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Abruzzo: giochi d'Ombrina

di Susanna Ciminà
13 minuti

L’Abruzzo la “verde” d’Europa è regione petrolchimica.
La Strategia Energetica Nazionale [Decreto Interministeriale 8 marzo 2013] individua, infatti nella nostra regione un vero e proprio distretto energetico fossile con un elevato potenziale di sviluppo degli idrocarburi.
Nel contesto delle nuove attività estrattive per il Sud Italia si inserisce Ombrina Mare, che rischia di fare da apripista alle nuove trivellazioni.

Ragioniamo un po’…
Con i numeri che vengono fuori dall’operazione sull’intero parco nazionale, sembra si tratti di una prospettiva che temo non ridurrà né la bolletta energetica, né le importazioni dall’estero. Stime dello stesso Ministero dello Sviluppo Economico affermano che le riserve certe di petrolio disponibili nei fondali marini italiani, sarebbero pari a 10,3 milioni di tonnellate, che coprirebbero ai consumi attuali solo 7 settimane del fabbisogno nazionale.
Un vero paradosso per il Bel paese.

Ombrina Mare è un programma di sviluppo di idrocarburi liquidi e gassosi della Medoilgas Italia S.p.a. società del Gruppo Mediterranean Oil & Gas Plc, quotata all’Alternative Investment Market(AIT) di Londra.
L’intervento interessa un tratto della costa dei Trabocchi, che ha sempre costituito un polo d’attrazione per le compagnie petrolifere.

Piccolo inciso storico.
La “Costa dei Trabocchi”, assume il nome, appunto, dal trabocco, antica e tipica costruzione marinara, che è frequente incontrare sulla costa, di cui è diventata il simbolo. Le origini dei trabocchi sono in parte  ancora oscure. Pare comunque certo che la loro costruzione risalga all’VIII sec. d.C., quando contadini-pastori, non esperti di flutti e di barche, intuirono però che potevano integrare il loro  raccolto agricolo, proiettandosi sul mare aperto con veri e proprio prolungamenti della terra, ovvero con palafitte piantate sugli scogli sottostanti.
Oggi, dopo un periodo di scarso utilizzo e di oblio, i trabocchi sono tornati al centro dell’attenzione (e non solo dei turisti),  anche grazie ad una legge della Regione Abruzzo, emanata nel 1994, che ne promuove il recupero, considerandoli importante patrimonio culturale e ambientale, vere e proprie opere d’arte da trasmettere ai posteri.
Grazie a questa legge,  molti trabocchi, ormai in stato di degrado, sono stati recuperati e resi funzionanti, divenendo  il vero motivo di attrazione della costa su cui sorgono.
La loro primitiva architettura, le vecchie reti, gli utensili di lavoro raccontano storie di epoche  lontane ed emanano un fascino d’altri tempi, che accende l’immaginazione e stimola la curiosità di tutti coloro che al misterioso mondo dei trabocchi si accostano (o meglio alla  luce di Ombrina Mare) che vi si sono accostati.

L’operazione.
Dopo le prime indagini condotte dall’Agip nel periodo 1955-1970 e dopo una serie di battute d’arresto e riprese dell’operazione, durate quasi 60 anni, in data 22 novembre 2012 il Ministero dell’ ambiente comunica alla provincia di Chieti, ai comuni di Ortona, San Vito Chietino, Fossacesia e Vasto e per conoscenza alla Regione Abruzzo, alla Società Medoilgas Italia S.P.A e alla Commissione nazionale Tecnica di Verifica dell’impatto ambientale, il riavvio del procedimento relativo al progetto di Sviluppo del giacimento Ombrina Mare.


Non tutti sanno che….
Il progetto del campo Ombrina Mare prevede quattro tipologie di strutture:
-una piattaforma;
-una nave FPSO(Floating Procuction Storage and Offloading) ;
-Chilometri di condotte sottomarine;
-Pozzi estrattivi.

La piattaforma, che disterà soli 6 km dalla costa sarà costituita da una struttura metallica di 35 X 25 m, alta circa 44 metri a cui saranno collegati dai 4 ai 6 pozzi estrattivi. Tale piattaforma, a quanto dichiarato, non prevede un presidio permanente di personale addetto a bordo.

La nave FPSO, che i più chiamano petroliera, costituisce una vera e propria unità di produzione, stoccaggio e scarico, è una nave permanentemente ancorata lunga circa 320 m e ad una distanza dalla costa di 10 km circa. La cosa interessante è che nella pancia della nave alloggeranno dalle 45 000 alle 50 000 tonnellate di olio.
La nave sarà inoltre allestita con sistemi atti al trattamento di olio e di gas. Quello sulla nave credo costituirà il primo stadio di trattamento del greggio, stadio che porterà probabilmente alla riduzione dello zolfo nell’olio stesso. Lo zolfo è un elemento chimico inodore ed insapore, in buona parte ricavato come scoria di raffinazione degli idrocarburi, per l’appunto. Esso costituisce una sorta di indice di qualità del petrolio: in sostanza se il greggio ne contiene molto non è cosa buona!

