Esiste un impegno internazionale da rispettare.
L’Italia si è assunta l'onere di conseguire al 2020 una quota complessiva di energia da fonti rinnovabili, sul consumo finale lordo di energia e nei trasporti, pari al 17% (Articolo 3 Direttiva 2009/28/CE).
Con il Decreto Ministeriale “Sviluppo 15 marzo 2012”, l'obiettivo nazionale del 17% è stato ripartito su base regionale: si è parlato del cosiddetto "Burden Sharing": anche Noi come Regione Abruzzo dovremmo “lavorare per rientrare nella classifica dei virtuosi dell’ambiente".
I numeri hanno un valore.
La traiettoria degli obiettivi, intermedi e finali, assegnati alla Nostra Regione in termini di incremento della quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale, rispetto ad una quota di riferimento iniziale, è la seguente:
Partiamo dal presupposto che non sto cercando di redigere un piano energetico regionale, per cui occorre una profonda competenza nonché una spiccata esperienza nella politica energetica del territorio… mi limito a mostrare dei dati, assolutamente referenziati e a darne un’interpretazione, che susciti dibattito e che permetta di trovare qualche nuovo spunto per una nuova eventuale azione a sostegno della Nostra Regione.
Fatto questo necessario preambolo vorrei tornare agli obiettivi del 2020 e alla necessità di una drastica riduzione dei consumi finali per il Nostro territorio regionale.
Ridurre i consumi finali vuol dire operare accompagnando l’autonomia energetica degli edifici pubblici a un più generale efficientamento. Quindi, di fatto, rendere autonomi edifici pubblici come ospedali o enti comunali (detrazione fiscale fino al 55% per riqualificazione energetica) vuol dire ridurne la spesa e NON i consumi finali!! Il risultato sperato di riduzione dei consumi finali, infatti, lo si ottiene solo se all’autonomia si accompagna un all’efficienza energetica.
Con questi “accorgimenti” la Regione potrebbe raggiungere con maggiore facilità gli obiettivi sopraesposti, ma non bisogna dimenticare che la riduzione dei consumi và pianificata, studiata, approvata e messa in opera.
Il contenimento dei consumi finali lordi, nella misura prevista per la Regione, deve essere perseguito prioritariamente con sviluppo di modelli di intervento per l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili su scala distrettuale e territoriale.
Questo passaggio implica ovviamente che Noi, come Regione Abruzzo, dovremmo darCi obiettivi e strategie programmatiche sui quali impostare la scala delle priorità, definire gli ambiti di intervento e pianificare le azioni per il loro raggiungimento.
Se immaginassimo di conoscere alcuni dati chiave, come:
-XXXXXX Euro consumati dagli Enti pubblici;
- Y enti pubblici non energeticamente autonomi.
Potremmo anche immaginare di avere XXXXXX euro in attivo sul nostro bilancio, euro questi che chiaramente NON dovranno più gravare sulle spalle dei cittadini in termini di bollette e che potranno essere utilizzati per efficientare gli altri enti pubblici non energeticamente autonomi.
Dobbiamo e possiamo riuscirci, il comune di Bolzano è pioniere in questa sfida: http://www.comune.bolzano.it/urb_context02.jsp?ID_LINK=540&page=5&area=… !!!
Qualche personale nota….
Lo ammetto sono curiosa.
Lo ammetto ho fatto qualche ricerca sul Nostro piano energetico Regionale.
Lo ammetto….non ho trovato alcuna traccia sugli stati di avanzamento dei progetti.
Lo ammetto…mi sono permessa di fare un piccola ricerca sullo “stato dell’arte” del piano energetico in Abruzzo basandomi sul rapporto statistico del GSE del 2011 (premetto che quello del 2012 non è stato preso in considerazione perché ancora non disponibile).
Poi ho pensato…infondo “nessuno verrà ricordato per i suoi pensieri segreti [Gabriel.G.Marquez]”, e mi è sembrato giusto scrivere un articolo per poterne fare un’occasione di dibattito.
Andando sul sito della Regione Abruzzo, alla sezione Ambiente e Territorio, compaiono da quasi 3 mesi le stesse 13 voci(alcune delle quali molto datate tipo 2003)in cui si elencano una serie di progetti (Pawered , etc..)di cui siamo anche coordinatori, ma di cui non si fa assolutamente nessun cenno allo stato di avanzamento.
