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Cartelli luminosi Illegali?

di Miss Marple
3 minuti

M'illumino d'immenso. Beh, non proprio così come intendeva Ungaretti quando scriveva questi versi a Papini sul retro di una cartolina postale ma la città sì si sta illuminando ben bene. Si illuminano gli alberi di piazza Garibaldi con serpentine luccicose avvoltolate sui tronchi. Si illumina Porta Melatina. E si illumina pure Porta Reale, per i più alla buona per sempre “Porta Madonna”. Si illuminano i corsi, vecchi e nuovi. E si illumina  pure la rediviva via Mario Capuani. Si illuminano le vetrine dei negozi, quelli più eleganti e dove tintinnano i registratori di cassa, e si illuminano (ma un po' più tristi) pure quelli che “mi sa che a gennaio chiude” perché hai visto mai che un po' di led aiutino a risollevare qualche magro incasso? Si illuminano tutte le lanterne della pubblica illuminazione in centro storico che da tempo immemore avevano collezionato, in ordinata stratificazione, gli effetti annosi di acqua, polvere e  chi più ne ha più ne metta perchè l'amministrazione ha deciso di darci di olio di gomito e strofina. Si illumina lo stradone e pure viale Crispi. E si illuminano di una luce particolare. In mezzo a tanto sfavillio di luci natalizie  e di “pulizie pasquali” non passa inosservata la comparsa di un consistente tabellone luminoso di quelli tipo multipubblicità per intenderci, artisticamente posizionato su via Po. Bruttino è bruttino. Incombe con poco gusto sopra un'agenzia di pompe funebri e per uno strano effetto ottico da lontano sembra appeso al balcone di un palazzo. In quattro e quattro otto, è spuntata intanto un'iniziativa gemella: per il momento una impattante struttura a sostegno di metallo blu per un “qualcosa” che si intuisce sarà similare, ma di proporzioni maggiori, a quanto già svetta in via Po. La brutta struttura impattante è spuntata, zitta zitta, quatta quatta, proprio lì dove fino a qualche mese fa sopravviveva affezionato un unico albero superstite. Bene. Teramo si promuove. E' città di cultura e quindi anche di gusto. Anzi di buon gusto. Le facciate dei palazzi del centro storico gridano vendetta: nessun incentivo, fa sapere il Comune, per i proprietari che decidano di metterci mano perchè le casse comunali piangono e i privati se la vedano da soli. A patto che presentino il loro bel piano di recupero ad un'apposita commissione che decida, ad esempio, se il colore scelto per la facciata sia giusto oppure no, secondo comparto. E tutto questo non può che fare piacere ai teramani amanti del bello. Del buon gusto. Ci mancherebbe. Ma se siamo sensibili al bello, all'estetica come possono poi farsi largo situazioni imbarazzanti, antiestetiche, “sbilanciate” come quelle spuntate guardinghe a Natale in via Po e in via Crispi che centro storico non sono ma sono anzi penalizzate da carichi di traffico ed imbottigliamenti di tutto rispetto? Perchè aggiungere penalizzazione ad altra penalizzazione? E' chiaro che c'è un ritorno economico per le casse comunali, ma il brutto, il volgare, ciò che appesantisce l'ambiente in cui si vive viene adeguatamente, come si dice con un brutto termine, “ristorato”? Non sarebbe invece il caso di cominciare a spegnerla, adesso, qualche luce o quanto meno di “contenerne” effetti e proporzioni?

 

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Commenti

ma e'stata fatta una gara d'appalto, o si è proceduto come al solito all'affidamento d'urgenza agli amici degli amici?a quali condizioni è stato possibile impiantare simili strutture, quali sono i ricavi dell'amministrazione che con la pubblicità visiva e la cartellonistica incassa piuttosto bene...era necessario implementare con pannelli led la cartellonistica, e a quale rapporto costi/benefici....sottraggono ovvviamente pubblicità e introiti al comune del quale fa parte l'attivissimo assessore DDS....ma come mai non si è detto nulla in fase progettuale, a parte laconici comunicati stampa...possibile che a Teramo non ci fosse nessuno interessato ad un simile business? buon cartellone a tutti...