Facendo un rapido calcolo il totale delle condotte marine (dichiarato dal progetto) è di 43,5 km. Il serpentone provvederà a connettere la nave FPSO, la piattaforma di Ombrina e la piattaforma esistente di Santo Stefano Mare.
Inoltre, oltre al pozzo di Ombrina Mare è prevista la realizzazione dai 4 ai 6 pozzi, di profondità indicativa di circa 2200 m. Tale profondità è considerata ELEVATA dall’Enciclopedia degli idrocarburi di Eni, la quale chiaramente manifesta e dichiara maggior difficoltà e problematiche nella realizzazione di tali strutture. Dal punto di vista pratico, grandi profondità comportano alte pressioni idrostatiche, basse temperature, grandi sollecitazioni provocate da spostamenti ed azioni dirette di onde e correnti e non vado oltre.

Interessante è ,inoltre, fare un cenno alle riserve ed alla loro stima.
Partiamo innanzitutto con il dire che il  nostro sottosuolo non presenta, come è condivisa credenza, “laghi neri” di petrolio, ma una sorta di melma, maleodorante, densa e corrosiva che necessita di vari trattamenti prima di arrivare al prodotto finale. Siamo quindi, ben lontani dalle fontane di petrolio sapientemente descritte dai film texani!

Quando si parla di  riserve di idrocarburi, si parla di volumi di olio e gas che si stimano possano essere estratti dai giacimenti conosciuti. Lo schema di classificazione delle riserve più diffuso a livello internazionale è quello adottato dalla Society of Petroleum Engineers (SPE) che suddivide, secondo un grado di incertezza crescente, gli idrocarburi scoperti e commerciali in:

-1P (riserve certe e recuperabili al 90%);
-2P(riserve probabili e recuperabili al 50%);
-3P(riserve possibili e recuperabili al 10%).

Pertanto, adottando i criteri SPE, le riserve del giacimento Ombrina Mare, risultano quantificate in:
-Totale olio (annoverato tra 1P+2P): circa 3 754 000 di tonnellate;
-Totale gas (annoverato tra 1P+2P): circa 21 000 000 di standard metri cubi di gas.

Confrontiamo questi numeri con quelli relativi alle risorse 1P e 2P della totalità del territorio italiano:
-Totale olio (annoverato tra 1P+2P): circa 186 908 000 di tonnellate;
-Totale gas (annoverato tra 1P+2P): circa 12 378 500 000 000 000 di standard metri cubi di gas.

Facciamo due rapidi conti: le riserve stimate di Ombrina rispetto al totale nazionale, sono circa il 2% in petrolio e 0.00000017% in gas.
Abruzzesi, dico a voi, ci svendiamo per un 2%?

E se ci si chiede, quanto incide la produzione di Ombrina sul consumo italiano annuo?
Facendo una stima approssimativa e noti i contributi di Ombrina per olio di 150 000 tonnellate e per gas di 840 000 standard metri cubi, si può affermare che essa incide:
- nella misura dello 0.2% sul consumo annuale nazionale di petrolio (domanda energetica italiana di olio di circa 71 836 734 di tonnellate);
e
- nella misura dello 0,001% sul consumo annuo nazionale di gas (consumo di gas annuale italiano pari a 77 917 000 000 di standard metri cubi). 

I numeri raccontano più di qualsiasi altra parola. Hanno un’anima questi numeri, un’anima che grida all’insensatezza dell’operazione.

Oltre il danno, la beffa: la qualità degli idrocarburi.
Il petrolio non è tutto uguale. Affatto. Esiste una classificazione del greggio, in generale effettuata in base a due parametri:
l- il grado API (American Petroleum Institute), che costituisce un’espressione particolare utilizzata per esprimerne la densità;
2- il contenuto di zolfo.

Sulla base dei gradi API il greggio è definito:
-leggero            API>34°
-medio        22<API<34
-pesante            API <22

Sulla base del contenuto di zolfo i greggi sono definiti:
-dolce           S<0.5%
-medio      0.5%<S<1.5%
-acido             S>1.5%

Il greggio del giacimento Ombrina Mare ha grado API pari a 17 e contenuto di zolfo pari a 5,43%, risulta pertanto pesante ed acido, insomma di pessima qualità.
Dire che il petrolio è scadente, in qualità ed in quantità, vuol dire che risulta difficile da estrarre perché posto in profondità, vuol dire che è saturo di impurità sulfuree che vanno eliminate il più vicino possibile ai punti estrattivi.

