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Gabriele Di Pietro da Sogesa a Di Zio

3 minuti

Non volevamo credere alle solite maldicenze e a certe battute ironiche, modello post trasmissione di  "Ballarò" o di "Otto e Mezzo".
Invece è proprio così: Gabriele Di Pietro, 49 anni, fratello dell'ex Presidente del Ruzzo Giacomino Di Pierto, già Vice Sindaco di Bellante in quota PD e, soprattutto, ex Presidente di Sogesa fino al 27 luglio 2011, è oggi tra i collaboratori del Gruppo Deco della Famiglia Di Zio.
Per la cronaca, la Presidenza di Di Pietro giunse al capolinea il 27 giugno 2011 quando, in scadenza di mandato, Diego De Carolis gli subentrò al timone di Sogesa.
Sogesa è stato il braccio operativo del Cirsu che ne deteneva il 51% mentre il restante 49%, nelle mani dalla famiglia Di Zio tramite A.I.A., sarebbe passato molto più tardi al Cirsu  per la “modica” somma di 2,5 milioni di euro.
Oggi ritroviamo Gabriele Di Pietro in un "pezzo" del sistema targato Deco, la Ecor S.r.l. di Spoltore; quella Ecor di cui è Presidente Claudio Galasso, già componente del CDA dal 2003 fino a febbraio 2010.
 
Fino a giugno 2011 Galasso è stato anche Amministratore Delegato della Consac, società d diritto privato controllata per il 51% dal Consorzio Comprensoriale del Chietino per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (CCCR), e per il 49% da un socio privato.
La Deco, Claudio Galasso, Michele De Vito, direttore tecnico del CCCR, e Massimo Sfamurri, Presidente di Ambiente S.p.a. con cui la Deco S.p.a. si ritrova socia -di minoranza- nella società che gestisce la raccolta dei rifiuti in 41 Comuni, tra cui Pescara; tutti loro compaiono in un’informativa della Squadra Mobile di Pescara che li ritrae a pranzo il 21 gennaio 2009 presso lo stabilimento marino "Oriente", a Pescara. lcentro.gelocal.it/regione/2011/04/15/news/un-cartello-di-imprese-per-l-immondizia-1.4831455
Secondo la Squadra Mobile del capoluogo pescarese, quell’incontro per la Deco nasce con un preciso obiettivo: “Convincere i referenti del consorzio e le società dell'area del Chietino a inviare rifiuti nelle discariche di Di Zio e, soprattutto, nel suo impianto di Casoni”.
 
Tornando ai recenti sviluppi della carriera di Gabriele Di Pietro, il suo coinvolgimento professionale nelle attività di una società dei Di Zio, già soci in quella Sogesa di cui Di Pietro è stato Presidente, lascia l’amaro in bocca.
Fatte le debite proporzioni, questa vicenda ricorda quella di Maurizio Gasparri che, cessato dalla carica di Ministro delle Telecomunicazioni, pensò bene di accettare l’incarico di direttore esecutivo della Telit, azienda specializzata nella produzione di cellulari, presieduta da Chicco Testa.
 
E’ importante intendersi su un punto: ognuno di noi è libero di autodeterminarsi nelle scelte professionali e di perseguirle dopo aver messo un "punto e a capo".
Tuttavia la scelta di Gabriele Di Pietro fa riflettere: “Ma come, proprio lui che in Sogesa doveva difendere gli interessi del socio “pubblico” di maggioranza, ora collabora con il suo ex socio “privato”?”
Al nostro amico Di Pietro ricordiamo che chi amministra beni e risorse pubbliche, oltre che essere imparziale nelle sue scelte, deve anche apparire tale, agli occhi dei cittadini e dei suoi ex operai.
La forma è sostanza. Visto l’epilogo di Sogesa, per Gabriele Di Pietro lo è 2,5 milioni di volte in più.