Domande semplici: chi si occupa di questo? Come? Con quali risultati? Perché non viene spiegato nulla, di ciò che dovrebbe essere dominio di tutti? E dico tutti, perché questi progetti, potrebbero essere occasioni di lavoro per quanti sono disoccupati o per quanti hanno voglia di contribuire al bene comune.
Inizierei la breve analisi con una nota positiva.
Idroelettrico: Siamo l’unica Regione del centro Italia che si distingue per l’utilizzo di fonte idraulica con 57 installazioni e 1002 MW di potenza istallata. L’aspetto un po’ meno positivo giace nel fatto che, tra 2010 e 2011 non c’è stata nessuna nuova istallazione, forse perché si è sfruttata tutta l’acqua possibile, forse perché …non sò e chiederei aiuto “dal pubblico”.
Solare: qui, a quanto pare, le cose non vanno benissimo. Facendo un confronto a croce tra 3 Regioni del Centro Italia e sfruttando il criterio che esse siano in media alla stessa latitudine (circa 42° 15' 00" Nord) e quindi godano in media dello stesso irraggiamento (1400 kWh/m2) ho trovato che:
Pecchiamo di una forbice di quasi 10000 istallazioni in media, in meno, sia rispetto al Lazio, sia rispetto alle Marche. E’ chiaro che sarebbero molte le considerazioni da fare. Io mi limito a presentare i dati.
Che potenziale hanno queste Regioni più di Noi, sulla fonte solare?
Mia personale risposta “Forse nessuna”.
(NOTA il criterio di confronto utilizzato è opinabile, ma a mio avviso, evidenzia una parte delle criticità che bisogna prendere in considerazione…ovviamente se ne possono proporre altri).
La fonte solare potrebbe anche essere utilizzata a fini termici, ma non ho trovato dati referenziati, che permettessero di imbastire una discussione.
Fonte Geotermica: Registriamo zero istallazioni in termini di grandi impianti di potenza, per il ragionevole fatto che bisogna avere una particolare conformazione del territorio, che Noi chiaramente non abbiamo. Questo è assolutamente ragionevole e quindi non abbiamo grandi margini sulla possibilità di istallazione di grandi impianti geotermici destinati alla produzione elettrica.
Mi viene in mente che la geotermia potrebbe essere sfruttata su piccola scala, per esempio per produrre energia termica per uso abitativo o per rendere autonome le strutture pubbliche, mediante la tecnologia delle pompe di calore geotermiche.
Si tratterebbe di istallazioni ( per 100 metri quadri di abitazione monofamigliare costo stimato in media 10.000 o 15.000 Euro)che, in inverno, assorbirebbero calore dal terreno e lo trasferirebbero alle abitazioni o all’acqua da scaldare, in estate, invece, assorbirebbero calore dall’abitazione e lo trasferirebbero al terreno.
E’ solo un’idea.
Fonte Eolica: Sempre dal rapporto statistico del GSE, ho notato dei dati poco incoraggianti per questa fonte:
E’ evidente che siamo stati nuovamente battuti dai nostri vicini, che temo non abbiano una mappa di ventosità troppo diversa dalla nostra.
Onore a Lazio e Marche che hanno incrementato il loro parco eolico di quasi 10 istallazioni rispetto alle nostre misere 2.
In tale rapporto, si cita l’Abruzzo come la sola regione che con 2 istallazioni in più rispetto al 2010 (Da 25 a 27)ha registrato un decremento di produzione di circa il 19%, i motivi non sono esplicitati e possono essere svariati.
Ragionando un po’ mi sono detta “ok, che la fonte eolica non è programmabile e possiamo avere un decremento di produzione perché, per esempio molto banalmente, non abbiamo ventosità adeguata, ma allora cosa ci fa sempre sul sito della Regione questo progetto “Powered: Project Offshore Wind Energy (Marzo 2011 per 36 mesi)[Budget 4.453.000 Euro]?”
L’Abruzzo sarà coordinatore del progetto insieme ad altri paesi europei che si affacciano sull’Adriatico.
Lo scopo è quello di stilare “un manuale delle buone pratiche” per la realizzazione di parchi eolici off-shore nel mare Adriatico, compatibili con la politica di pianificazione e conservazione.