Dulcis in fundo…
Ai sensi dell’Art. 826 del Codice Civile, in Italia i giacimenti di idrocarburi sono patrimonio indisponibile dello Stato ed il loro sfruttamento è lasciato in concessione ad imprese private che, rispettando i programmi di lavoro approvati, provvedono al pagamento di due quote:
1)    un canone proporzionale alla superficie dei titoli minerari ottenuti;
2)    un canone relativo “di royalties” proporzionale alle quantità di idrocarburi estratta.

Noto il D.Lgs.25.11.1996 n.625 relativo alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi la prima quota prevederà, per Ombrina Mare, un canone annuale pari a:

-10,33 euro * 109,20 kmq =1127,94 euro/anno per i prossimi 3 anni.

Cifra assolutamente destabilizzante… in un anno ci si pagano 2 mesi di affitto a Milano!

La seconda quota, prevede che la determinazione delle royalties è effettuata in controvalore sul prezzo dell’olio e del gas definito dall’Autorità dell’energia elettrica ed il gas.
La norma, Legge 21 luglio 1967 n 613, relativa alle estrazioni in mare, stabilisce che:
- sono esenti da royalties       - le prime 50 000 tonnellate/anno di olio estratto;
                                               - i primi 80 000 000 metri cubi/anno di gas estratto.

- le royalties sono ripartite     -45%allo Stato;
                                               -55% alle regioni.

Bene, sulla base delle produzioni precedentemente stimate, il valore annuale delle royalities di Ombrina Mare derivanti dall’estrazione del gas sarà pari a ZERO euro, in quanto la produzione totale di gas è inferiore alla quota di esenzione annuale (21 milioni VS 80 milioni circa).
Sempre sulla base delle produzioni stimate, il valore annuale delle royalities di Ombrina Mare derivanti dall’estrazione di petrolio sarà per la Regione Abruzzo, calcolato su valori medi e sulla base dei prezzi 2012, pari a circa 700 000 euro circa.
Solo 5 zeri !Con 5 zeri si realizza una casa, non si SVENDE una costa.

Ricapitoliamo…
Barattiamo la nostra Storia per un petrolio di pessima qualità e di quantità trascurabili, sufficiente a coprire lo 0,2% del consumo annuale nazionale ed un gas in quantità insignificante e sufficiente a coprire appena lo 0,001% del consumo annuo nazionale.

Il gioco vale la candela?
Quanto ci costerà l’energia “collaterale” necessaria all’estrazione, al trattamento, al trasporto ed alla raffinazione?
Che interessi avrebbe la Regione ad accettare una tale proposta se la ricaduta locale, si traduce in mezza tazzina di caffè all’anno per ogni abruzzese?
Avete presente la zona di Falconara Marittima (AN)? Avete presente la raffineria? Fate una salutare passeggiata sulla spiaggia adiacente per rinfrescare la memoria.
Che interesse ha una compagnia petrolifera ad estrarre quantità scarse di petrolio di pessima qualità se paesi come l’ Algeria, la Libia ed l’Arabia Saudita hanno risorse di qualità e quantità tre volte superiore?
Chi ha pensato alle ricadute sul tratto di costa dei Trabocchi, sul turismo, sugli stabilimenti balneari, sugli abruzzesi?

Una personale considerazione: le domande che non si rispondono da sé nel nascere non avranno mai risposta -
Franz Kafka-.
 
…Non finisce qui, non può finire qui.



 