 
La Redazione de I Due Punti
 

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Commenti

poi mi chiedo come mai sn disoccupato! Non è difficile da capire...
siamo in Italia ! tutto è legale come diceva l'altra sera Crozza a ballarò.Mah sono sempre più scandalizzato !
@FDL come te me lo sono chiesto anche io... se può aiutarti a capire meglio.... GIACOMO DI PIETRO dal RUZZO al CONSORZIO AGRARIO REGIONALE saranno geneticamente intelligenti e colti questi DI PIETRO....
Chi ha pagato la manifestazione delle miss?
Pei i manager privati esiste un patto etico di non concorrenza, anche se alcuni pretendono che sia remunerato in busta paga: chi ha amministrato una società non potrebbe assumere incarichi in società concorrenti per almeno cinque anni dalla conclusione del mandato. Lo stesso coriterio dovrebbe valere per il manager pubblico (ancora più rigoroso in quanto portatore e rappresentante di un pubblico interesse) e, a ben vedere, dovrebbe valere per molte altre categorie di soggetti che, attraverso lo svolgimento di funzioni pubbliche, potrebbero determinare condizioni di visibilità e vantaggio personale (es. igiudici che vogliono intraprendere la carriera politica). Ma l'Italia è un'altra cosa.....
Gabriele, quand'è che leggerò di azioni da buon dirigente, messe in atto da te? Peccato, l'ambiente dell'Abruzzo merita di meglio ...
vorrei gentilmente sapere perchè non pubblicate i miei commenti... grazie
Gabriele Di Pietro era considerato elemento prezioso ed insostituibile dal Sindaco Mastromauro. E' forse questo il motivo per cui a Giulianova dopo SOGESA è arrivata RIECO S.p.a. della Famiglia Di Zio, tanto attenta e piena di premure verso tutti (o quasi)? da Primadanoi.it http://www.primadanoi.it/news/regione/8164/Il-monopolio-della-monnezza-… DI ZIO:«HO RAPPORTI CON TUTTI, DESTRA E SINISTRA PERCHE’ SONO APOLITICO» In uno dei rapporti della Squadra Mobile agli atti dell’inchiesta Re Mida si dice che il capostipite della famiglia «ha saputo coltivare abilmente e tessere importanti relazioni con parlamentari e rappresentanti politici o funzionari in quegli enti che ovviamente sono rilevanti per le sue aziende. Di Zio sa benissimo di poter contare, quindi, su soggetti istituzionali ed appoggi politici, certo non per meriti ma per essersi sempre prodigato nell’esaudire qualsiasi richiesta, comprese le assunzioni e soprattutto per l’erogazione di contributi elettorali, che l’indagato utilizza per acquisire determinanti consensi in favore del suo gruppo imprenditoriale». Sospetti di assunzioni clientelari dovranno essere meglio valutati dalla procura che segue alcune tracce. Le indagini conclusesi qualche mese fa hanno preso in esame i contributi soltanto della campagna elettorale regionale del 2008 e delle elezioni amministrative ed europee del 2009 del 6 e 7 giugno 2009. Ad esempio, Di Zio Rodolfo ha effettuato un contribuito in favore del candidato in quota An Lorenzo Sospiri con le implicazioni che ciò ha poi comportato nella vicenda della Ecoemme spa di Montesilvano. In questo caso la procura avrebbe riscontrato presunte azioni per favorire Di Zio in cambio e questo avrebbe mutato il finanziamento lecito in tangente. Altro finanziamento è giunto a Luigi Toppeta consigliere nel cda del Consorzio Comprensoriale Smaltimento Rifiuti di Lanciano il cui presidente era Riccardo La Morgia inviso ai Di Zio. Nei faldoni si documenta un contributo elettorale erogato dalla Ecologica Sangro srl a Luigi Toppeta di 7.000,00 euro. Altro contributo elettorale documentato è quello alla lista civica “Abruzzo Futuro“ di Carlo Masci (ex Udc). In particolare l’erogazione (15.000 euro) avviene su richiesta di Berardino Fiorilli, attuale assessore al Comune di Pescara. Tra i vari versamenti citati anche quello all’ex sindaco di Mozzagrogna, Bussolo, citato anche nell’ordinanza di arresto di Venturoni e Di Zio che però aveva spiegato così il finanziamento. Così come il contributo elettorale viene erogato anche a «Melilla», dalla Deco spa arrivano 7mila euro. Non sembra esserci la prova del contributo ma solo di una trattativa tra Di Zio e Marino Roselli, all’epoca del Pd, che concordava un appuntamento per «un caffè» al bar dell’Arca.