Cliccando nel menù a tendina, tra i progetti pilota, ho notato che Noi Abruzzo ne abbiamo: zero.
Non tutti sanno che un’installazione eolica off-shore, è vero che riesce a produrre circa il 30% di energia elettrica in più rispetto ad una sulla terraferma, ma è anche vero che campeggia a pochi chilometri dalla costa… Lo scrivo perché ho notato (sempre sul sito), una grande attenzione a preservare l’ambiente ed il territorio e non mi spiegavo come questo eolico off-shore si sposasse con una tale politica di attenzione.
Bioenergie (Biomassa e Biocarburanti).Vado cauta ed inizio con lo specificare cosa s’intende per biomassa. Essa è la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura, dalla pesca, dalle industrie nonché dalla parte biodegradabile dei rifiuti industriali ed urbani (Fonte GSE).
Partendo con il presupposto che la maggior parte degli impianti a bioenergie si trova nel Nord-Italia, Noi Abruzzo insieme alle Marche siamo la regione con la minore potenza istallata.
Quindi ricapitolando, nonostante l’attività agricola sia da Noi una componente molto forte, con una grande potenzialità per la produzione di bioenergie (ovviamente in termini di scarti, rifiuti e residui di origine biologica)…. siamo secondi (in peggio) solo alla Val D’Aosta con i nostri 41,7 GWh erogati.
Voglio specificare che una classifica di questo tipo, cioè sull’energia erogata, è influenzata dalle dimensioni di una regione e dalle potenzialità che ha in termini di fonte disponibile.
In più è indispensabile specificare che quel dato è riferito alla sola produzione elettrica: avendo anche le biomasse un grande potenziale per la produzione termica, dovremmo affrontare il discorso anche considerando questo aspetto, ma non ho trovato dati disponibili in tal senso.
Sempre sul sito, ho notato che c’è un intenzione “molto velata” di abbracciare questa tecnologia ed in particolare 2 sono le voci:
1)“Valorizzazione delle biomasse”( che poi qualcuno mi spiega gentilmente, cosa vuol dire quando sul sito scrivono -“ creare filiere efficienti che possano consentire la definizione di linee guida atte a favorire la replicabilità su scala regionale”- ???Le biomasse non credo abbiano bisogno di essere valorizzate, forse l’intenzione è un’altra ma è giusto essere chiari). Forse vuol intendere la reperibilità delle biomasse, per cui serve costruire una filiera in termini di raccolta o in termini di apposite coltivazioni.
La cosa che è certa è che in entrambi i casi, poi le biomasse vanno trattate, rese omogenee in termini di potere calorifico (PCI) e trasportate all’impianto….ma di questo aspetto non vi è alcuna traccia.
2)Progetto Biomethane Regions [Progetto Europeo a cui abbiamo aderito da maggio 2011 per 36 mesi].
Stato dell’arte: inesistente.
Quindi visto il burden sharing, diventa importante e urgente ridiscutere dei programmi regionali sulle fonti rinnovabili, andando ad esplorare le potenzialità disponibili ai fini della produzione di energia elettrica e, soprattutto, termica. In più, il ruolo di una Regione è fondamentale nel rilascio delle autorizzazioni, non tanto per gli eventuali incentivi. La Regione dovrebbe quindi individuare le proprie potenzialità, valutare che impianti si possono realizzare o quali tipi di interventi si possono adottare e facilitare, per tali iniziative, l’iter autorizzativo. Infatti spesso è proprio l’iter autorizzativo regionale il principale ostacolo alla nascita di nuove iniziative, per effetto della frammentazione e delle tempistiche lunghe e, a volte, della mancanza di linee strategiche.
L’energia e il piano energetico per la nostra Regione, è elemento VITALE per restituire ossigeno alle realtà industriali in declino, per offrire forza-lavoro, per diminuire drasticamente la spesa pubblica, per restituire volume ai nostri portafogli.
Spero solo che… torneremo ad essere uno specchio che ben “riflette” le esigenze nazionali, europee e soprattutto le Nostre… del nostro amato Abruzzo.
La burocrazia va resa più snella e veloce. In fondo come diceva un signore scapigliato “Bisogna rendere ogni cosa il più semplice possibile, ma non più semplice di ciò che sia possibile!
(Albert Einstein)
[Fonte: Rapporto Statistico GSE 2010-2011: Impianti ed energie rinnovabili]
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