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Commenti

Io cambio regione e mi vendo casa. A che serve? Ci stanno distruggendo. Tutto. Il nostro ecosistema. poi hanno il coraggio di parlare di investimenti e turismo.
Finalmente senza troppo burocratese. Dati precisi e ora sono sinceramente preoccupata. Grazie.
Scusate, io preferisco le "Ombrine" del mitico chef Giuseppe, di origine calabbbbrese, ed il mare blu cobalto del Canale di Sicilia, al largo ma così al largo che la costa neppure si vede. E poi si sta così bene sulle piattaforme! Una volta che ci regalano qualcosa, tutti lì a lamentarsi quelli del PARTITO DEL NO. Siete sempre i soliti.
Giusto, Enrico Gagliano ( del comitato no triv) la tua ironia mi rendo il tutto un pò meno amaro. Ma non troppo.
Effetto Nimby contagioso....facciamo così...consumate solo l'energia che producete e poi vediamo dove andate a finire. Oppure, in modo alternativo, rinunciate a tutti gli elettrodomestici che avete in casa. L'Abruzzo non è autosufficiente energeticamente..e perchè mai altre regioni dovrebbero sopperire al vostro deficit? Inoltre....se non volete industrie, estrazioni etc...come pensate di vivere? Di posti pubblici pagati dallo Stato, ossia dalle tasse di altri? Sapete come si chiama questo? Parassitismo. Adios
Ottimo articolo. Titolo che funziona. caro Davide, si vede che non conosci l'ecosistema e ripeti a memoria un concetto di speculazione oramai abbandonato da tutti. L'Abruzzo è turismo, prodotti tipici e qualità. Il petrolio non porterà nulla neanche a un guadagno economico. Lo capisce? Ripeta con me, neanche un guadagno economico se non per la società. Ci spiega economicamente perchè dovremmo regalare la nostra terra?Il nostro mare? A gratis? Cara Ing. Ciminà, vuole un consiglio? Si candidi. Torni da noi e ci aiuti. Grazie. Francesco, ex imprenditore turistico Pescara
Titolo e pezzo che si sposano con le migliore tecniche degli inserti subliminali. L'Ingegnere Ciminà ha dimostrato che quel mio ex studente di Falconi, maestro nel campo dai primi anni 90, ( vi potrei raccontare molto di lui, ma sono segreti universitari di un vecchio rettore) hanno ancora influenza. Cara Susanna, mi è proprio piaciuto il suo articolo.
La Regione non può accettare una proposta simile, sarebbe come un atto di autodistruzione, poiché non avrebbe ricavi e penalizzerebbe il turismo... Sarebbe proprio assurdo!!
Complimenti Ing. Susanna Ciminà, ci vorrebbero più persone come Lei a far aprire gli occhi alla gente delle solite furbizie di chi vuole speculare sul bene di tutti a discapito dell'ambiente e lucrarci con chissà quanti finanziamenti europei ecc.. Fermate questo progetto altrimenti diventerà come Priolo e GELA!!! Che sono inquinatissimi--> http://www.ecoblog.it/tag/priolo Quello che Le consiglio di fare se non l'avesse già fatto, è di iscriversi al Movimento 5 Stelle e andare nel gruppo di Tutela dell'Ambiente e comunicazione in Abruzzo, nel Blog di Beppe Grillo e coinvolgere tutti i cittadini e Politici Onesti. Io posso contattate uno dei miei carissimi Amici che è diventato Onorevole Cittadino del Movimento 5 Stelle in Parlamento. Viva le Energie Rinnovabili Saluti Ludovico Bonfiglio l'Inventore di energie rinnovabili
Il nostro,purtroppo ,Governatore,bravissimo a sbandierare risultati virtuali,di fronte ai problemi veri ( sanità' ,Ambiente), come al solito, si defila. Il silenzio assoluto.
Cara Susanna, sono un tuo collega di 48 anni. Sono felice di leggere cose sensate e informate. Le stesse che ho letto su questo sito da Gagliano, Di Salvatore, Alessiani. Un sito che è diventato per l'Abruzzo un esempio da esportare in tutta Italia. Perchè non formiamo una lista civica d'Abruzzo fatta di programmi serie e costruiti verso il futuro. Attraverso progetti fattibili e finanziabili e non visioni ? Grazie per la risposta. Nicola
Ottimo articolo, complimenti . Chi sono gli azionisi di maggioranza del Gruppo Mediterranean Oil & Gas ?
