La proprietaria dei libri lasciati in strada, dice di aver bussato a molte porte, prima di decidersi a chiamare la Team, in attesa del ritiro speciale. Non specifica chi ha chiamato e quando, non ne fa i nomi, fornisce solo indicazioni bastevoli a capire che si tratta di persone che vengono pagate e ritirano mensilmente uno stipendio in quanto operatori culturali. Hanno risposto di non sapere che farsene dei libri di cui la signora intendeva disfarsi, dovendo far posto nello studio professionale di suo marito, in occasione di un trasloco, ad altri libri. Non hanno saputo fornire alcuna indicazione alternativa. Così la signora, alla fine, ha chiamato la Team che ha fissato il passaggio del suo camioncino per le ore 12.
Per fortuna il camioncino è passato solo alle 13, quando ormai i libri rimasti erano pochi, che non si sono salvati dal naufragio del macero e della discarica, perché non sono riusciti a convincere o a sedurre a sufficienza, o forse semplicemente non hanno fatto ancora in tempo, quanti, numerosissimi, fin dal primo momento si sono avvicinati alla montagna di libri, e hanno preso a scegliere secondo i propri gusti e le proprie predilezioni: lì una grammatica tedesca, qui un’antica edizione di Dante curata da Papini, là un opuscolo dell’avv. On. Enrico Presutti, autografato, qua una bella edizione di un romanzo Neera pubblicato dall’Editore Madella ai primi del Novecento.
Sembrava, ed io mi sono trovato presente, impotente e incredulo, una scena di un film neorealista, una specie di assalto ai forni di manzoniana memoria, un “fila e tessi” di persone che immergevano le mani nel mucchio di libri per salvare dal naufragio questo o quello. E i libri erano lì, che chiusi o aperti, sembravano implorare, suggerendo di essere scelti per scampare alla sorte che li avrebbe visto finire insieme a vecchi televisori, a resti di lavatrici e ad altra immondizia indifferenziata. Sarebbe stato già tanto finire tra carta e cartone, ma non era certo. C’era anche Pino il rigattiere, tra gli improvvisati operatori culturali di una “Fahrenheit 451” al contrario. Nel famoso libro di Ray Bradbury, in una allucinante società del futuro, si cercano gli ultimi libri scampati a una distruzione sistematica e conservati illegalmente, per bruciali. Qui, in una allucinata società del presente, si cercavano i libri destinati alla discarica per salvarli dalla distruzione.
Ho notato tra i libri che non si sono salvati e che poi sono finiti nel camioncino della Team una bella edizione di una serie di racconti di primo novecento, un opuscolo autografato dall’autore, un codice di leggi commentato e chiosato, una raccolta di poesie. Per fortuna sono finiti nel furgoncino di Pino bei libri rilegati e tomi di un certo interesse, parte dei quali Pino ha tenuto per sé e parte ha scaricato da un giovane avvocato che se li era scelti e li aveva destinati nel proprio studio.
La serie di fotografie che ho personalmente realizzato testimonia l’atmosfera di meraviglia, di stupore, perfino di rammarico, che contrassegnava la scena di chi frugava tra i libri, ci riporta il senso di un clima medievale e la sensazione di “strage degli innocenti” che aleggiava. Dal naufragio di libri la maggior parte dei naufraghi si è salvata. Provo pietà per quelli che non sono riusciti a salvarsi e sono finiti nel camioncino della Team. Per fortuna sono pochi.
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