Teramo non ha un assessore alla cultura. Significa che non si occupa di cultura. Assioma perfetto. Dicotomico ascoltare la politica che farà di tutto per salvare il Braga.
Dopo aver tagliato i fondi? Siamo in campagna elettorale. I teramani, sono anzi siamo, i soliti beoni. Andiamo avanti per slogan , per corrente, per famiglia, per compari.
Troppo faticoso cercare un confronto, una critica, un'analisi concettuale. Vi ricordo che il sindaco è un nostro stipendiato così come l'assessore regionale o l'onorevole di turno.
Il Braga è morto. Non diventerà mai Conservatorio ed è stato ucciso dalla sua amata Teramo.
La musica del Braga è stata stonata dall'invidia, dall'accidia, dalla pavidezza di chi non ama la propria Terra. Io mi sono innamorato con la musica.
Io ho detto ti amo con la musica. Io vivo grazie alla musica. Io scrivo con la musica e pensare che la mia Città, insegna musica da oltre cent'anni, mi rende orgoglioso.
Abbiamo lasciato che Intermania venisse derubata di tutto e tutti. Non abbiamo più l'anima... s'odono altre parole...musica Maestro....
"Oggi ho avuto una bruttissima sensazione. Sono stato nella piazza principale della mia città per partecipare ad una manifestazione, quella organizzata dal liceo musicale "Braga" di Teramo, a rischio di chiusura. Il liceo musicale "Gaetano Braga" è l'istituzione musicale più antica d'Abruzzo, ma grazie ad un colpevole lassismo della classe politica teramana del passato, non è riuscito a diventare, come merita, un Conservatorio statale. Cosa riuscita a L'Aquila e Pescara, con politici più solerti.
Ebbene, mi sono trovato di fronte alla tristissima realtà: una città di 55.000 abitanti non è riuscita a riempire una piazza. Assurdo, vergognoso, inenarrabile. Tolti gli studenti e i docenti, saremmo stati non più di una cinquantina.
Io non ho studiato al "Braga", ma lo sento mio in quanto teramano. E non è perchè faccio il musicista. Sicuramente avrei manifestato anche se fosse stato a rischio qualsiasi altro simbolo della mia città.
Invece i mie concittadini se ne sono fregati. E ancor più grave è che se ne sono fregati anche molti diplomati del "Braga", molti musicisti, musicanti, uomini di "cultura" in genere.
A queste persone dico che è troppo facile riempirsi la bocca di parole inutili quando non si riesce a essere uniti neppure per far fronte ad un'emergenza del genere.
Il nostro liceo musicale è sull'orlo della bancarotta e stamane in piazza Martiri della Libertà eravamo quattro gatti, il tutto ripreso da TG3 e tv locali, tanto per amplificare la bella figura.
Mi sono vergognato di essere teramano e sono amareggiato, ma probabilmente sono io che vivo sulle nuvole.
D'altronde questa è la stessa città che nei primi anni '60 ha buttato giù uno splendido teatro ottocentesco, dove impera la cultura dell'aperitivo e "de lu magnà", possibilmente a scrocco. Dove regna indististurbata la cosiddetta "vernecchia", cioè il pettegolezzo, spesso cattivo, raccontato anche da un mio famoso concittadino (Ivan Graziani, "Maledette malelingue").
Quando perde la cultura, perdiamo tutti". (Paolo Di Sabatino)
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