Quante volte ho accompagnato i miei amici da Prati di Tivo al Rifugio Garibaldi. L'anello di Campo Pericoli al dito come sposo da Montagna.
Il Gran Sasso, la cascata di Rio Arno, la grotta dell'oro, le capanne dei pastori, il Duca degli Abruzzi, i camosci, i lupi, gli spinaci selvatici, l'aroma del caffè sulla brace, il caffè di montagna e quel famoso gusto che ci guadagna. I pensieri, la somma delle delusioni, i dubbi e il passo leggero e costante.
Quante volte da solo (non si va mai soli in montagna) con il mio zaino carico di tempo e altro, ho raggiunto la bellezza solo per leggere il giornale e tornare indietro. Quante volte e quante ombre ho abbandonato nel sentiero.
Poi ti capita di parlare con Luisa di Luigi e di leggere un blog, un articolo, blogilpensiero.wordpress.com/2012/10/08/quei-maledetti-rifiuti-al-rifugio-garibaldi/ capisci che qualcosa, che qualcuno, un essere umano ha offeso, dileggiato, violentato, un bene di tutti, protetto come l'aria, l'acqua.
L'uomo che abbandona i rifiuti in montagna come ovunque è colpevole di lesa maestà. Ci ruba il futuro e il rispetto per noi stessi. La nostra natura. Chi è il colpevole? Chi doveva controllare? Chi ci deve tutelare? Chi si occuperà del recupero dei rifiuti? Vogliamo delle risposte, subito.
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Grazie a voi per gli interventi.