Sono un'ingegnere. Ho passione per i miei studi, per la mia terra. Con l'imperativo dell' umiltà, spero solo di aver offerto una possibilità di dibattito. Nulla di più.
Parole come onestà, entusiasmo e COMPETENZA ormai hanno perso completamente significato in italia, questo articolo invece ne è un esempio limpido e dimostra come non dobbiamo girarci troppo intorno per capire come e da dove ripartire. Complimenti.
Brava zia, vedo e leggo che tanto studio di fa argomentare con profonda competenza la materia. E' molto chiaro che nel campo energetico oramai bisogna guardare oltre gli idrocarburi. Non mi avventuro in discorsi tecnici che non sono i miei; mi documento su cosa fanno le democrazie evolute. Si tenga presente che il gas disponibile nel pianeta è sufficiente ed a buon prezzo per molti anni a venire. Andare oltre significa sviluppare nuove energie, sia biomasse ( non bisogna dimenticare il Trentino boscoso come il ns. Abruzzo) sia di maree, sia eolica che solare. Questo consente una buona riduzione di costi, ma soprattutto una significativa riduzione di inquinamento diretto ed indiretto. Chissà mai se la follia collettiva che alberga in noi ci fà rendere conto che abbiamo stravolto il clima? E poi penso che darsi da fare per produrre nuove fonti energetiche aumenti la qualità della vita democratica non avendo più tanti monopolisti che ci dicono cosa dobbiamo fare e consumare!!! Come al solito cara zia sono abbastanza superficiale e scontato,non domo al pensiero di poter svegliare le coscienze dei ns. simili, ma sono felice che ci sia tu per me e per tutti noi che ti stimiamo, ti vogliamo bene e condividiamo tutto quello è frutto del tuo studio. un abbraccio
Non ero a conoscenza del problema, ma i dati riportati e la relativa analisi tecnico-economica non lasciano adito a dubbi: non vale la pena depauperare una risorsa di tale valore naturalistico-turistico, l'indipendenza dai produttori di combustibili fossili va ottenuta seguendo altre vie.
Articolo ben scritto Susanna, tuttavia devo sottolineare che in un giacimento non vi è mai un lago di olio, ma sempre una melma maleodorante a centinaia di bar. Inoltre, c'è qualcosa che non và...Chi metterebbe una FSPO da 50 ktons per recuperare (forse) tutto l'olio in circa un anno e km di tubi per pochi mln di metri cubi di gas? O la Medoilgas vuole farsi del male, oppure i dati sono errati...Quello di Ombrina è un giacimento petrolifero, e dato il valore aggiunto del petrolio, sarebbe stupido cercare di estrarre gas "lasciando giù" olio prezioso, piuttosto che lasciare gas come usualmente si cerca di fare reiniettando gas stesso, acqua o CO2.
...ed Io, da piccolo andavo al mare con paletta e secchiello a scavare buche sulla sabbia per trovare il petrolio.. A saperlo, bastava scendere ad Ombrina. Sai quante mezze tazzine di caffè.. Sempre più spesso vedo l'opinione pubblica divisa tra 'progressisti' ed 'ambientalisti' . In ogni grande opera pubblica, si vive la sensazione dell'investimento necessario, cioè la necessità di costruire opere per garantire il progresso e che siano il simbolo del progresso. Il fine, giustifica i mezzi. Chi vive di opinione pubblica e di consenso popolare conosce bene, meccanismi e dinamiche per spostare la lancetta da 'ambientalista' a 'progressista' . Nella delicata valutazione tra Costi e Benefici inserirei anche la Lungimiranza, spesso messa da parte per velleità del caso. Peccato che in tutti i ragionamenti politici manchi la signora Lungimiranza. Il commento di Davide, per quanto fuori dal coro, apre ad un ragionamento, che sicuramente doveva essere il punto di arrivo di ogni regione. Personalmente credo che una piattaforma ad Ombrina, non ci renda regione virtuosa, purtroppo. Un abbraccio Dott Alfonsi T.
