Abbiamo fame.
Non è una questione di cibo, di alito amaro o come dice il mio amico medico, dall'odore di acetato, di mal di reni, mal di schiena, debolezze varie, ma un motivo di buona amministrazione e politica.
Non ci aspettavamo un mea culpa da parte dell'Amministratore Unico dell'Ater di Teramo, Marco Pierangeli, impossibile, perchè quei signori di un tempo non esistono più da molte generazioni.
Oggi discutiamo, parliamo, ci confrontiamo con i supereroi de noialtri, che pur privi di curriculum ti rispondono come se avessero diretto in precendenza il cda della Fiat.
Non è colpa loro....si disegnano in questo modo.
Scarabocchi.
Intanto Tonino continua lo sciopero della fame per sua moglie Liliana.
Intanto Sergio continua il suo sciopero della fame per tutti.
Continuiamo per quel bacio di Tonino a Liliana e per tutti i disabili che aspettano l'applicazione di una legge.
Le famose barriere architettoniche.
Lucidi prigionieri di un corpo.
I conti?
Residui del 2013 richiesti a marzo 2014.
Accantonamenti.
Domanda protocollata nel marzo 2013.
Voci ed echi di bilancio che non ci riguardano.
Marco Pierangeli è pagato dai contribuenti per trovare una soluzione.
La politica ha nominato Marco Pierangeli perchè fosse rappresentata in quell'ente.
Sono tutti responsabili.
Una speranza?
La riunione di oggi in Regione, in cui Kafka, potrebbe suggerire a Musil, la giusta morale ed etica del lavoro.
Senza speranza?
Continueremo lo sciopero della fame con una e mille manifestazioni davanti all'Ater.
Un anno di attesa.
Un anno di promesse.
Un anno di rinvii.
Un anno di affanni e crisi respiratorie.
Un anno di Liliana che pesa come venti dei nostri fortunati.
Liliana che ti da la mano e ti sorride.
Sento il suo imbarazzo e m'imbarazzo.
Ringraziamo la Commissione delle Pari Opportunità della Provincia di Teramo e gli amici che ieri ci hanno abbracciato in ospedale...anche quelli che ci hanno tolto l'amicizia, anche Cristina, malata di distrofia muscolare che voleva iniziare lo sciopero della fame.
Lei è presidente di un'associazione di malati terminali.
No...tu non puoi...e mi commuovo.
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