Notizia dei giorni scorsi è che alcune compagnie petrolifere hanno rinunciato a ricercare ed estrarre idrocarburi dal territorio italiano.
Per la precisione le rinunce sono state tre e riguardano il permesso di ricerca denominato “Monteluro” riguardante le province di Rimini Pesaro e Urbino, il permesso di ricerca denominato “Sambucheto” per le province di Macerata ed Ancona, entrambi i permessi appartenenti alla società Appenine Energy SPA ed infine il permesso di ricerca denominato “Civitaquana” appartenente alla società Cygam Energy e riguardante le province abruzzesi di Pescara Chieti e Teramo.
Dalla lettura di questo bollettino, subito si sono sollevati cori di ovazione e alcuni esponenti della vita pubblica locale, ringalluzziti dalla notizia, si sono auto-elogiati per aver vinto una “ipotetica” battaglia contro il petrolio in Abruzzo.
Tra tutti comunicati, non passa inosservato quello del Governatore della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e infatti dal sito Certastampa.it esclama:
“STOP A CIVITAQUANA, IL MERITO E' DELLA REGIONE”
“La rinuncia delle due società petrolifere Cygam energy Italia e della Petroceltic dimostra che la Regione Abruzzo ha tentato di sventare tutti i piani di petrolizzazione”
Pertanto, secondo lui, il merito sarebbe della legge regionale 48 del 2010, varata dal suo Governo e continua con le barzellette del:
“Ci siamo sempre opposti al proliferare di impianti petroliferi”
“Noi, con la nostra legge, abbiamo messo al sicuro tutto il nostro territorio regionale”
"Non esiste nessuna concessione che possa essere attribuita alla mia amministrazione"
A prescindere che nelle dichiarazioni del Governatore Chiodi c’è un errore di fondo, ovvero che la Regione non rilascia permessi di ricerca né tanto meno concessioni di tal genere, ma semmai rilascia delle intese al Ministero competente e da quel che risulta la Regione Abruzzo si è sempre mostrata supina verso tali richieste.
Poi elogia l’applicazione della “sua” Legge Regionale, mistificando completamente la realtà, perché la sua disposizione legislativa non ha mai sortito alcun effetto contro nessun titolo di ricerca o concessione, infatti la norma in questione non vieta alcunché ma indica dei criteri di indirizzo che il comitato V.I.A. deve tenere in considerazione nell’elaborazione dei propri pareri e non solo questo.
Ma ammesso per assurdo che la L.R. 48 del 2010 abbia semplicemente spaventato la Cygam Energy, perché ha rinunciato di propria spontanea volontà e non gli è stato sospeso alcun titolo, cos’è? Il riverbero della fantasmagorica leggina regionale abruzzese ha fatto desistere contemporaneamente anche l’Appenine Energy in Emilia Romagna e Marche? E da quando la giurisprudenza regionale trova applicazione su tutto il territorio nazionale?
Perché la sua legge non riesce a trovare applicazione contro tutti gli altri permessi rilasciati in questi anni e che stanno andando avanti nei loro processi di petrolizzazione del territorio abruzzese?
Certo, viste le panzane a cui siamo costretti ormai quotidianamente, spesso anche grazie agli assist forniti da qualche suo apparente oppositore, ci potremmo aspettare di tutto anche si autoelogi perché hanno spento, sempre grazie al suo contributo, l’inceneritore di Reggio Emilia.
O perché no, vogliamo farci un’ultima amara risata?
Come mai l’Abruzzo della sanità virtuosa, della sanità migliore d’Italia, quella dei titoloni su Panorama e sul Corriere della Sera (il suo amico Paolo Mieli ne sa qualcosa?) non è stata inserita nemmeno nel primo pool delle cinque Regioni “metro di riferimento” da cui poi se ne sceglieranno soltanto tre?
Anzi, vi dirò di più, provando un certo pudore, alla Conferenza delle Regioni, il Governatore Chiodi ha votato in ordine Umbria ed Emilia Romagna come le prime due Regioni benchmark nel settore della sanità, due Regioni a guida PD, cosa le succede al Gianni? Quando esce fuori dall’Abruzzo rinsavisce improvvisamente?
Saluti
Stefano Alessiani
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