Abbiamo scritto tanti articoli sule rovine di Piazza Dante a Teramo. Dal primo giorno dell'inaugurazione di un'opera privata con il mitico Gianni Chiodi, onorevoli, consiglieri, Sindaco e ammennicoli vari ad ammirare le colonne di cemento e l'ascensore che andava su e giù. Su e giù. Intanto quella rampa che rovina la visuale di Villa Palma e la chiesa dei Cappuccini, grida vendetta. Urla.
Intanto il piano raso non è tornato di patrimonio pubblico.
Intanto anticipiamo al posto dei privato i pagamenti ai mirabili tecnici.
Intanto Gianguido D'Alberto, capogruppo del partito democratico, ci invia l'ennesima nota a margine " Le recenti dichiarazioni del Sindaco Brucchi sul parcheggio del piano a raso di Piazza Dante hanno il sapore di una resa politica e ci prospettano l’ennesimo fallimento amministrativo del centrodestra cittadino.
Come è emerso anche nel corso delle riunioni della Commissione di Garanzia, la rinuncia alla realizzazione delle opere di sistemazione e arredo della Piazza, definito più volte come obiettivo strategico di questa Amministrazione, sembra dipendere dal venir meno della copertura finanziaria del progetto e non, come asserisce il Sindaco, dalla carenza di parcheggi in città a causa della situazione del vecchio stadio comunale.
Perché il Sindaco e la sua giunta non sono capaci di pretendere, nell'interesse pubblico, che venga applicata correttamente la convenzione stipulata con la Società che gestisce il parcheggio?
Per quale ragione si stanno impiegando tempi biblici per la rimodulazione del Piano economico finanziario stabilito per l’intera operazione?
Di fatto, le innumerevoli scadenze, previste e mai rispettate, hanno avuto per effetto indiretto uno smantellamento progressivo di alcuni punti cardine della Convenzione posti a garanzia dell'interesse pubblico.
Al riguardo, la recente delibera n. 236 del 10 luglio 2014 con cui il Comune si è accollato l' "anticipazione" del pagamento dei corrispettivi dovuti ai collaudatori, per una somma complessiva di circa 37.000 euro, costituisce solo l'ultima delle numerose "deroghe" alla Convenzione la quale, all'articolo 11, stabilisce, invece, in modo chiaro che i relativi oneri devono essere posti a carico del Concessionario.
Come è noto, infatti, il termine di scadenza della gestione del parcheggio a pagamento da parte della Società concessionaria, che la convenzione fissava al 31 marzo 2011, è stato più volte differito con una serie di proroghe temporanee che hanno spostato nel tempo la riconsegna della piazza alla città e che hanno creato disorientamento e incertezza nei cittadini.
Ed è assolutamente inaccettabile, oltre che di dubbia legittimità, il fatto che ad oggi si permanga in una situazione di proroga indefinita sulla base di un atto, la Delibera di Giunta n. 204 del 28 maggio 2013, che, oltre a sanare una fase pregressa che si reggeva su un consenso tacito, prolunga senza un termine certo, di fatto sine die, la gestione dei parcheggi da parte della Società, senza possibilità di effettuare una preventiva quantificazione del valore economico della indeterminata gestione supplementare e con evidenti ripercussioni sull'interesse pubblico.
La precarietà della situazione, che ha dato luogo ad un contenzioso ancora in atto e che espone il Comune ad un rischio altissimo, denota una imperdonabile carenza di programmazione ed impone all'Amministrazione di esprimersi in modo chiaro, una volta per tutte, in merito alla reale volontà politica-amministrativa sulla vicenda, investendo della questione anche il Consiglio comunale, che si è espresso inspiegabilmente solo nel 1999 su un progetto peraltro embrionale, affinché sulle sorti di una zona nevralgica della nostra città possa esprimersi, anteponendo l'interesse pubblico ad ogni altro interesse, l’organo rappresentativo dell’intera collettività teramana".
Fate Vobis...
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