@Caro anonimo, sono al limite della querela. Tutto qui.

DA "IL CENTRO" Rifiuti, le telefonate Gerardini-Di Zio Spunta un locale del dirigente regionale del servizio Rifiuti da affittare all’imprenditore della Deco. Dopo l’indagine sulla discarica di Cerratina emergono gli atti riservati della squadra mobile di Pietro Lambertini PESCARA. «Io devo fare un monumento a Gerardini». L’imprenditore dei rifiuti Rodolfo Di Zio parla così del dirigente della Regione Abruzzo Franco Gerardini: secondo la squadra mobile, il rapporto di confidenza tra Di Zio e Gerardini suscita «gravi perplessità». Franco Gerardini, 57 anni, ex sindaco di Giulianova e deputato con il Pds, dirigente del servizio Gestione rifiuti dal 2005 nominato dal socialista Ottaviano Del Turco e confermato da Gianni Chiodi del Pdl, è indagato per abuso d’ufficio insieme a un altro funzionario regionale, Marco Famoso, 51 anni di Montesilvano: per la procura di Pescara, Gerardini e Famoso hanno arrecato «un vantaggio ingiusto» ai Di Zio negando alla ditta concorrente Iniziative ambientali di Lanciano un permesso per trasformare una cava vicino alla discarica di Cerratina (Lanciano) in un deposito di rifiuti. Secondo la pm Anna Rita Mantini, alla Ecologica Sangro srl dei Di Zio, invece, sono state concesse due autorizzazioni per lavori di ampliamento della discarica di Lanciano. Con un memoriale di 38 pagine redatto dall’avvocato e SINDACO DI GIULIANOVA, FRANCESCO MASTROMAURO, Gerardini ha rigettato l’accusa e chiesto l’archiaviazione. LA «PEDINA». Ma di Gerardini si parla anche nell’inchiesta sull’inceneritore di Teramo: in questo procedimento, il dirigente non è indagato ma l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari del 22 settembre 2010 a carico dell’ex assessore regionale alla Sanità LANFRANCO VENTURONI e di Rodolfo Di Zio definisce Gerardini «una pedina fondamentale nel gioco della coppia Venturoni-Di Zio». «Non vi è prova», così scrive il gip Guido Campli, «che Gerardini abbia ottenuto una contropartita. Alla luce delle risultanze investigative deve ritenersi, piuttosto, che il funzionario, essendo la sua nomina intrinsecamente fiduciaria e, dunque, soggetta ai mutamenti del quadro politico, abbia semplicemente scelto di servire il nuovo padrone. E avendo bene inteso che l’attuale gruppo politico di comando sia schierato con gli interessi di Di Zio, non ha esitato a prenderne le parti». L’ASSESSORE OMBRA. Secondo la squadra mobile, Gerardini è più di un dirigente regionale, quasi un assessore-ombra: «Che Gerardini sia il riferimento essenziale all’interno della Regione Abruzzo per il settore dei rifiuti (ma lo è anche per Di Zio)», recita un’informativa al pm Gennaro Varone, «lo si rileva anche nel corso di un colloquio tra Di Zio e Camillo Sborgia (consigliere provinciale Idv non indagato, ndr), al quale confidenzialmente viene riferito che in pratica Gerardini nella passata amministrazione fungeva da effettivo assessore». Di Zio: «No, mannaggia, quello pure del partito vostro è, mo’ non mi viene il nome, su, quello con la barba». Sborgia: «Ah, coso, Caramanico (l’ex assessore all’Ambiente Franco Caramanico, oggi consigliere regionale di Sel, non indagato, ndr)». Di Zio: «Caramanico, sì, Caramanico non è che non ha fatto niente, non ha fatto per niente l’assessore, lo faceva Gerardini l’assessore». Sborgia: «Ha fatto comandare Gerardini?». Di Zio: «No l’ha fatto comandare, Gerardini faceva l’assessore». Sborgia: «Mannaggia mo’ se ne va». IL NEGOZIO. In una conversazione del 5 dicembre 2008 tra Di Zio e Gerardini, determinante per la squadra mobile ma non per la procura, si parla di un locale da affittare in via Turati a GIULIANOVA. Ecco la telefonata. Di Zio: «Io avrei bisogno di un locale a Giulianova, siccome ti sei di là conosci, mi potresti dare qualche indicazione. Se io domani trovassi mezz’ora per scappare su prima di mezzogiorno, tu». Gerardini: «Ah, un locale, per che cosa?». Di Zio: «Un negozio». Gerardini: «Ah». Di Zio: «Sì». Gerardini: «Perché ce ne ho uno di famiglia io, di mio padre». Di Zio: «Oh, allora, fammelo vedere». Gerardini: «Eh, va bene». Il giorno dopo, annota la squadra mobile, Di Zio e Gerardini si incontrano. Gerardini: «Pronto?». Di Zio: «Buongiorno». Gerardini: «Heilà, grande capo». Di Zio: «Porto dieci minuti di ritardo». Gerardini: «Eh, non ti preoccupare». SECONDA PARTE Rifiuti, il piano di Di Zio per l'inceneritore I legami con Gerardini e anche il tentativo di avvicinare Sorgi, dirigente della Regione di Pietro Lambertini PESCARA. «Perché le persone importanti, quando tieni una persona buona, tieni una persona buona». Parola di Ettore Ferdinando Di Zio, patron della Deco spa insieme al fratello Rodolfo Di Zio. In un colloquio intercettato i due imprenditori parlano di come «avvicinare» il dirigente regionale Antonio Sorgi, capo di Franco Gerardini. Il retroscena è raccontato in un rapporto della squadra mobile lungo 346 pagine che fotografa la facilità dei vertici della Deco di Spoltore di stringere alleanze con politici e funzionari apicali dell'amministrazione regionale. GERARDINI. Secondo la squadra mobile, come riporta l'informativa redatta dal sostituto commissario Giancarlo Pavone e controfirmata dall'ex dirigente Nicola Zupo, il dirigente regionale del servizio Gestione rifiuti Gerardini, 57 anni, ex sindaco di Giulianova e deputato Pds, è «determinante» per i Di Zio: tra Gerardini e i Di Zio pare esserci un legame di confidenza e, in un'intercettazione, si parla di un locale del dirigente da affittare agli imprenditori. Gerardini non è indagato in questo procedimento: il dirigente è sotto inchiesta, per abuso d'ufficio, per due permessi all'Ecologica Sangro, un'altra ditta dei Di Zio, riguardo alla discarica di Cerratina a Lanciano e negati a un'impresa concorrente. Per l'informativa, i Di Zio provano ad «avvicinare» Antonio Sorgi (non indagato, ndr), capo di Gerardini e dirigente dell'area Ambiente della Regione Abruzzo, per ottenere il sì a un termovalorizzatore da costruire a Teramo o a Città Sant'Angelo. SORGI. Il dettaglio, dicono i Di Zio, è che «Sorgi è una brava persona» e mette in discussione il loro «monopolio» nel ciclo abruzzese dei rifiuti. Ecco il colloquio del 9 agosto 2009 tra i fratelli Rodolfo, indagato nel filone teramano sulla Team, ed Ettore Ferdinando, indagato nella costola Ecoemme di Montesilvano. Rodolfo: «Mo' vediamo un po' quello che ci viene fuori. Io sto lavorando molto sul fatto di fare un impianto solo speriamo che, solo che ci stà quel cazzo di Sorgi». Ettore Ferdinando: «Non si riesce». Rodolfo: «Eh, difficile, perché ha preso quel cazzo di comando». Ettore Ferdinando: «Sorgi, dovremmo vedere come cazzo si può avvicinare perché Sorgi è importante». Rodolfo: «Sorgi aveva fatto una società con coso, perché tra l'altro è una brava persona, lui ed altre due». Ettore Ferdinando: «Amico». Rodolfo: «Chi?». Ettore Ferdinando: «Il