qui di ombrina c'è solo l'abbaglio preso dall'ingegnere. dubito assai che il board della medoil gas e i boards delle società che controllano la medoil siano così sprovveduti da rimetterci dei soldi, considerando che sono americani con alle spalle anni di esperienza in fondi di investimento della goldman sachs e altri. quindi..i soldi da fare ci sono eccome...quindi...i dati presentati qui sono parziali, se non sbagliati. aprite gli occhi, nessuno fa niente per niente. se si fa l'impianto è perchè è redditizio e non saranno certo quattro chiacchiere da bar travestite da pseudoscienza a fermare questi signori. quanto ai falliti dilettanti della politica che si ispirano ai 5 stelle....veramente l'illusione-delusione totale della loro infima mediocrità. non basta avere la voce per poter parlare.
Sono aperta alle sue considerazioni. Il dibattito, se educato, è costruttivo. La sua deduzione và al di là della mia, come la chiama Lei "pseudoscienza". Io ho analizzato documenti ufficiali, tutto ciò che non è ufficiale non lo conosco e non lo argomento. Tutti possono dire tutto. Ritengo che le deduzioni personali siano molto meno oggettive della mia analisi.
Le rispondo Signor Terenzio Glauco: 1) DA INGEGNERE: quando si contesta una analisi scientifica si portano prove, si analizzano i punti deboli si contesta sulla base di qualcosa di altrettanto scientifico. Se è in grado di contestare, nel merito l'Ing. Ciminà, la prego ci fornisca al più presto i suoi dati. Altrimenti sembra più la sua una chiacchiera da bar. Pronto ad essere smentito. 2) DA CITTADINO: un progetto che non ha apparenti guadagni, ma viene portato strenuamente avanti e poi si scopre che aveva altri guadagni "politici" sottobanco. Non mi pare sia una grande novità!?!!? Specie nella nostra regione no!?!? 3) DA ATTIVISTA M5S: l'ambientalismo è un valore trasversale che noi abbiamo messo al centro, come tanti prima di noi e dopo di noi. È evidente quanto questo tema sia di "vitale" importanza ("vitale" in senso letterale). Alla luce di ciò non credo l'Italia si divida in ambientalisti e non ambientalisti. Per me ci dividiamo in gente che non ci guadagna da certe cose e gente che ne trae profitto e convince altra gente dell'utilità di certe opere, di cui Ombrina è l'ultima in ordine di tempo. "falliti dilettanti" ed "infima mediocrità", non dovrebbe permettersi di dirlo. Ma rispetto il suo pensiero...
"Meglio tacere e far credere di essere stupidi piuttosto di aprire bocca e togliere ogni dubbio" questa citazione è per gli asini a 5 stelle che hanno ragliato. aggiungo che non basta essere ingegneri per postare numeri corretti, anzi molte volte sfuggono i veri numeri che sono questi: http://www.medoilgas.com/media/20365/mog_ar12.pdf se siete capaci di leggere i bilanci di questa società, di capire chi sono i padroni e i fondi di investimento, allora capirete che questi vi mangiano in un boccone...voi e i vostri articoli da bar. questi, se investono e avendo questi numeri di bilancio, non sbagliano mai. Piccolo consiglio ai ragliatori: si combattono solo le battaglie che si sa di vincere (sun tzu) e non si provocano con spocchia da dilettanti coloro dei quali non si sanno le doti. ed ora studiate ma non formule o numeri ingegneristici, bensì bilanci perchè sono i soldi che mandano avanti tutto
Signor Teranzio le rispondo, facendo finta che lei sia stato educato nei miei confronti. Sul fatto che la cosa in qualche modo sia conveniente per l'azienda citata non lo metto in dubbio. Anzi le dico che forse e' proprio quello il problema. Se poi sono soltanto quelli i numeri che contano, le segnalo il bilancio di un'altra azienda con grandi "padroni" e "fondi di investimento", in grando anche loro di "mangiarci in un boccone". Questi si che "se investono e avendo questi numeri di bilancio, non sbagliano mai". L'azienda si chiama Ilva e si trova a Taranto: http://www.inchiostroverde.it/news/ilva-ecco-il-bilancio-in-anteprima-n… A noi piace "ragliatori" piace concentrarci su altri numeri, lei continui a concentrarsi sui suoi...

