Luca ha poco più di vent’anni. Ha lasciato l’Abruzzo per preparare il suo futuro al Politecnico di Torino.
Luca ieri era in piazza con il suo cellulare e ha ripreso quello che il suo cuore dettava. I suoi giovani occhi hanno visto una verità che la televisione non ci racconterà mai.
Luca si è commosso davanti ai poliziotti che sono tornati uomini tra gli uomini, togliendosi i caschi e rompendo il muro dell’istituzione.
Luca ha applaudito con gli altri quel gesto liberatorio e di condivisione delle Forze dell’ordine.
Luca non ha visto terroristi tra la folla, ma giovani, adulti e anziani in lotta contro la precarietà della vita.
Luca ha pianto con la rabbia di chi vuole cambiare le cose.
Luca ha ragione quando legge tra le righe una speranza. Perché questo deve essere ancora un Paese dove è bello nascere e morire.
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