geometra nostro». Rodolfo: «Eh, non è sicuro». Ettore Ferdinando: «Eh, però, qualcuno per entrarci». Rodolfo: «Eh ci sta, chi ce l'ha messo chi è coso, il senatore, hai capito? Io l'ho detto, pure, ma perché Sorgi non si calma a dire 'ste cazzate». Ettore Ferdinando: «Dicono che è una brava persona». Rodolfo: «Sì una brava persona, lui ha sempre parlato di monopolio, monopolio, monopolio, monopolio. Mo' parlando sempre di'sto cazzo di monopolio, tu arrivi che rompi pure i coglioni». «COMANDIAMO NOI». In un'altra conversazione con il fratello, del 30 gennaio 2009, Rodolfo sembra sicuro di riuscire a influenzare le scelte della Regione grazie una benedizione dall'alto. Rodolfo: «A Sorgi già gli hanno tagliato i piedi e gli hanno spuntato la coda, Sorgi caro mio, mo' con noi che comandano solo loro... che comandiamo solo noi». Ettore Ferdinando: «Ce l'ha con noi». Rodolfo: «Gli è arrivato un siluro mo', gli è arrivato un siluro dal presidente diretto... un candidato del». LE REAZIONI. «I rapporti tra politica, funzionari e Deco vanno oltre la normalità», così interviene il segretario regionale di Rifondazione comunista Marco Fars, «consigliamo a Gerardini di passare ad altro incarico in Regione per dimostrare la sua estraneità alle contestazioni e fugare ogni dubbio in merito a quanto traspare dalle intercettazioni. Non possono esserci ombre sui soggetti pubblici, a cominciare dal presidente Gianni Chiodi che ha già perso due assessori su questo terreno».
Hanno parenti nella zona molisana? Cosa si fa ad avere tutto sto potere?
Innanzitutto non capisco il nesso tra l'indagine in corso sulle vicende della famiglia Di Zio che per inciso non ha ancora visto celebrata nemmeno l'udienza preliminare con l'attuale collaborazione del Signor Di Pietro con la Ecor. Non mi risulta che il Signor Di Pietro sia oggetto di indagini o sia inquisito nello stesso filone dei Di Zio. Non esiste alcun patto di non concorrenza per i manager pubblici in relazione al settore nel quale hanno svolto la propria attività e non è nemmeno difficile capire il perchè. Un giornalista serio non si limiterebbe ad instillare il sospetto nei suoi lettori senza muovere accuse precise e circostanziate. No no. Troppo facile dire che sono tutti ladri...gli altri. I servizi che oggi vengono svolti dalle società dei Di Zio (vedi Rieco Spa) sono tutti frutto di assegnazione a mezzo gara di appalto (evidenza pubblica) regolarmente svoltesi e passate al vaglio dei TAR e della CORTE DEI CONTI. Se qualciuno dei signori ha qualcosa da dire lo faccia facendo nomi e cognomi e citando fatti specifici. Per quanto riguarda Giulianova il SIndaco Mastromauro ha intimato la società Ecologica Sangro Spa a mezzo lettera raccomandata ad iniziare il servizio di raccolta e trasporto ormai non più gestito dalla Sogesa causa procedura di liquidazione (alias fallimento) al fine di evitare l'emergenza sanitaria ormai prossima. Entro la fine dell'anno verrà espletata regolare gara di appalto alla quale TUTTI POTRASNNO PARTECIPARE. Nel frattempo la tanto vituperata ECOLOGICA SANGRO SPA ha assunto tutti gli ex operai della Sogesa, cosa che nessuna società avrebbe fatto a seguito di ordinanza della durata di 6 mesi. Vi pregherei di finirla con questo pressapochismo e di iniziare, se ne avete, a proporre idee alternative invece di puntare solo il dito. E ricordo a tutti i lettori che SIAMO TUTTI INNOCENTI DI FRONTE ALLA LEGGE FINO A SENTENZA DEFINITIVA. Saluti