Caro Terenzio, il suo ego da latinismo è un quadretto d'ambiente.
Il classico volo di Pindaro.
Una polemica arida, che non aggiunge nulla al dibattito.
Il numero aureo ha la caratteristica dell'oggettività.
Il pdf che ha postato con orgoglio e' solo una review finanziaria di un' azienda.
I nostri numeri non sono gli GigaEuro del conto economico di un'azienda, ma i pochi euro con cui si svende una costa.

non ho capito appieno cosa voglia dire questo Terenzio!! vuole forse dirci che le aziende che decidono di investire e "creare" ricchezza hanno sempre ragione? Ammesso che sia così potrebbe quantificarmi le royalities incamerate dalla Regione? Quanti abruzzesi troveranno lavoro? Credo piuttosto, conoscendo un pò quello che fece Mattei che la morfologia del ns. territorio sia più ricca di gas, che di idrocarburi. Bisogna non scordare che Eni entra volentieri nei consorzi per le ispezioni e sviluppo degli idrocarburi; l'ultima volta l'ha fatto in Val D'Agri ed è finita lì. Quindi, ignorando altri discorsi, mi attengo a quanto ampiamente argomentato con piglio scientifico dall'ing. Ciminà. Un'ultima cosa: per paradosso alcuni anni orsono un strana società creata a Londra ( da italiani ) stava per comprare l'acqua dei fiumi teramani da rivendere in Puglia; per fortuna non se ne fece nulla. Chissà se anche questa questione del petrolio non sia un paravento per altro...
Credo che l'analisi sia condotta in maniera efficace e puntuale. Finalmente un pezzo tecnico, che prende le mosse da dati fattuali e ci consente di giungere a delle conclusioni. Qui possiamo discutere e opinare, ma sui dati riportati dall'autrice del pezzo, c'è poco da discutere: carta canta. Lineare e ottima analisi!
Non sono un'ingegnere e non ho gli strumenti adatti per ragionare in termini di cifre, considerando il fatto che nella vita mi occupo di tutt'altro. La lettura di questo articolo mi ha chiarito le idee su diversi punti della questione Ombrina Mare e mi ha reso sempre più ferma nella convinzione che il gioco, appunto, non vale la candela. La Natura andrebbe tutelata a prescindere, e soprattutto in casi come questo. In ogni caso, il buon John Locke insegna che è bene parlare solo di ciò che si conosce bene: in tutti gli altri casi sarebbe meglio tacere.
Brava Susanna, l'intento di un articolo come questo è sicuramente quello di sviluppare un dibattito, di porre l'attenzione su un progetto che, se andrà in porto, avrà necessariamente ripercussioni sulla collettività. Il tuo primo obiettivo l'hai raggiunto: l'importante è che se ne parli (se possibile in maniera educata e costruttiva). Certo qualcuno avrebbe preferito il silenzio... ma un progetto con un tale impatto ambientale non è solo una questione politica o economica... non può esserlo! A chi interessano i bilanci delle multinazionali? Non certo a noi abruzzesi. L'interesse per la collettività potrebbe essere solo quello di produrre nuove fonti di approvvigionamento energetico. Non sono in grado di valutare i numeri contenuti nell'articolo, non essendo un tecnico, ma conosco come vanno le cose in Italia. Si spendono soldi in faraoniche cattedrali nel deserto solo per favorire questo o quell'interesse economico/politico. Un tale progetto non sarà anche finanziato da qualcuno?
Mi inserisco in questo dibattito acceso per collegare tra loro le diverse posizioni e far riemergere la semplice verità portata alla luce dall’Ing. Ciminà ha che ha dato il via alla discussione e che ha sintetizzato con efficacia ciò che ci aspetta valutando intenti e cifre che girano intorno al progetto. Ringrazio anche il Sig. Terenzio Glauco che esprimendo con franchezza la posizione di un’altra parte di opinione pubblica mi ha spinto a indagare più a fondo, rendendomi ancora più convinta che mai dell’insensatezza del progetto. Certo non posso fare a meno di rilevare che la forma con cui il sig. Terenzio ha espresso le sue riflessioni andrebbe migliorata: il tono assunto, aggressivo e offensivo, è sintesi perfetta di anni di dibattiti politici al vetriolo che hanno portato tutti a parlare allo stesso modo esacerbato e violento, come se solo questo fosse l’unica via. Caro Sig. Terenzio? Lei prende le distanze dal movimento 5 stelle ma poi ama usare gli stessi toni di Grillo. Suvvia cominciamo a distinguerci tutti anche nella polemica. Dante sferzava con la poesia pensi un po’. Torniamo sui contenuti: probabilmente come dice il sig. Terenzio Glauco i guadagni per la Med Oil saranno lauti e andranno ben oltre quanto stimato, d’altronde i Britannici sono secoli che solcano i mari e colonizzano il mondo e pur avendo uno stato non troppo esteso e povero di materie prime sono una potenza mondiale indiscutibile, ma appunto saranno i guadagni della Med Oil che però inquina in Abruzzo e non a Londra. La polemica del sig. Terenzio Glauco mi ha incuriosito molto e mi ha spinto a fare un po’ di ricerche per avere ulteriori razionali su un progetto apparentemente irrazionale. Prima di fare questo ulteriore passo ci tengo a premettere che seppure sia giusto chiedersi chi è che dirige i giochi e con chi li sta imbastendo, va riconosciuto il merito all’Ing. Ciminà di aver messo in evidenza dei punti più importanti delle valutazioni economiche: 1. Il governo Monti ha preso decisioni senza considerare il parere della regione Abruzzo (almeno a quanto ci ripete Chiodi…e io lo spero altrimenti è un bel guaio per il ricorso al TAR) e delle amministrazioni locali che su quel territorio ci vivono, delegittimandole di fatto e calpestando il loto principio di autonomia in quanto ora si vedono passare sopra la testa una decisione che le riguarda ma sulla quale non hanno avuto molta voce in merito (già accaduto per la ricostruzione dell’Aquila, ricordate?). 