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SGARBI, LO SCHIAFFO E LA CAREZZA

di Maria Cristina Marroni
3 minuti

Vittorio Sgarbi è tornato da protagonista in Abruzzo.  Ieri sera, in una serata di fine agosto, nella Chiesa di Sant’Agostino di Tortoreto si è tenuta una conferenza sull’opera di Mattia Preti, “Battesimo di Sant’Agostino”, in occasione della celebrazione del quattrocentesimo anniversario della nascita dell’artista.
Il Professore ha apprezzato la presenza così larga di pubblico, cui ha promesso subito di “scaldare il cuore” nell’ammirare l’opera, che lui considera “il dipinto più importante di Mattia Preti”, uno dei pittori più noti e rilevanti del Barocco. E non ha deluso le aspettative, facendosi perdonare la lunga attesa.
Persona di sentimenti semplici e puri”, Mattia Preti non mancava mai di inviare proprie opere a Taverna (in Calabria), luogo di origine cui rimarrà emotivamente legato per tutta la vita.

Soggiorna un lungo periodo a Roma, dove c’è la leggenda di Caravaggio,pittore di pensiero del tutto alieno da rappresentazioni teatrali”.
Nessun pittore interpreta la morte e la malattia come Caravaggio, verso il quale Mattia Preti proverà una vera e propria adorazione.
Con Caravaggio Mattia Preti instaura “un principio ineludibile di fratellanza” e con la propria produzione pittorica “teatralizza quello che Caravaggio prende dalla vita”.

Il dipintoBattesimo di Sant’Agostino” (pala dell’altare maggiore della Chiesa di Tortoreto) è, secondo Sgarbi, l’esempio più evidente del caravaggismo di Mattia Preti. L’artista vi rappresenta in modo solenne il battesimo di Agostino da parte di Ambrogio, vescovo di Milano.  “Il corpo del Neofita, per il disegno e la luce, accompagna lo scalare progressivo dell’impianto compositivo e si pone come giusto equilibrio della disposizione dei gruppi”.

Mattia Preti ha messo in scena nella propria opera quello che Caravaggio ha rapito dalla vita, compreso il dolore e la ferocia del delitto.
Come un cibo agrodolce, il Professore ha saputo lusingare in modo seducente, ma allo stesso tempo ha polemizzato, di fronte al Sindaco di Tortoreto, Monti, e al Deputato Paolo Tancredi, sulle costruzioni selvagge della costa, sulla mancanza negli anni di un piano strategico di salvaguardia del territorio.
Occorre smettere di costruire”, ha sentenziato Sgarbi, ormai “bisogna solo restaurare”.

Dell’antico splendore degli anni ’30 e ’40 del Novecento, secondo il critico, poco si è salvato in mezzo a palazzoni che evidenziano un completo disinteresse per l’estetica.
In altre regioni d’Italia un’opera come “Battesimo di Sant’Agostino” richiamerebbe un pubblico specifico non necessariamente per la stagione estiva.

Quanti conoscono invece a Teramo questo dipinto?
I politici presenti sembravano basiti del fatto che così tante persone attendessero la spiegazione di un quadro al caldo, nell’ora di cena e non abbandonassero la Chiesa per la sagra del fagiolo, dell’asparago o del cavolo.



 

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Abito a Tortoreto e devo ammettere che la costa teramana è un ammasso di cemento. E continuano a spuntare palazzoni come funghi. Basta svoltare l'angolo, ovvero recarsi nelle Marche, per trovare un paesaggio esteticamente gradevole e un paesaggio tutelato.
Lo Sgarbi politico con la frase " occorre smettere di costruire "stronca la battaglia ideologica sull'IMU portata avanti dal PDL. L'Imu non ha bloccato l'edilizia ma essa è morta di morte naturale, per troppo cemento e l'Italia ne è la maggiore consumatrice. Pensate non soltanto alla costa dove si è costruito in maniera insensata: senza piazze, strade diritte, mancanza di verde pubblico, ma alla nostra Teramo. Il centro storico devastato da anonimi palazzi, pensate a via Savini dove sono stati spazzati in meno di mezz'ora testimonianze storiche antiche di millenni: piscine mosaicate romane, ville, villaggi preistorici ecc, a Coste S.AGOSTINO alle colline circostanti.....insomma BASTA COSTRUIRE.
Io però non sono molto convinto di alcune considerazioni. Davvero mi chiedo se ci fosse stata la stessa folla se il conferenziere fosse stato Pinco Pallino. Quindi, per avere pubblico numeroso ad un evento culturale conta più il MEDIUM che l'evento (in questo caso l'OPERA? Ma la folla è stata attratta dall'opera o dal personaggio? E' vero che molti operatori culturali sono senza fascino e senza capacità comunicative, ma non credo sia positivo di per sé che il richiamo venga solo da questi due elementi. Che per richiamare gente occorra essere Sgarbi costringe a porsi molti interrogativi, anche perché quando dall'arte passa a considerazioni politiche, Sgarbi è tutt'altro che autorevole e indiscutibile. Insomma... riflettiamo... mi vengono in mente eventi culturali di importanza notevole, su argomenti di grande rilievo, con protagonisti di grande spessore e di ottime capacità comunicative che si sono espressi a Teramo davanti a meno di dieci persone, perché tutti gli altri non erano stati richiamati dalla presenza di una celebrità mediatica. Questo è assai triste. Ma d'altro canto ricordo ancora di essere stato uno dei cunque spettatori al Comunale di Teramo ad una serata del non ancora clebre Gigi Proietti e uno dei tre spettatori sempre al Comunale ad una serata della grande Paola Borboni, che non si esibì e convinse l'organizzatore a restituire il prezzo dei bliglietti.
Io ero presente e, da anziano signore, posso dire: nella Chiesa si respirava a fatica; Sgarbi è stato un grande maleducato (è arrivato con un'ora di ritardo); il discorso di Monti è stato pessimo (ci mancava che ringraziasse il Padre Eterno perché è Sindaco!), di Tancredi non voglio neppure parlare. Tuttavia il quadro è straordinario
Gent.le Prof. Serpentini, sono convinta anch'io che senza la presenza di Sgarbi meno di un terzo di persone avrebbe partecipato alla conferenza. Nel 2001 a Roma, nella suggestiva cornice del Pantheon, Vittorio Sermonti lesse tutto il Purgatorio di Dante. Pochissime persone (io tra queste) ascoltarono gratuitamente quella interpretazione per trentatré sere. (A Firenze invece Roberto Benigni, a pagamento, riempie completamente Piazza Santa Croce). In quello stesso periodo, non ricordo con precisione l'anno, Valentino Orfeo rappresentò le "Memorie dal sottosuolo" di Dostoevskij, nel Teatro dell'Orologio di Roma, di fronte a quattro persone. Quello spettacolo mi commosse, l'attore recitò la propria parte con una dignità e una dedizione senza pari. "Le opere d'arte sono di una solitudine infinita e nulla può raggiungerle meno della critica" (Rilke). Tuttavia proprio perché era presente Sgarbi quelle persone hanno visto il quadro di Mattia Preti e "La Bellezza come moneta della Natura" è circolata più facilmente. Poi se gli ascoltatori disperderanno quella moneta o se la faranno fruttare dipende soltanto da loro.