. 39, approvato l’8 aprile 2013, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 aprile, entrato in vigore lo scorso 4 maggio e che -ed ecco la grande novità destinata a decimare i consigli di amministrazione di mezzo mondo- DEVE applicarsi anche agli incarichi già conferiti e, quindi, anche al nuovo CdA dell’Ente Porto di Giulianova.
Ad averlo stabilito senza mezzi termini è la Civit, ora anche Autorità Nazionale Anticorruzione (vedi inserto de Il Sole 24 ORE di ieri, lunedì 1 luglio 2013).
Il nodo affrontato e sciolto dalla Civit è quello dell’invocato principio del “tempus regit actun” (delibera 46/2013). Recita testualmente Il Sole 24 ORE: “Alcuni si chiedevano se il regime delle incompatibilità si riferisse solo agli incarichi conferiti dopo l’entrata in vigore del decreto (4 maggio 2013). La risposta dell’Autorità è stata negativa, visto che all’art. 9, comma 1, e all’art. 12, comma 1, si precisa che il responsabile anticorruzione deve contestare l’esistenza o l’insorgenza di incompatibilità. Anche per gli incarichi in essere, quindi, andrà verificata la rispondenza al decreto”.
E ancora: “Secondo la Civit non esiste un problema di “retroattività” della norma, in quanto il D.lgs. non rende illegittimi gli atti di conferimento di incarichi ma fa sopravvenire incompatibilità per il loro mantenimento. Di conseguenza l’incompatibilità si applica ai mandati in corso”.
Giova ricordare che il decreto legislativo D. Lgs. n. 39/2013 contiene numerosi casi di inconferibilità di incarichi pubblici.
Il decreto definisce l’inconferibilità come la preclusione, permanente o temporanea, a conferire gli incarichi previsti dal presente decreto a coloro che abbiano riportato condanne penali per i reati previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, a coloro che abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati da pubbliche amministrazioni o svolto attività professionali a favore di questi ultimi, a coloro che siano stati componenti di organi di indirizzo politico.
Con la disciplina introdotta, l’inconferibilità assume una dimensione di strumento di prevenzione della corruzione assurgendo con forza il principio dell’imparzialità.
Per quanto concerne la situazione di due noti esponenti politici giuliesi, Paolo Vasanella e Fabio Ruffini, prescrive che:
- A coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio della regione che conferisce l'incarico, ovvero nell'anno precedente siano stati componenti della giunta o del consiglio di una provincia o di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti della medesima regione o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione della medesima regione, oppure siano stati presidente o amministratore delegato di un ente di diritto privato in controllo pubblico da parte della regione ovvero da parte di uno degli enti locali di cui al presente comma non possono essere conferiti:
a) gli incarichi amministrativi di vertice della Regione;
b) gli incarichi dirigenziali nell'amministrazione regionale;
c) gli incarichi di amministratore di ente pubblico di livello regionale;
d)gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale.
- “Il responsabile del piano anticorruzione di ciascuna amministrazione pubblica contesta all’interessato l’esistenza o l’insorgere delle situazioni di inconferibilità o incompatibilità di cui al presente decreto” (art. 15, comma 1);
- “Lo svolgimento degli incarichi di cui al presente decreto in una delle situazioni di incompatibilità di cui ai capi V e VI comporta la decadenza dall’incarico …..
Ebbene, essendo stato Paolo Vasanella consigliere comunale di Giulianova dal 26 giugno 2009 al 16 dicembre 2012 ed essendo stato nominato Presidente dell’Ente Porto il 13 dicembre 2012, cioè quasi sei mesi dopo dall’aver lasciato il suo posto in Consiglio Comunale, se ne evince che, in base alla delibera n. 46/2013 della Civit, dal 4 maggio 2013 (data di entrata in vigore del D. Lgs. n. 39) egli è in situazione di incompatibilità.
Per tali motivi, dovremmo dedurre come dovrebbe già essergli stata contestata – ai sensi degli articoli sopra citati – l’insorgenza dell’impedimento a ricoprire il ruolo di Presidente dell’Ente Porto, con gli effetti decadenziali che ne conseguono. Perché non è stato ancora fatto?
Anche Vasanella, al pari di Montebello, è dunque incompatibile.
Invisi l'uno all'altro, la sorte avversa li ha accomunati nella loro incompatibilità. Va a finire che adesso fanno pace!
Idem Fabio Ruffini che è stato assessore comunale di Giulianova dal 4 luglio 2009 al 13 giugno 2011 e che è stato nominato componente del CdA dell’Ente Porto il 13 dicembre 2012, cioè sei mesi dopo essere cessato dalla carica di assessore. Perché in questo caso il Responsabile anticorruzione del Comune di Giulianova -che è la Segretaria Comunale- non fa il suo dovere facendo rispettare la legge? Non è consapevole delle gravi conseguenze cui si espone non facendolo?
Per inciso, l’articolo de Il Sole 24 ORE che richiama la delibera n. 46/2013 della Civit era presente nella Rassegna Stampa che tutti i Consiglieri e gli Assessori Comunali di Giulianova ricevono quotidianamente.
Il che può significare una delle seguenti tre cose:
1) Consiglieri e Assessori Comunali non sanno leggere;
2) Consiglieri ed Assessori Comunali solitamente non leggono;
3) Consiglieri ed Assessori Comunali, pur intendendo perfettamente ciò che leggono, si guardano bene dal toccare certi tasti. Nessuno escluso.
La Redazione de I Due Punti
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