2. La decisione del governo, oltre a essere una decisione presa senza il rispetto delle amministrazioni locali, manca di rispetto a tutti gli italiani. Se facciamo un parallelo con il controverso caso TAV quanto meno lo stato ha fatto una scelta contro il parere delle amministrazioni locali per costruire un’infrastruttura pubblica (anche se a mio avviso inutile), qui la questione è più grave perché lo stato concede un Bene Comune, cioè un bene che è patrimonio di ogni cittadino del nostro paese alla Med Oil, azienda Britannica che non ha alcun interesse a investire localmente ma ha solo interessi privati. Allora mi chiedo: siamo improvvisamente entrati a far parte del Commonwealth britannico? Dov’ è l’ENI per esempio, tanto per fare un nome? Troppo impegnata a devastare il delta del Niger con Total e Shell per accorgersi che gli stavano soffiando un affare, se di affare di può parlare quando si distrugge un ecosistema? Oppure voleva dividere con qualcun altro i meriti dell’inquinamento delle nostre coste giacché la piattaforma Rospo Mare ( 38% di proprietà dell'ENI e 62% della Edison e quest'ultima ne è anche responsabile delle operazioni produttive) continua a riversare accidentalmente idrocarburi fra due riserve naturali - Punta Aderci e la Dune di Marine di Vasto? Per comprendere quest’ultimo punto possiamo ora aggiungere valutazioni economiche “Ombra”: sospetto fortemente, come altri che prima di me sono intervenuti nel dibattito, che la chiave di lettura è di tipo finanziario – speculativo. Quello che affligge il nostro paese non è la mancanza di risorse economiche ed energetiche ma una speculazione finanziaria senza precedenti causata dal dominio incontrastato del potere economico bancario su tutto. Se provo a osservare la questione dal punto di vista di Passera e di Monti (tra l’altro due gentlemen amatissimi della city londinese e della finanza in generale) comprendo immediatamente perché secondo loro l’operazione possa portare “beneficio” al nostro paese. Mi aiuta in questo leggere poche frasi dal documento che ci ha girato sapientemente il sig. Terenzio Glauco. Ne cito una per tutte “Ombrina Mare Oil and Gas development: 100% operated oil and gas discovery with upside potential, Goal is to achieve award of production concession from Ministry of Economic Development” (cioè il progetto Ombrina ha un potenziale in olio e gas che sfrutterà al 100% quando il ministero dello sviluppo gli doni la concessione). La frase si ripete per molti altri progetti. Med Oil parla di “Potential” per diverse attività che quindi non hanno ancora un rendimento effettivo in termini di economia reale ma sicuramente molto redditizie sul piano della economia che si gioca in borsa. Le azioni intraprese da Med Oil hanno comportato un aumento significativo del portafoglio titoli di questa società non sconosciuta al mercato finaziario europeo. Quindi in realtà non ha tanto valore quanto si guadagnerà concretamente da questa operazione ma di certo quanto finanziariamente queste mosse hanno portato valore al titolo quotato in borsa facendo già di fatto mettere in tasca all’azienda diversi milioni (milioni che poi vanno in dividendi nelle tasche di pochi) e notoriamente le aziende produttrici di Petrolio e Gas hanno un bel peso sul mercato finanziario. Qual è dunque la contropartita per l’Italia intravista dall’abile finanziere Passera che a questo punto definirei “Ministro dello Sviluppo finanziario più che economico”? Tiriamo a indovinare: crescita economica? Rilancio della produzione con conseguente aumento dei posti di lavoro? Macché!!! La contropartita è quella di dare al resto del Mondo l’immagine dell’Italia legata al petrolio di modo da attrarre finanziatori e rivalutare il rating…insomma tutto si gioca ai tavoli della finanza che ahimè non hanno bisogno di rassicurazioni ambientali, sociali, etiche o morali ma solo di solidi bilanci e potenti investitori. Concludo questo lungo intervento con un doveroso accenno a quello che dobbiamo veramente chiederci di fronte a tutto questo: indignarsi è corretto ma occorre essere autocritici. Quanti di noi utilizzano mezzi di trasporto che non prevedono combustibili fossili? Quanti di noi riscaldano le proprie case utilizzando fonti differenti dal metano o dal gasolio? Il tributo al nostro benessere lo stanno già pagando i paesi Africani, Sudamericani e Mediorientali in termini di guerre sanguinose e devastazione ambientale. Ora ahimé lo paghiamo anche con una minaccia incombente sull’Abruzzo che rischia di trasformarsi in regione “inquinata d’Europa”. Quindi CHIUNQUE SI OPPONE A QUESTO TIPO DI AZIONI DEVE CERCARE DI TROVARE SOLUZIONI CHE IMPLICHINO GRADATAMENTE MA SISTEMATICAMENTE L’ABBANDONO DELL’UTILIZZO DELLE FONTI FOSSILI (AUTO ELETTRICA O BICICLETTA, SOLARE TERMICO O GEOTERMIA, ETC…). Non sono solo le amministrazioni locali o lo Stato che ci devono tutelare dalla minaccia delle trivellazioni…noi abbiamo la stessa responsabilità nei confronti del pianeta e degli altri uomini che hanno avuto la sfortuna di nascere in zone ricche di combustibili fossili, continuamente minacciati dalle trivelle. SE NON CAMBIAMO ROTTA TUTTI INSIEME, ANCHE SE VINCIAMO CONTRO MED OIL PERDEREMO SEMPRE IN NIGERIA, IN IRAQ, NEL GOLFO DEL MESSICO e ovunque si continui a sfruttare gli idrocarburi senza il rispetto dell’ambiente e degli uomini che in esso vivono.